One Piece Pirate Warriors 4 – Recensione

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One Piece Pirate Warriors 4 è il miglior Musou in circolazione, frase che potrebbe farvi lanciare soldi contro lo schermo o chiudere qui la recensione, qualora siate denigratori del genere

Con oltre quaranta personaggi giocabili, One Piece Pirate Warriors 4 si presenta come una vera e propria enciclopedia in salsa picchiaduro delle avventure di Rufy e soci, impreziosita da un sistema di combattimento rivisto e corretto che non mancherà di incuriosire anche chi crede di conoscere a menadito i Musou. È tutto estremamente più dinamico e interessante grazie all’introduzione dei combattimenti aerei: il pulsante del salto può infatti interrompere in qualunque momento una combo per proiettare i nemici coinvolti per aria, pronti per essere bersagliati da una serie di attacchi in volo che mutano enormemente da un personaggio all’altro.

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Nei panni dei personaggi giganti il senso di scala è garantito dalle ridotte dimensioni dei nemici.

La fluidità è garantita in questi frangenti dal nuovo indicatore della resistenza, che permette di compiere dannosi scatti con cui inseguire i nemici sbaragliati, innescando successivamente una nuova raffica di colpi: quando si prende la mano e si riesce miscelare per bene tutte le opzioni belliche con la dovuta competenza, il risultato è galvanizzante, con il contatore delle combo che raggiunge senza problemi numeri a quattro cifre!

Quando si prende la mano il contatore delle combo raggiunge senza problemi numeri a quattro cifre!

E non è mica finita qui: i guerrieri sono suddivisi in quattro categorie (potenti, veloci, tecnici e aerei) che differiscono per specifiche abilità, gestione dell’indicatore della resistenza e una serie di vantaggi attivabili scatenando la cosiddetta Esplosione alla massima potenza. Fa parte del set di quattro tecniche speciali da portare in battaglia, liberamente configurabile tra una missione e l’altra pescando da un ricco catalogo di colpi e trasformazioni che risulteranno immediatamente familiari dai fan di One Piece; lo sviluppo dei personaggi – già che siamo in ballo – procede attraverso una sorta di sferografia dove i nodi sono sostituiti da isole collegate tra di loro, “raggiungibili” spendendo berry e particolari medaglie da ottenere soddisfacendo determinate condizioni.

UNA FORZA CAPACE DI DISTRUGGERE IL MONDO

Stiamo parlando delle Mappe della Crescita, suddivise in due tipi: la prima, generale, offre bonus comuni all’intero roster, mentre le seconde (meglio usare il plurale…) sono dedicate ai singoli energumeni e permettono di espandere il repertorio di combo e acquisire nuove tecniche o vantaggi passivi. Capita che alcune abilità possano essere conquistate in determinati frangenti per motivi di regia, giacché la modalità storia (Diario narrativo) inizia dalla remota saga di Alabasta per arrivare alla recente Wano, concedendosi però il diritto di saltare alcuni archi narrativi come Skypiea oThriller Bark.

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L’ultima volta che ho assistito a questa scena non è andata troppo bene per Ace…

Niente paura però, perché le saghe trattate dal gioco (per la cronaca Abasta, Enies Lobby, Dressrosa, Whole Cake Island e Wano) compiono un apprezzabile lavoro nel condensare in oltre trenta missioni i momenti più importanti della serie come il salvataggio di Ace o la disperata fuga dall’arcipelago di Sabaody, supportando il tutto con un buon numero di intermezzi animati realizzati molto bene che sapranno presentare a fan e profani i momenti più memorabili partoriti dalla vulcanica mente di Oda grazie a un ottimo uso di doppiaggio e musica, quest’ultima a mio parere più riuscita rispetto all’anonima abbuffata di j-pop ascoltata nel precedente Pirate Warriors 3.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • La formula e il caos dei Musou in gran spolvero.
  • Presentazione audiovisiva solida.
  • Mole di contenuti massiccia.

Contro

  • Se non amate i Musou, questo non farà nulla per starvi simpatico.
  • Caricamenti un filo lunghi.
8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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