Persona 5 Strikers – Recensione

PC PS4 Switch

È UN PECCATO CHE, AL DI FUORI DEL METAVERSO, SIANO SPARITE QUELLE ATTIVITÀ CHE RENDONO LA SERIE PERSONA TANTO INTRIGANTE

È un po’ un peccato, perché l’esperienza di Omega Force si vede eccome, imbandendo scontri divertenti dove coinvolgere anche gli elementi scenici, detonando oggetti o facendo crollare sulla testa dei nemici elementi dello scenario in combattimenti che difficilmente stancano, anche dopo decine di ore. Ai sette (Futaba torna come navigatrice ma non può essere direttamente utilizzata) protagonisti si uniscono due nuovi personaggi; Sophie è un’AI che assume forma antropomorfa nel Metaverso dal design francamente blando, mentre Wolf è ben più interessante con il suo stile di lotta che offre un intrigante compromesso tra attacchi vampirici e potenti colpi che richiedono un vero e proprio sacrificio di sangue per essere usati. È l’alter ego di Zenkichi Hasegawa, un agente della prefettura di Kyoto ottimamente caratterizzato grazie a una solida scrittura che si conferma come uno dei punti forti del gioco, assieme all’accompagnamento sonoro che eredita e arricchisce la tracklist di Persona 5 contribuendo a donare al racconto autenticità e un forte legame con gli eventi passati.

UNA CITTÀ VUOTA

Peccato che, fuori dal metaverso, siano scomparsi gli incontri e le attività che rendono i Persona “classici” tanto intriganti, a parte l’indispensabile Velvet Room: tutti gli acquisti vanno fatti online dall’hub (il gioco giustifica questo con il periodo estivo, dove i vecchi negozianti sono via per vari motivi) e i legami vengono rafforzati solo tra i membri del party proseguendo con la storia o salendo di livello, al fine di sbloccare potenziamenti per l’intero gruppo. Ogni località raggiunta è dunque messa assieme da un paio di ambientazioni dove acquistare oggetti locali e ricette non reperibili altrove, sacrificando la sensazione di trovarsi all’interno di città vive e ricche di segreti e trasmettendo la mesta impressione di visitare una serie di scenografie senz’anima ad ogni tappa del viaggio.

persona 5 strikers recensione

Morgana, Ryuji e Futaba nella loro personale interpretazione di un certo film con Di Caprio. Lo spirito della loro precedente avventura resta assolutamente intatto.

MANCA PURTROPPO ANCHE UN ENDGAME DEGNO DI NOTA

Da segnalare l’assenza di un endgame degno di nota, con un nuovo livello di difficoltà ottenibile dopo i titoli di coda assieme alla possibilità di usare Wolf sin dall’inizio, un po’ poco per gli standard di Omega Force considerando il roster non proprio generoso, il tutto unito a una resa non troppo esaltante su Switch, con un framerate che viaggia sui 30fps (con una fluidità complessiva comunque superiore a quella vista in L’Era della Calamità) e un aliasing particolarmente evidente in modalità handheld. Abbastanza per porre questa versione un gradino in basso rispetto a quanto visto su PS4, anche se purtroppo non è prevista alcuna ottimizzazione per la nuova ammiraglia SONY, qualora foste riusciti a strapparne una dagli artigli dei bagarini.

In Breve: Persona 5 Strikers mi è piaciuto, ma probabilmente lo avrei trattato con un filo di freddezza in più se non avessi investito un quantitativo di ore vergognoso nell’ultima avventura dei Ladri Fantasma. Il segreto per amarlo è tutto qui, assieme alla volontà di accantonare i classici combattimenti a turni a favore di un’azione arcade molto buona, ma che sarebbe potuto essere migliore con qualche ritocco. Discreto, complessivamente.

Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: Qualche scatto nei momenti in cui lo schermo è letteralmente soffocato dall’azione è comprensibile; un po’ meno il costante clipping, presente su fondali tutto sommato neppure troppo spettacolari.


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Pro

  • Un vero e proprio nuovo capitolo per le avventure dei Ladri Fantasma / Lo stile del gioco originale è ancora qui, con un sonoro eccezionale / Azione arcade veloce, dinamica e esaltante...

Contro

  • … ma sarebbe stata necessaria qualche smussatura / Persona senza le interazioni sociali mette un po' tristezza / Tecnicamente non perfetto.
7.5

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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