Remnant II : The Forgotten Kingdom – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

Continua il supporto a Remnant 2 con il secondo DLC The Forgotten Kingdom che segue fedelmente l’idea di contenuto aggiuntivo già proposto con The Awakened King: nuove armi, nuovi boss, nuovi dungeon, un nuovo archetipo e tante ore di gioco da aggiungere al già nutrito contenuto base.

Sviluppatore / Publisher: Gunfire Games/Arec Games Prezzo: 9,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Co-op online PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X/S  Data di lancio: Disponibile

In questo DLC ci avventureremo nuovamente nel bioma di Yaesha, mondo ricco di storia e di minacce al netto della bellezza che si dipana tra la fitta e brillante vegetazione. Come sempre, dal cristallo del Ward ci avventureremo in questa nuova porzione di mondo per seguire una storia inedita che ci porterà a indagare sul passato di Yaesha, di un’antica tribù precedente all’arrivo dei Pan e di una divinità che reclama la sua vendetta.

Nuovo viaggio e nuove sfide per il nostro eroe che questa volta, oltre al classico nuovo arsenale da cui attingere una notevole potenza di fuoco, c’è anche un nuovo archetipo con con divertirsi, l’Invocatore.

REMNANT 2 THE FORGOTTEN KINGDOM, RITORNO A YAESHA

La nuova mappa di Yaesha si sviluppa nella rielaborazione specialmente nei nuovi dungeon. Questi infatti beneficiano di un level design notevolmente diverso dalle altre realizzazioni del gioco, con delle mappe sviluppate su più livelli, sfruttando tantissimo la verticalità di alcune zone, rendendo anche mai troppo semplice l’accesso a delle aree specifiche. Va anche sottolineato come Remnant II è sempre stato un gioco che richiede un certo grado di collaborazione e impegno per essere portato a termine. Al netto dei sempre brillanti puzzle ambientali, i nuovi dungeon sono sicuramente più stimolanti sulla carta, portando però un netto incremento della difficoltà almeno sul piano degli scontri.

Un nuovo PNG ci introdurrà ai suoi studi su un’antica civiltà Pan.

In alcuni momenti mi sono ritrovato letteralmente accerchiato da tantissimo nemici di grado campione che continuavano a spawnare senza sosta. Non era un bug, semplicemente un modello di gioco che mi richiedeva di liberare alcune zone della mappa, piene di nemici, per poter accedere alle successive. Non nego che la sfida in alcuni momenti ha raggiunto grandi valore di tedio, per poi riuscire a muovermi meglio appena ottenuto e appreso il nuovo archetipo dell’Invocatore, sicuramente sfizioso.

PIACERE, INVOCATORE

L’Invocatore alla base sfrutta una serie di poteri che richiamano la zona di gioco. Quasi fosse una sorta di sciamano elementale, questo nuovo archetipo posso confermare che si muove egregiamente tanto sul fronte del supporto che della semplice forza offensiva. Parte del divertimento dell’Invocatore deriva dalla possibilità di poter attingere ad almeno due cariche per le abilità uniche, dunque al primo utilizzo, potremo riutilizzare subito una seconda volta la stessa abilità invece che attendere il classico cooldown.

Il set dell’Invocatore in tutto il suo splendore.

Le stesse abilità donano incrementi di velocità alla squadra, attingendo all’uso dei poteri elementali utili per spazzare più nemici di fronte a noi. Non da meno è anche l’utilizzo dell’arma corpo a corpo indicata per l’archetipo, capace di ottenere una carica sul fattore critico, ma come facilmente potete immaginare, l’Invocatore è un archetipo abilissimo da lontano, ma sulla breve distanza si rivela ben troppo debole, dando il meglio dunque nelle retrovie. Certo, c’è la possibilità di risolvere la situazione con la già citata percentuale di critico in pieno bonus e l’utilizzo di altri poteri elementali – e sembra che le intenzioni iniziali dell’archetipo fossero proprio quelle di creare una classe ibrida tra attacco, difesa e supporto per poi declinare tutto ad una quarta soluzione – ma si tratta di un rischio che in presenza di massicci nemici, non ripaga come dovrebbe.

IL SOLITO BUON PACCHETTO

Remnant 2 The Forgotten Kingdom è il secondo ottimo DLC di Remnant II che offre esattamente quel che ci si può aspettare da un prodotto del genere, seguendo perfettamente la linea produttiva già vista nel precedente DLC. La forza di un costo estremamente accessibile – con 10€ ve lo portate a casa – è perfettamente calibrata con il contenuto che viene venduto, che vi ruberà ulteriori 10-12 ore di gioco in più. Un ottimo motivo per tornare su Remmant II (non che ne mancassero di motivi), tantissimi altri segreti da affrontare e scoprire, ma sembra che il ciclo vitale del gioco in qualche modo sia arrivato alla fine.

Lydusa è un boss ostico, con tante fasi di scontro.

Forse è un po’ troppo presto per un titolo che farà un anno questa estate, ma a DLC concluso si ha sempre la sensazione di aver giocato una parentesi aggiuntiva e nulla più. Il sogno proibito ora sarebbe un contenuto aggiuntivo grosso, pagato anche a prezzo più alto, capace anche di ribilanciare gli equilibri del gioco, quel tanto che serve per farmici dedicare altre 70 ore di gioco come fatto la scorsa estate.

In Breve:  The Forgotten Kingdom è il “classico” ottimo DLC di Remnant II. Classico perché riprende una formula di contenuti aggiuntivi già vista, senza nulla di apparentemente nuovo: nuova zona di mondo, nuovi dungeon, nuovi boss e il nuovo archetipo dell’Invocatore con cui divertirsi. Il costo è basso, la longevità alta e il divertimento sempre fresco, ma vicini al suo primo anno di vita sarebbe ottimo tentare una carta più forte per il futuro di Remnant 2.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Nulla da segnalare sull’ammiraglia Sony, gioco fluido e infrastruttura online forte.

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Pro

  • Il nuovo archetipo dell'Invocatore/Prezzo Budget/Nuovi contenuti per nuove ore di gioco...

Contro

  • ...ma è il classico DLC di Remnant II/Curva della difficoltà mal calibrata/Nel futuro serve una forte rivoluzione
7.3

Buono

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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