Gli scontri a turni diventano quasi un dialogo, pungente, offensivo, alla ricerca del punto debole degli avversari
Qui il dialogo diventa meno metaforico e più pratico, qualche frase per convincerle a passare da guardie a ladri, momenti assurdi e straordinari. Momenti di umanità, empatia e rabbia di cui Persona 5 Royal è intriso, perché è un racconto che parla di persone e le lascia parlare, le persone (e le Personae), con una verbosità deliziosa come lo è raramente, con una quantità imponente di dialoghi che scorrono grazie a una scrittura sopraffina, per la prima volta nella serie tradotta in un italiano praticamente perfetto e assolutamente contemporaneo. Senza paura di essere volgare e lasciandosi andare di tanto in tanto ad una certa enfasi melodrammatica spiccatamente nipponica, usata con perizia. Thriller paranormale, profumato di noir e poliziesco, mescolato alla commedia drammatica della vita scolastica.
Situazioni brutali, argomenti spinosi e atroci, diluiti in una quotidianità che per forza di cose deve andare avanti, letteralmente giorno per giorno

Architettura della perversione, tanto disgustosa per quello che (volutamente) rappresente, quanto affascinante a livello artistico
Persona è riscatto sociale, ribellione, vivere punk attraverso le esperienze di personaggi traumatizzati, psicologicamente provati, tratteggiati con la delicatezza di chi sa di cosa sta parlando.Esperienza di vita che inevitabilmente parla anche di noi, ormai dissolti nell’opera come Aspirina nell’acqua, travolti e coinvolti come accade raramente, tra blitz nel Metaverso e passeggiate nella fluorescente Shinjuku, lavori part-time, esami e affari loschi, allenamenti e appuntamenti.
parte delle attività extra-Metaverso si sviluppa attraverso scenette statiche, spesso impreziosite da dialoghi a scelta multipla
J-PUNK
È poi esteticamente che l’opera trasforma tutta la sua filosofia, le sue idee, in qualcosa di fisico e tangibile come un pugno in un occhio. Dai menu ai Palazzi, dalle Personae a tutto ciò che accade in battaglia è tutto over the top, esagerato, un misto tra la cultura punk britannica e lo stile giapponese, J-Rock, più spinto e splendidamente cafone, in contrasto con la grigia e spossata quotidianità che ci circonda. Un immaginario incredibile, affascinante e ammaliante, tutto contrasti, tra psicologia e pop art, filosofia e volgarità. Da perderci la testa.

Il lavoro fatto dai traduttori italiani è encomiabile e le scelte di linguaggio più colorite sono perfette.
Colori acidi, abbigliamenti improponibili (le divise dei Ladri Fantasma sono di un pessimo gusto raro e ci scherzano pure sopra), contaminazioni fumettistiche, esplodendo poi in dungeon che sono qualcosa di contorto come può essere dare forma a una psiche malata e perversa. Ogni elemento d’arredo e macabro dettaglio è messo lì per raccontare i sentimenti distorti del nostro bersaglio, per colpire duro, giocando non solo con la direzione artistica ma soprattutto col level design, che fa scivolare via l’esplorazione come fosse cosparso di vaselina, fluido e stimolante. Divertentissimo e asservito a uno stile di gioco stealth che ben si sposa al concetto di rapina e che, pragmaticamente, serve a cogliere di sorpresa le ombre e guadagnare un vantaggio in battaglia. Tesori nascosti, puzzle tematici, stanze segrete, safe room dove riposare e salvare, passaggi nascosti e acrobazie rampino alla mano.
Continua nella prossima pagina…