A giudicare dalla fattura del secondo episodio, fra un anno ci saremo potuti trovare tra le mani il miglior Hitman di sempre. E in un certo senso lo avremo comunque, ma senza le fanfare che si sarebbe meritato in un versione completa, con il livello qualitativo dello scorso capitolo (qui la recensione) e, ancor più, con l’avventura che abbiamo oggi fra le mani. So perfettamente che un simile linea di pensiero appare fin troppo schematica, ma non posso farci niente: è impossibile aspettare una nuova missione di Hitman come si farebbe con gli eventi di una delle tante avventure episodiche, e i mille modi per completare ogni obiettivo – così come la breve ma gustosa sequenza narrativa (già, una sola) – non possono cambiare più di tanto il risultato. Ciò non toglie che questo sia un gran bell’episodio, e che in caso di ulteriore crescita qualitativa potrei anche perdonare al pelatone di essere tornato a spizzichi e bocconi.
SPAGHETTI AL SUGO DI EBOLA
Mi correggo: il virus descritto nel nuovo episodio è molto più evoluto dell’ebola. In compenso, gli spaghetti sono proprio i nostri: “Sapienza” (titolo della storia: “Il Mondo di Domani”) è ambientato in un’omonima e fittizia località amalfitana, dove un folle bioingegnere italiano sta progettando un microorganismo “intelligente” in grado di colpire qualsiasi obiettivo, sotto la protezione di una grande ma ignara multinazionale della chimica. Una sorta di malattia a comando, che scansa qualsiasi altro essere umano e infetta in modo letale la vittima designata. Agente 47 deve ucciderne il creatore, naturalmente, e insieme a lui eliminare una dottoressa che veglia sul genio e soprattutto sulla sregolatezza dello scienziato, per poi completare l’opera distruggendo il virus. Tali informazioni ci vengono fornite nel briefing, mentre la bella cutscene finale – sulla quale manterrò il riserbo – inizia a tessere la tela intorno alla misteriosa organizzazione IAGO.
Lo stato tecnico e i controlli iniziano finalmente ad avvicinarsi alla stato dell’arte
Ottimo e per certi versi impressionante lo stuolo di opportunità, per colpire o distrarre le guardie, travestirsi in una decina di guise, raggirare a parole gli NPC (una delle novità del nuovo Hitman, insieme a sfide e modalità varie) e tanti altri dettagli da sfruttare – o sbloccare – per le run seguenti, compresi i luoghi di accesso e i punti di fuga. Niente che non si sia visto nell’episodio precedente, sia chiaro, compresi i Contratti o le sfide “Escalation” (obiettivi sbloccati in sequenza, sulla stessa mappa e con i medesimi NPC), ma il livello qualitativo si è ulteriormente alzato e, cosa non meno cruciale, lo stato tecnico e i controlli iniziano finalmente ad avvicinarsi alla stato dell’arte. Bene così.
Se la crescita di Hitman dovesse continuare così, in modo quasi esponenziale, è facile che al prossimo capitolo inizi a sciogliere le mie personali riserve. Continuo a pensare che la forma episodica non sia il top per un titolo stealth a missioni, ma la qualità è senz’altro un buon modo per farsi perdonare. L’episodio “Sapienza” è ben scritto nell’ottica del background e della trama, e soprattutto è ancora più mirabile in termini di level design e costruzione delle opportunità. Il risultato, nel mio caso, è che sto attendendo i nuovi episodi con molta più fiducia, cosa assai piacevole e quasi liberatoria per me come per qualsiasi altro appassionato dell’Agente 47.