È UN PECCATO CHE, AL DI FUORI DEL METAVERSO, SIANO SPARITE QUELLE ATTIVITÀ CHE RENDONO LA SERIE PERSONA TANTO INTRIGANTE
UNA CITTÀ VUOTA
Peccato che, fuori dal metaverso, siano scomparsi gli incontri e le attività che rendono i Persona “classici” tanto intriganti, a parte l’indispensabile Velvet Room: tutti gli acquisti vanno fatti online dall’hub (il gioco giustifica questo con il periodo estivo, dove i vecchi negozianti sono via per vari motivi) e i legami vengono rafforzati solo tra i membri del party proseguendo con la storia o salendo di livello, al fine di sbloccare potenziamenti per l’intero gruppo. Ogni località raggiunta è dunque messa assieme da un paio di ambientazioni dove acquistare oggetti locali e ricette non reperibili altrove, sacrificando la sensazione di trovarsi all’interno di città vive e ricche di segreti e trasmettendo la mesta impressione di visitare una serie di scenografie senz’anima ad ogni tappa del viaggio.

Morgana, Ryuji e Futaba nella loro personale interpretazione di un certo film con Di Caprio. Lo spirito della loro precedente avventura resta assolutamente intatto.
MANCA PURTROPPO ANCHE UN ENDGAME DEGNO DI NOTA
In Breve: Persona 5 Strikers mi è piaciuto, ma probabilmente lo avrei trattato con un filo di freddezza in più se non avessi investito un quantitativo di ore vergognoso nell’ultima avventura dei Ladri Fantasma. Il segreto per amarlo è tutto qui, assieme alla volontà di accantonare i classici combattimenti a turni a favore di un’azione arcade molto buona, ma che sarebbe potuto essere migliore con qualche ritocco. Discreto, complessivamente.
Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: Qualche scatto nei momenti in cui lo schermo è letteralmente soffocato dall’azione è comprensibile; un po’ meno il costante clipping, presente su fondali tutto sommato neppure troppo spettacolari.
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