Luto – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

Luto è un incubo ad occhi aperti vissuto da una persona qualunque intrappolata nelle mura della sua casa da cui sembra non esserci uscita. La vera prigione e la vera paura però si nascondono altrove… e spetterà voi scoprire dove!

Sviluppatore / Publisher: Broken Bird Games / Selecta Play-Astrolabe Games Prezzo: 19,99 Euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store), Xbox Series X-S, PS5 Data di Uscita: 21 Luglio 2025

Per anni sono stato fan accanito di un celebre fumetto italiano che ha come protagonista un ben noto indagatore dell’incubo, alle prese mese dopo mese con zombie, vampiri, scienziati pazzi, cose venute da altri mondi, conigli assassini e via dicendo. Tra tutte queste (dis)avventure ne ricordo una con particolare terrore, una storia della durata di pochissime pagine, che riuscirono però a imprimersi indelebili nella mia mente come la più terrificante delle esperienze. L’eroe fuggiva da “qualcosa” all’interno di un centro commerciale e per riuscire a mettersi in salvo imboccava una scalinata di servizio.

Scendeva e risaliva per ore senza trovare porte o vie d’uscita e alla fine rimaneva intrappolato su questa scala, solo e destinato a una morte atroce. Un incubo simile viene raccontato in Luto, thriller psicologico che ricorda vagamente il famigerato P.T. e vede al centro della scena un signor nessuno di cui inizialmente conosciamo solo il nome, Samuel Hale. La sua epopea psicotica inizia di fronte ad uno specchio… rotto. Post-it con smile e messaggi apparentemente scritti da membri della sua famiglia fanno da bizzarro contrasto alle schegge di vetro sparse ovunque e all’immancabile pletora di pillole consumate non si sa da chi.

IL LABIRINTO INTERNO

Il tutorial iniziale permette di esplorare quella che sembra una classica casa coloniale americana a più piani, disordinata, vissuta ma che fin da subito tira fuori un’aura malsana. A quanto pare la prima cosa da fare è trovare le chiavi di casa per uscire e recarsi a lavoro, ma la porta non si apre e un improvviso glitch mi riporta di fronte a quello specchio in bagno. Il post-it con lo smile è sparito e da qualche parte si sente ticchettare un orologio. Le pillole sono ancora lì, anzi sembrano aumentate. Torno sui miei passi verso l’uscita e mi imbatto in uno scrigno chiuso, le chiavi perdute chissà dove.

Luto

Non ci sono mostri in Luto ma una presenza costante che vedrete di tanto in tanto. Non è dato sapere di chi si tratti… non prima di arrivare all’epilogo.

Ci penserò poi. Ritrovo le chiavi e mi dirigo nuovamente verso la porta ma lo squillo di un telefono attira la mia attenzione, dall’altra parte una voce minacciosa parla di qualcosa che non capisco e poi riattacca. Un altro glitch e ancora quel maledetto specchio. Torno indietro e la casa sembra cambiare sotto i miei occhi, le stanze si susseguono sempre uguali eppure diverse. Inizialmente sono dettagli ma poi appaiono porte che conducono a corridoi di pietra scarsamente illuminati che riportano in altre zone della casa con altri orologi che ticchettano.

Un thriller psicologico che ricorda il famigerato P.T. e richiama alla mente altri esponenti del genere, da Silent Hill a Layers of Fear

 Un corridoio che prima non avevo visto conduce ad una porta con una strana luce blu, non si apre, qualcosa la blocca dall’altra parte. Torno indietro e una rampa di scale mi riporta nel bagno di prima… che in realtà mi dovevo essere lasciato alle spalle. La mente inizia a fare strani scherzi, una lavagna mostra messaggi provenienti da qualcuno che conosco (mia moglie?) e delle strane figure rettangolari sembrano nascondere chissà quale codice. Sto impazzendo, decisamente. Continuo a percorrere stanze che riconosco ma che non dovrebbero essere lì, ritorno sempre nello stesso punto come in un maledetto loop senza fine… e che diavolo sono quegli orologi disegnati con il gesso attorno a quella maledetta porta che non si apre?

ALLUCINAZIONE PERVERSA

Quella che avete appena letto è solo una parte del mio viaggio all’interno di Luto. Non è possibile andare oltre senza incorrere in qualche importante spoiler, ma sappiate che ciò che vi aspetta è un’esperienza che poco ha a che fare con l’orrore manifesto. Non ci sono mostri che appaiono all’improvviso per farvi saltare sulla sedia, non sono previsti combattimenti e non dovrete neanche nascondervi per paura di essere ghermiti da mani scheletriche.

Luto

Prestate attenzione agli oggetti presenti nelle stanze perché spesso nascondono preziosi dettagli che vi aiuteranno a proseguire nella storia.

Anche gli enigmi sono ridotti all’osso ma mai banali nella loro linearità, una scelta fatta per non spezzare il ritmo della narrazione, che si avvale anche di una voce fuori campo che abbiamo identificato come la coscienza del protagonista. Ciò che vi accompagnerà per le circa 5 ore necessarie a portare a termine il gioco è una sensazione di disagio crescente, un’ansia che nasce dall’impossibilità di capire i “come” e “perché” vi trovate ininvischiati in una inquietante sequela di situazioni. Ogni tentativo di fuga vi porterà sembre più a fondo in un incubo psicologico che ha come matrice il dolore.

Ciò che vi accompagnerà per le circa 5 ore necessarie a portare a termine il gioco è una sensazione di disagio e ansia crescente

 In termini di gameplay siamo distanti dalla saga Konami, ma Luto e Silent Hill (in particolare il secondo) hanno una matrice assai simile: una discesa nell’inferno del subconscio umano e nella progressiva consapevolezza dell’assenza e della colpa, rappresentate dal ripetersi di gesti solo apparentemente sempre uguali. L’esperienza è breve, si finisce in una serata ma le tracce lasciate dopo i titoli di coda sono il vero valore aggiunto. Il valore produttivo di Luto è qualche gradino al di sotto di titoli come Layers of Fear o Silent Hill e anche dal punto di vista tecnico non ci troviamo di fronte a uno showcase da slogamento della mascella, ma la direzione artistica è eccellente e la resa finale complessiva più che apprezzabile. La storia viene raccontata con la giusta dose di pathos e il progressivo aumento della sensazione di disagio va di pari passo con il decadimento delle ambientazioni, raggiungendo infine l’obiettivo previsto una volta finito il gioco: farvi accendere la luce e uscire per respirare una ricostituente boccata d’aria.

In Breve: C’è un po’ di tutto in Luto. Vagando per infinite stanze e corridoi solo apparentemente uguali percepirete echi di Silent Hill, richiami al leggendario P.T. e riferimenti a tanti altri esponenti del genere horror-psicologico, da Layers of Fear al sottovalutato Reveil. Una discesa negli inferi della mente di breve durata, ma che lascerà strascichi nella vostra memoria anche dopo i titoli di coda.

Piattaforma Di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Il comparto tecnico di Luto non è di quelli da stracciarsi le vesti ma riesce a dare vita ad una messa in scena di ottimo livello. Sporariche incertezze in termini di fluidità di questa ennesima declinazione dell’ormai rodatissimo Unreal Engine è stato l’unico inciampo rilevato durante la prova, che tuttavia, visto il ritmo piuttosto blando del gioco, non hanno in alcun compromesso l’esperienza.

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Pro

  • Atmosfera, direzione artistica e sonoro sono di prim'ordine / La voce narrante e alcune “sorprese” sul finale

Contro

  • Bastano cinque ore (scarse) per arrivare alla fine / Fattore rigiocabilità prossimo allo zero / Localizzazione in italiano assente, ma potete scegliere il russo
7.8

Buono

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