Guayota – Recensione

PC

Anche frammenti di antiche mitologie delle Canarie possono essere spunto di ispirazione per puzzle game di piacevole fruizione, con Guayota.

Sviluppatore / Publisher: Team Delusion / Dear Villagers Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), Nintendo Switch Data di lancio: 13 agosto 2024

Anche una località piccola, esotica ed affascinante come le Isole Canarie hanno una storia che si perde anche in sfumature riguardo mitologie, credenze e proprie divinità. Nel dettaglio, secondo le leggende, all’interno del vulcano Teide, situato a Tenerife, sarebbe stato rinchiuso Guayota, temibile divinità malvagia.

Alla base del videogioco omonimo invece, prendiamo i panni di alcuni esploratori mandati dal Regno di Spagna a controllare lo stato delle future Isole Canarie, con la missione di inoltrarsi nei bassifondi di quelle terre per scoprire il mistero e i pericoli di quei posti ormai prossimi alla colonizzazione spagnola.

GUAYOTA, DI FUOCO, LUCE E PUZZLE GAME

Guayota è un puzzle game di meccaniche essenziali, di quelli per cui già dopo appena un’ora di gioco, sarete già dentro tutte le sfumature ludiche così da capire subito se può essere il tipo di sfida che fa per voi. Muniti di torcia, mentre ci avventuriamo in una sequenza progressiva di caverne, siamo chiamati sia a scoprire i misteri di quei luoghi misteriosi, come ritrovare i nostri compagni scomparsi durante la navigata per raggiungere le isole.

Un altro indizio riguardo il passato di questa terra.

Le caverne sono piene di puzzle, ponti fantasma, muri evanescenti e un sistema di illuminazione tramite torce e pietre magiche che saranno alla base di tutti gli enigmi, a cui non mancheranno trappole mortali da evitare se volete tener salva la pellaccia.

COME UN FARO NELLA NOTTE

La struttura alla base del gioco si consuma in pochissimo tempo: più progrediremo nelle caverne, più ci troveremo innanzi a puzzle sempre più difficili. Il tutto si sviluppa sempre tramite un sistema per cui entrati in una stanza troveremo il passaggio per quella dopo bloccato da una porta. Da lì, altrettante porte con rispettive stanze dove risolvere l’enigma dedicato. La meccanica degli enigmi si avviluppa mediamente sempre allo stesso modo, con un gioco di luci dove veniamo posti davanti la missione di illuminare alcuni altari magici, in numero sempre maggiore, così da poter poi recuperare un frammento della storia antica di quel posto.

Per aprire la porta dobbiamo illuminare tutti gli altari della caverna

Siamo chiamati dunque a sfruttare e ragionare su piccole porzioni di gioco dove utilizzare non solo il cono di luce provocato dalla nostra torcia, ma anche tutte le proprietà di riflesso di muri, specchi e gemme magiche. Aggiungiamo a questo pacchetto anche la possibilità di sfruttare due diversi piani dimensionali dove poter eseguire le proprie azioni o meglio, risolvere l’enigma. Che sia il Mondo Reale o il Piano della Follia, quando incontreremo difficoltà a risolvere quello o l’altro puzzle, sarà saggio cercare di fare switch tra le due realtà e vedere i cambiamenti ambientali e la relativa possibilità di risolvere il puzzle. Qualunque sia la realtà di azione, il bottino finale con la risoluzione dell’enigma, non cambia. Si lavora per ottenere il successo.

RIPETITIVO, PURTROPPO

Come in tante altre produzione che avviluppano tutta l’esperienza su puzzle game dalle meccaniche che si ripetono in ogni stanza, non è strano se dopo un paio di ore la divertimento lascia spazio ad un po’ di noia. Per quanto vengono introdotte altre piccole meccaniche – come l’utilizzo di uno scatto energetico per annientare alcuni muri di energia – alla fine vi ritroverete sempre a incastrare diverse azioni per risolvere gli enigmi con le medesime regole. Magari aumenterà il numero di altari da illuminare contemporaneamente per cui la difficoltà rispecchia la necessità di sfruttare i diversi piani dimensionali, abilità in nostro possesso e oggetti della mappa, ma superata la porta ed entrati nella stanza successiva, le cose da fare saranno sempre le stesse.

Guayota presenta un particolarissimo ed esotico input narrativo , su cui poi costruisce tutta la sua struttura da puzzle game

Al netto di questa limitazione, forse voluta per centrare tutta la grammatica di gioco nella complessità degli enigmi, che comunque non si risolvono certo tutti con facilità, anzi, Guayota ha dalla sua un graziosissimo design, per quanto minimale. La stessa realizzazione estetica è estremamente curata – per ovvie ragioni – in tutto quello che comporta i giochi di luce e rispettivi utilizzi, ma anche le piccole mappe hanno un level design che si amalgama perfettamente con i puzzle interessanti e che richiedono la giusta dose di intuito e ragionamento per essere portati a termine.

Per spostarsi nelle altre zone dovremmo usare l’ingegno o anche altre dimensioni.

Forse, il miglior consiglio per usufruire di questo titolo è quello di giocarlo poco al giorno, come una prescrizione medica. Il caldo, davanti l’ennesimo puzzle difficile da risolvere, può dare alla testa.

In Breve: Guayota è un puzzle game costruito e sviluppato su poche meccaniche, ma ben innestate tra di loro. La direzione artistica piacevole e alcune soluzioni utili per risolvere gli enigmi rendono il progetto estremamente solido. Purtroppo la ripetitività è dietro l’angolo visto che gli enigmi si susseguono in sequenza, senza mai introdurre vere novità.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Nulla da segnalare nella configurazione di prova, con l’esecuzione andata liscia e senza problemi.

 

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Pro

  • Un contesto narrativo originale / I puzzle sono impegnativi ma mai frustranti / Buonissima direzione artistica come di puzzle design

Contro

  • La ripetitività prende il sopravvento dopo un paio di ore / Qualche evidente limite produttivo
7.3

Buono

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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