Thalassa: Edge of the Abyss – Recensione

PC

Every night in my dreams”, cantava Céline Dion, cantante canadese che prestò la sua voce alle sinfonie di Hans Zimmer in Titanic. In Thalassa: Edge of the Abyss, però, a risuonare tra le onde dell’Atlantico sono i racconti di coloro che, a causa di un evento tragico e misterioso, sono naufragati assieme a quella nave, la Thalassa, perduta negli abissi più oscuri del creato, tra le alghe e l’oscurità del fondale oceanico

Sviluppatore / Publisher: Sarepta Studio / Team 17 Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: 1 agosto 2024

Sembra proprio che gli investigativi, da qualche anno a questa parte, stiano andando di gran moda nel panorama. Ammetto che dopo Nobody Wants to Die, opera trascendentale e intimista di Critical Hit Games, ne serviva un altro, molto meno brutale ma, al tempo stesso, comunque di grande impatto. No, fermi: non abusiamo con il termine “Walking Simulator”, che assieme a dei modi veloci per definire un genere anziché concentrarsi su cos’è davvero si finisce in un abisso di conclusioni affrettate. Tremendamente affrettate, purtroppo, come accade spesso quando il gameplay non è il solo a essere al centro del villaggio.

Con Thalassa: Edge of the Abyss, insomma, tutto parte da un contesto ben diverso rispetto a quello già conosciuto con l’avventura cyberpunk che ho citato poco più sopra. C’è di mezzo la dea Talassa, che per chi conosce Senofonte e non può fare a meno di amare i racconti sul mare e le sue leggende, sa bene quanto possa essere triste e abbandonata ai ricordi di un fato nefasto. Questa è però un’altra storia, ma meglio se chiarisco: è cosa traspare dai documenti che ho raccolto nel mio viaggio negli abissi come un moderno esploratore del Titanic, per l’appunto.

Un mare di ricordi in tutto e per tutto

Molte di quelle missioni, come ben sappiamo, non sono finite in modo affatto entusiastico. È appena passato un anno, se non erro, dall’implosione di un sottomarino inadatto alle profondità per raggiungere il relitto del transatlantico della White Star Line. Quanto raccontato in Thalassa: Edge of the Abyss, tuttavia, è ben lontano dalle dinamiche che hanno coinvolto al tempo il Titanic. Qui si parla d’amore, di tradimento, di una rete sfilacciata di eventi da legare per arrivare alla conclusione e giungere a un punto, quello che dettaglia la verità; anche se il più delle volte è un’amara, amarissima verità.

MILLEMILA STORIE IN UNA NAVE ALLA RICERCA DEI SOGNI

Il mistero del mare, da sempre, ha un suo fascino. Chiunque parte per un’avventura di qualsiasi, quando si tratta di andare alla ricerca di tesori e misteri perduti, non sa mai effettivamente cosa potrebbe aspettarsi. Era esattamente cosa si auspicava l’equipaggio della Thalassa, che aveva circa sette anni prima di inabissarsi a causa di eventi che è meglio non rivelare per evitare spoiler importanti. Era un equipaggio felice, composto da grandi professionisti e da amici che, nel bene e nel male, potevano contare gli sugli altri.

Fondali oceanici e tanto altro…

Era davvero così, però? O c’era qualcosa sotto a questo velo di falsi sorrisi, pacche sulle spalle e vane parole d’amore? Qualche settimana prima del naufragio, d’altronde, nessuno avrebbe mai immaginato potesse accadere qualcosa di assolutamente brutto. Si trovavano in quelle acque per qualcosa di grande e di unico: una scoperta sulla dea che avrebbe cambiato per sempre il loro futuro, portandoli agli allori. Cam, il protagonista di queste vicende, si ritrova a dover ripercorrere la storia della Thalassa interfacciandosi con i suoi ex compagni deceduti, conoscendo dei lati di loro che non pensava fossero così delicati.

O c’era qualcosa sotto a questo velo di falsi sorrisi, pacche sulle spalle e vane parole d’amore?

È una narrazione delicata, quella scelta da Serepta Studio, che accompagna delicatamente, mentre le bolle generate dalla maschera di Cam raggiungono la superficie, testimoniando che è ancora vivo. Costretto a dover apprendere più di quanto può sul passato della nave quanto dei suoi amici, Cam è sospeso tra la verità e la paura, prosciugato dall’afflizione che genererebbe un trauma ulteriore. È stato già vittima di una perdita avvenuta sotto ai suoi occhi, e che è presente nella prima parte del prologo, che presenta le vicende del giovane sommozzatore, l’unico sopravvissuto, assieme a Bailey, un suo vecchio amico, che vuole scoprire tutto sul naufragio della nave perduta.

La chitarra di Keymar è rimasta completamente intatta.

La storia è toccante, fresca e arricchita da vicende che si scoprono adagio, portando Cam a domandarsi se quelle persone perse per sempre le conoscesse realmente, o se fosse solamente un miraggio, lo stesso che vedeva quando perdeva inconsapevolmente la speranza. Il racconto è ben ritmato e piacevole, ben approfondito dalle storie dei personaggi e dai documenti che si trovano all’interno della nave naufragata.

L’AVVENTURA DI THALASSA: EDGE OF THE ABYSS

Esattamente come il recente Nobody Wants to Die, anche Thalassa: Edge of the Abyss è un’avventura in prima persona. Il gameplay è focalizzato sull’esplorazione e le analisi di prove, che si possono trovare nei vari scenari proposti all’interno del titolo, alcuni dei quali impressionanti. Se avete messo mano alle ultime iterazioni dedicate a Sherlock Holmes, è sicuro che nel titolo potreste trovarvi a vostro agio, considerando che tutto è focalizzato sulle prove che si raccolgono, sulle analisi di ciascun oggetto e sulla lettura dei documenti, da apprendere in modo oculato e preciso. La struttura ludica, insomma, riflette alcuni dei videogiochi più conosciuti che hanno incantato alcuni giocatori così tanto da non riuscire più a godere d’altro.

Esaminare gli oggetti è fondamentale.

È chiaro che, sebbene l’ispirazione sia palese ed evidente, il team abbia deciso di puntare sul sicuro e preferire un approccio certamente meglio definito, proponendo comunque bel modo di godere di un game semplice ed intuitivo. In avventure di questo calibro, d’altronde, è facile scendere in errore: lo studio di sviluppo ha costruito con bravura un ottimo sistema d’indagini, focalizzato sulla mappa mentale di Sherlock Holmes e di altre opere analoghe.

È chiaro che, sebbene l’ispirazione sia palese ed evidente, il team abbia deciso di puntare sul sicuro e preferire un approccio certamente meglio definito

Cliccando sopra i casi, da risolvere per arrivare a una conclusione in base alle prove raccolte, bisogna unire ogni puntino e tessere infine cosa si palesa. È bene quindi esplorare ogni sezione con la dovuta perizia, approfondendo al meglio ogni scenario e valutando tutte le casistiche. È originale, comunque, proporre un videogioco ambientato completamente sott’acqua. La struttura di gioco, oltre a risultare entusiasmante e profonda, si unisce alla narrativa in modo gradevole, con l’obiettivo di esaltare le trame e le sottotrame di ogni personaggio. Per quanto ricca e piacevole, insomma, l’opera resta su binari classici ma comunque ben delineati, preferendo giocare con la semplicità.

Luoghi angusti e pregni di ricordi.

Pur non proponendo nulla di effettivamente arzigogolato, la produzione colpisce nel cuore, affascinando anche grazie a una gradevole direzione artistica, sorretta da un buon impianto sonoro. È un racconto commovente, struggente e profondo, letteralmente profondo, capace di tramortire quanto di lasciare di stucco, pur non eccellendo più di tanto nel sistema ludico.

In Breve: Coinvolgente, profondo e immers… vabbè, scusate lo sketch, Thalassa: Edge of the Abyss è un racconto piacevole e particolareggiato che parte con l’obiettivo di dettagliare una storia dolorosa, composta dai vari membri dell’equipaggio, i quali hanno sottotrame interessanti. Il game design si concentra poi sull’offrire un ottimo modo per raccontarsi soprattutto a coloro che cercano un’esperienza discretamente longeva e intensa. È un videogioco che, tuttavia, poteva osare qualcosina in più.

Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: i5-12400F, 16 GB di RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Purtroppo, segnalo dei problemi di stuttering e di compenetrazioni che possono essere comunque risolti con una patch.

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Pro

  • Una storia intensa e commovente / Struttura di gioco semplice e ben implementata / Atmosfera perfettamente riuscita

Contro

  • Forse troppe compenetrazioni / Niente novità nelle dinamiche investigative
8

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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