Poi dici male di J.J. Abrams. Il Risveglio della Forza si è dimostrato un film dal grande cuore, capace di rinnovare le speranze riguardo l’universo di Guerre Stellari, nonché di svecchiare il franchise LEGO. È una frase forte, me ne rendo conto, specie dopo il mezzo passo falso di LEGO Avengers, un gioco nato sotto il segno del “more of the same” più becero, e funestato da una narrazione confusionaria e da qualche cattiva idea di troppo. Eppure LEGO Star Wars: Il Risveglio della Forza stupisce grazie a diverse buone intuizioni in grado di alzare l’asticella della qualità in un franchise oggettivamente restio ai cambiamenti.
MATTONCINI STELLARI
Allora, all’inizio c’è Poe che recupera parte della mappa e… No, non è proprio così! Contro ogni aspettativa, LEGO Star Wars: Il Risveglio della Forza inizia durante gli ultimi momenti della battaglia di Endor.
i filler sono uno degli aspetti più golosi
Un’esca impossibile da rifiutare per gli amanti di Guerre Stellari, ulteriormente insaporita dalle sezioni a bordo dei veicoli che non sono certo una novità per i fan dei Traveller’s Tales, ma nei vecchi giochi LEGO servivano più che altro per spostarsi velocemente nelle aree hub. Qui sono invece integrate nella narrazione, e spesso vantano livelli dedicati in stile railshooter o con navigazione libera, e il risultato è da applausi. Sarà merito degli effetti sonori e delle voci originali, sarà che a pilotare il Millennium Falcon tra le carcasse degli Star Destroyer su Jakku proprio non si può dire di no, ma questa nuova aggiunta mi ha davvero esaltato, complice una realizzazione grafica ben fatta e un sistema di controllo semplice ma reattivo, alla faccia di volpi stellari e comandi astrusi.
COPRIMI!
Un’altra novità sono le coperture che trasformano apposite sezioni dei livelli in un Gears of War a base di mattoncini, ovviamente con le dovute limitazioni: si tiene bassa la testa con il laser dei blaster che fischia attorno e si fa fuoco su tutto quello che il Primo Ordine ha da buttare nella mischia, boss compresi (con tanto di punti deboli da scoprire e attacchi speciali, per giunta).
In alcuni frangenti si apre la strada all’esplorazione e a enigmi sequenziali più complessi del solito
In alcuni frangenti si apre la strada all’esplorazione e a enigmi sequenziali più complessi del solito, dato che ogni configurazione può essere abbattuta in qualsiasi momento per recuperarne i pezzi, ma spesso le varianti servono solo come alternativa puramente cosmetica alla risoluzione di un enigma a senso unico. Un esempio tipo è rappresentato da quel soldato con lanciafiamme protetto da un campo di forza, da mettere KO dal basso con una trivella o distraendolo cuocendo una porzione formato famiglia di pop corn: alla fine lo metteremo al tappeto e potremo passare, a prescindere dalla strada scelta. Va comunque apprezzata l’idea, così come l’autosave che ha soppiantato del tutto, grazie a un buon numero di checkpoint, le vecchie console dove si poteva salvare la partita all’inizio di ogni scena. Alleluia!
Ora sì che si ragiona: LEGO Star Wars: Il Risveglio della Forza fa tesoro degli errori (e delle critiche) passati per confezionare il miglior gioco su licenza a base di mattoncini, ed è anche un tie-in sopraffino alla faccia del playset per l’ormai defunto Disney Infinity. Dall’alto delle innovazioni introdotte, si intravede un nuovo e incoraggiante inizio per il franchise, sempre a patto che le idee vengano sviluppate a dovere. Per il resto, la solita dotazione di personaggi ed extra sbloccabili terrà i completisti impegnati davvero a lungo. In un certo senso sarà un trauma tornare all’impianto più classico e conservatore quando, a settembre, uscirà qui da noi LEGO Dimensions con un considerevole ritardo rispetto al resto del mondo.