Quando si parla di un porting bisognerebbe concentrarsi sulle performance più che sull’opera, andare a vedere “com’è, come gira” più che cosa voleva dire l’autore – dopotutto lo ha già detto. Ma come puoi farlo, davanti ad un’opera come NieR Automata?
Sviluppatore / Publisher: Platinum Games / Square Enix Prezzo: 39,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: 6 ottobre 2022
Giocando NieR Automata su Switch non ho potuto fare a meno di pensare ad un’opera che con Automata ha in apparenza poco in comune: Hellblade. Sì, sono due giochi usciti entrambi nel 2017 ed entrambi raccontano usando la lingua del videogioco che abitualmente chiamiamo gameplay, ma finisce qui.
In Hellblade non siamo Senua, siamo voyeur intrappolati nella sua testa consci che non dovrebbero essere lì, eppure ci restano. In Automata invece siamo 2B, siamo 9S, siamo anche quei personaggi che il gioco non ci lascia giocare. E allora che c’entra Hellblade? C’entra che anche Hellblade è un’opera che ad un certo punto ha provato a decostruirsi pur di uscire su Nintendo Switch. QLOC non era riuscita a replicare la magia di Ninja Theory sull’ibrida Nintendo. Questa volta la storia però è diversa: Virtuos ha messo a frutto tutta la sua esperienza di porting su Switch.
2B OR NOT 2B
NieR Automata su Switch è sorprendente. Con ancora negli occhi il già citato porting di Hellblade o i compromessi a 540p di The Witcher 3 ci si sarebbe potuti aspettare una riedizione di serie B, anche perché va detto, la versione PC del gioco è ancora oggi tutto meno che eccezionale e anche l’originale su PS4 prendeva alcune scorciatoie raggiungendo i 1080p solo su PS4 Pro.E invece Virtuos ha fatto un grandissimo lavoro, che scende giocoforza a qualche compromesso ma consegna ai giocatori un port decisamente giocabile. Il più grosso limite è quello dei fotogrammi al secondo: laddove le altre versioni girano a 60 fps Switch si accontenta dei 30 frame, per quanto stabili.
Virtuos ha fatto un gran lavoro, che scende giocoforza a qualche compromesso ma consegna ai giocatori un port decisamente giocabile
Nel complesso è difficile non promuovere il lavoro di porting: Virtuos ha tagliato dove aveva senso tagliare, scegliendo compromessi che non intaccano l’anima e il fascino originale di Automata. A differenza di altre operazioni del genere si può consigliare senza grosse riserve a chi fino a questo momento ha mancato il rendez-vous con Yoko Taro di iniziare da qui: questa The End of YoRHa Edition per Switch non è un demake, ma un modo come un altro di fare conoscenza con 2B. E forse è addirittura meglio farlo su Switch che su PC, visti i problemi della versione Steam del gioco.
TARO DA MORIRE
Quando si parla di un porting bisognerebbe concentrarsi sulle performance, si diceva. Il problema nel caso di NieR Automata è che è impossibile fermarsi alla resa a schermo, come sarebbe un errore fermarsi al design imperfetto di tanti suoi aspetti o al vuoto di qualche suo ambiente. Automata è Yoko Taro, e come con Yoko Taro è problematico averci a che fare.È un gioco che decide di indossare una maschera e non prendere la vita sul serio nemmeno quando si tratta del futuro stesso della Proprietà Intellettuale, ma che proprio per questo riesce a usare tutto lo spettro delle emozioni umane laddove i videogiochi spesso e volentieri si concentrano su quelle più immediate.
È un gioco che decide di indossare una maschera e non prendere la vita sul serio
L’errore in Automata diventa un elemento parlante, un modo di veicolare emozioni e sensazioni anche a costo di prendere strade che in una recensione possono portare ad un voto più basso perché siamo abituati ad un videogioco che è soprattutto gioco, soprattutto ludo, e in quanto tale deve essere di intrattenimento. A posteriori è facile adesso dire che la battaglia è stata vinta e un passaggio importante è stato proprio il 2017 – che non a caso è l’anno della prima release di NieR Automata.
L’errore in Automata è un elemento parlante, un modo di veicolare emozioni e sensazioni
In Breve: Ci si poteva aspettare Waterloo, è stata una Austerlitz. Davvero difficile immaginare una versione per Switch di NieR Automata migliore di quella che Square Enix ha portato sugli scaffali. Parliamo di un gioco uscito nello stesso anno dell’ibrida Nintendo e che sulle console della scorsa generazione prendeva diverse scorciatoie pur di farcela, eppur si muove. O meglio, gira.
Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: Il vero miracolo rimane aver fatto girare in qualche modo Doom Eternal su un hardware che sembrava vecchio già all’uscita, ma qui Virtuos ci è andata molto vicina. Gran porting, nonostante i 30 frame al secondo.