MotoGP 23 – Recensione

PC PS4 PS5 Switch Xbox One Xbox Series X

MotoGP 23 segna una nuova epoca per il racing di punta di Milestone e celebra come meglio non potrebbe il ritorno di un pilota italiano sul tetto del motomondiale.

Sviluppatore / Publisher: Milestone / Milestone Prezzo: € 69,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Competitivo online e locale PEGI: 7 Piattaforma: PC (Steam), Xbox Series X|S, PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Switch Data di uscita: 8 giugno

È il 6 novembre 2022, Pecco Bagnaia conclude 9° il GP della comunità valenciana, un piazzamento a prima vista modesto che sugella però un risultato pazzesco, enorme. 7 punti. Abbastanza perché il circuito Ricardo Tormo si tinga prima di rosso Ducati e poi, idealmente, di bianco e verde, come non succedeva dal 2009, dall’ultimo titolo di Valentino Rossi. Un trionfo che sembrava non dovesse arrivare mai!




Non è realistico perché non coincide coi tempi di sviluppo videoludici, ma mi piace pensare che questa vittoria, attesissima e carica di puro godimento motoristico, abbia dato a Milestone la scossa per fare compiere un nuovo salto di qualità al titolo più prestigioso della sua line up, coronando un lavoro di costante miglioramento, limando millesimi, decimi e sverniciando infine i precedenti capitoli in staccata mettendo in pista tutto quello che ha.

UNA FISICA DA PROVA COSTUME

E per staccare più profondi degli altri ci vuole il mezzo, il fisico, ma soprattutto la fisica, che in questo ’23 si presenta più raffinata, muscolare, simulativa e profonda. Il pad non si tiene in mano, ci si aggrappa, si fa fatica, il posteriore dà e toglie il grip come un dio pagano, col DualSense che trasmette tutta la potenza del proprio bolide sui grilletti, col gas da gestire “aprendo” progressivamente in uscita di curva, senza far pattinare il posteriore, e il freno anteriore da ascoltare con attenzione, le vibrazioni che avvisano di una possibile e fatale perdita di aderenza, col trigger che sembra svuotarsi, allenta la resistenza e bam, giù per terra. È un attimo. Altrettanto pericoloso e fondamentale da imparare a gestire è l’ingresso in curva, momento di tensione massima che va affrontato con compostezza, stabilità, evitando di ondeggiare come una barca in balia del mare ma affondando le ruote nell’asfalto come fosse melassa, cercando aderenza come un rabdomante cerca l’acqua. E quando l’acqua la si trova davvero si guida sulle uova, si controlla ogni terminazione nervosa per evitare movimenti inconsulti che potrebbero far imbizzarrire la moto. Si sta talmente all’erta da non godersi neanche il bellissimo effetto grafico, dinamico, dell’asfalto fradicio.

MotoGP 23

Pista bagnata, IA battagliera, aiuti neurali disattivati: benvenuti all’inferno!

Va da sé che la differenza tra una curva bella rotonda, in punta di analogico, e un giro nella ghiaia, si gioca sul filo del rasoio, sulle sensazioni di cui sopra, sulla propria sensibilità, ai comandi di una simulazione implacabile ed esigente, capace di fare una cosa per nulla scontata, dare al giocatore il controllo del pilota e non della moto. Buttarsi nella San Donato arrivando a gas spalancato dal drittone del Mugello è una prova di coraggio che deve necessariamente essere precaria, carica di dubbi a cui va trovata una risposta in una frazione di secondo. La moto è pesante, ogni curva va anticipata, la sensazione di velocità è potente e la finestra di reazione è limitata, rendendo il gameplay sempre teso, soddisfacente e meravigliosamente stancante, con o senza aiuti neurali attivi.

la differenza tra una curva bella rotonda, in punta di analogico, e un giro nella ghiaia, si gioca sul filo del rasoio

Una scalabilità gestita in modo molto intelligente dagli sviluppatori, che interviene su parametri chiave come frenata, percorrenza in curva e accelerazione, con l’IA che entra in gioco a vari livelli, a seconda delle preferenze (disattivato, moderato, attivo), per aiutare il giocatore e rendere l’esperienza più sartoriale, in base alla propria abilità e umore. Problemi a gestire la piega? Ci pensa l’IA a trovare l’angolo giusto. Problemi a trovare il punto giusto per tirare i freni in staccata? L’IA inizierà a tirarli per voi. Funziona bene, è utile, ed è il preludio a un miglioramento generale dell’IA che, ovviamente, tira dentro anche il piatto forte; la competizione, le spallate, le sverniciate, date e ricevute.

LA CATTIVERIA ARTIFICIALE DI MOTOGP 23

Partiamo dai problemi: spesso i piloti avversari, a qualsiasi livello di difficoltà, sono un po’ kamikaze, un po’ Marquez. Non gli interessa se siamo andati lunghi e stiamo rientrando in pista o se stacchiamo troppo in anticipo: loro tirano dritti e capita che travolgano senza tanti complimenti il giocatore, costringendo al rewind (sempre disponibile, a meno di disattivarlo) e a qualche insulto rivolto con naturalezza al colpevole. Capita anche di trovare piloti che in qualifica facciano scaldare le gomme in piena traiettoria, cosa che può essere abbastanza fastidiosa. Problemi presenti, assolutamente da migliorare, non eccessivamente stressanti perché non matematici ed equilibrati dallo spettacolo che l’IA garantisce in gara, quando si vedono i piloti scambiarsi posizione, azzardare una traiettoria diversa, aggredirci (senza speronarci) al primo dubbio, infilandosi in spazi angusti, evitando “trenini” e contribuendo alla tensione che ci accompagna fino alla bandiera a scacchi. Anche qui la prestanza degli avversari è scalabile in modo millimetrico, evitando quindi frustrazioni eccessive e tenendo fede all’idea di una simulazione dedicata a tutti, dove il piacere del sorpasso la deve fare da padrone.

Gomito a gomito, sempre e comunque, spesso mandandosi a quel paese.

Questo apre la finestra anche sulle novità della modalità Carriera, motore dell’esperienza, che ruota tutta intorno al concetto di rivalità tra piloti, influenzata tanto dal nostro atteggiamento in pista quanto nel paddock, stilizzato nel MotoGP Wall, una sorta di social esclusivo per i piloti dove, dopo ogni gara, posteranno impressioni, insinuazioni, complimenti e vere e proprie accuse (sempre ben scritte), alle quali rispondere in modo pacifico o decisamente antipatico. Il rapporto con gli altri piloti determinerà poi la possibilità di approdare nei loro team a fine stagione e, soprattutto, la possibilità di collaborare con quelli della stessa casa madre allo sviluppo della moto, ricevendo di conseguenza più o meno aggiornamenti su cui lavorare durante i test.

Nonostante la componente narrativa della Carriera sia per lo più testuale e parametrica, contribuisce a creare un contesto sempre stimolante in vista della prossima gara

Nonostante questa narrativa sia per lo più testuale e parametrica, contribuisce a creare un contesto sempre stimolante in vista della prossima gara, dove una dichiarazione che mette in dubbio il nostro modo di guidare si trasformerà, chiaramente, in una voglia di battere quel pilota nel modo più spettacolare possibile, guadagnando oltretutto punti extra che contribuiscono alla nostra crescita e a rafforzare il nostro nome nel circus. Partire da gregario, diventare prima guida, sentirsi desiderato dai top team, puntare al titolo, mentre infuria intorno quel turbine di screzi e alleanze che è tipico del motociclismo. Intrigante e ben presentato nella sua semplicità.

IL CONTROLLO È NULLA SENZA LA POTENZA (TECNICA)

MotoGP 23 alza anche il livello tecnico della serie e lo fa in tutti i suoi aspetti. Dai colori vibranti al meteo dinamico che influisce pesantemente sul gameplay (costringendo spesso al Flag to Flag) ed esalta la bellezza degli effetti atmosferici, con nuvole d’acqua che si alzano in modo molto scenografico (stessa cosa si può dire della polvere, quando si pizzica l’erba o si tira proprio dritto nelle vie di fuga) con la carena che diventa talmente lucida da mettere in risalto una modellazione poligonale che mira al fotorealismo. Grandissima cura è stata riposta infatti sull’illuminazione e sui riflessi, che donano al gioco un look decisamente più elegante, limando quegli spigoli che erano ancora presenti nelle scorse edizioni.

MotoGP 23

La nuova illuminazione garantisce un colpo d’occhio eccellente.

Forse però l’aspetto fondamentale dal punto di vista tecnico è la qualità delle animazioni, coi piloti che reagiscono in modo realistico, plastico, fluido, accompagnando i movimenti della moto con estrema naturalezza, nobilitando così il sistema di controllo con un feedback visivo fondamentale e credibile.

C’è ancora del lavoro da fare sulle animazioni in fase di caduta, ma il risultato globale è in ogni caso degno di nota specie su PC e current gen

Va fatto ancora del lavoro sulle animazioni in fase di caduta, piuttosto innaturali e con un eccessivo effetto “manichino” che trasforma anche la più innocua delle scivolate in uno spettacolo abbastanza macabro. Il risultato è in ogni caso degno di nota, soprattutto, va da sé, giocato su PC e console current gen (nel mio caso PlayStation 5), con 60fps garantiti e 4K raggiunti in scioltezza, come fosse un giro di prova.

In Breve: MotoGP 23 è il salto di qualità di cui la serie Milestone aveva bisogno. Non si parla di rivoluzioni, non sarebbe realistico pensarlo, ma di miglioramenti consistenti in tutti gli aspetti caratteristici del titolo, dalla verve simulativa passando per una Carriera coinvolgente, da un comparto tecnico di alto profilo alle sensazioni fisiche e mentali della gara, dove l’IA mostra nuovi comportamenti nonostante alcuni problemi resistano ancora. Un racing di livello, probabilmente la miglior simulazione motociclistica di sempre e una goduria per chi, sul divano, è abituato a stare in piedi!

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Giocato su PlayStation 5, 4K e 60fps, nuova illuminazione, texture migliorate ed effetto pioggia notevole, per un MotoGP davvero solido.

 

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Pro

  • Da guidare è goduria assoluta, con vari step di aiuti neurali che permettono a chiunque di entrare / Carriera coinvolgente e dalle molte variabili / Tecnicamente solidissimo

Contro

  • IA migliorata che, però, si concede ancora qualche comportamento bizzarro
8.8

Più che buono

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