C’era una volta un survival horror che si distinse come capolavoro e, allo stesso tempo, come modello da stravolgere per la deriva sparatutto dei successivi due capitoli. C’era una volta è c’è anche oggi, con Resident Evil 4 VR, porting in realtà virtuale non irreprensibile ma divertentissimo.
Sviluppatore / Publisher: Armature Studios, Capcom / Capcom, Oculus Studios Prezzo: N.D. Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile Su: Oculus Quest 2 Data di Lancio: 21 ottobre
C’è stato un momento, appena messo mano a Resident Evil 4 VR, in cui mi ero rassegnato a un “cimelio da museo” giocabile in realtà virtuale, un titolo troppo datato per funzionare nella nuova e iper-immersiva veste, nonostante l’indubbia bontà della conversione.
In quei frangenti ero anche cosciente che un simile risultato non è per forza connesso a un vetusto impianto visivo; chi ha letto la mia prova sulla mod Quake VR di TGM 384 sa bene quanto abbia apprezzato il porting amatoriale di un gioco ben più datato, con appena l’aiutino di un texture pack HD, grazie alla fattura certosina dei nuovi elementi interattivi ma anche al ritmo di gioco, tanto forsennato da farti dimenticare le pochezze poligonali. Ma la sensazione è rientrata, con la stessa forza con cui aveva fatto capolino: distratto dalle caratteristiche VR, colpevolmente avevo quasi dimenticato gli elementi che hanno reso Resident Evil 4 uno dei capitoli più amati, anche grazie ai drastici ammodernamenti voluti da Shinji Mikami.
Livelli perfettamente bilanciati fra scoperte dell’esplorazione e tattica dei combattimenti, ricca ma ponderata varietà dell’equipaggiamento, strategia d’azione che fa il paio con l’urgenza di cambiare armi durante gli scontri, storia evocativa rispetto a stilemi horror senza tempo e, in generale, un game design che riesce ancora a bucare lo schermo e, oggi, a entrare senza tregua nel visore di Quest 2 (esclusiva per all-in-one, niente PC VR), o negli Oculus Touch che muovono freneticamente le mani di Leon.
RESIDENT EVIL 4 VR: PAURA DI OSARE O SAGGEZZA?
Guardando alla qualità del porting, qualsiasi dubbio sull’obiettivo di Capcom e Armature Studio viene fugato: opzioni dei controlli e comfort VR sono così curati da far pensare che ogni elemento che ci riporta all’originale sia lì per precisa volontà e opportunità progettuale.
Le opzioni VR sono così curate da far pensare che ogni elemento che ci riporta all’originale sia lì per precisa opportunità progettuale
Si tratta di una specie di dichiarazione d’interni, stilisticamente condivisibile al di là dei gusti personali: la struttura (più o meno) survival horror dei vari Resident Evil non ha mai avuto niente a che fare con le immersive sim, nemmeno oggi che l’ottavo capitolo – quello che più di tutti ha ripreso ritmo e atmosfera dal quarto capitolo – ha proseguito sulla strada della soggettiva restando, però, decisamente canonico in tanti aspetti. Difficile immaginare un concept così conservativo in realtà virtuale, eppure Resident Evil 4 VR riesce a risultare di nuovo spassoso e veloce nella rilettura di tante caratteristiche di gameplay, ad esempio nella manipolazione dell’inventario coi controller cinetici, o anche nel fisico districarsi tra orde e opportunità ambientali.
QUEL CHE C’È, QUEL CHE MANCA
Non avendo bisogno di aggiungere altro sul gioco in sé, è giusto descrivere più nel dettaglio le opzioni di Resident Evil 4 VR dedicate alla realtà virtuale, e cosa possono comportare sul gameplay. Come dicevo poco sopra, c’è un po’ di tutto: è possibile giocare col teletrasporto, occludere i bordi della visuale o girarsi a scatti, triade ormai tradizionale per limitare il motion sickness, oppure al contrario spostarsi liberamente con la levetta analogica, eliminare il fastidioso “tunnel” offuscato e ruotare fluidamente il nostro campo visivo.
Nel movimento libero e nella gestione delle armi risiede la possibilità di avvicinarsi relativamente – mai del tutto, comunque – alle possibilità dell’originale: nel primo caso si può decidere di eliminare lo strafe laterale (ma non di fermarsi in punto quando si mira, in VR sarebbe terribile), nel secondo di gestire l’equipaggiamento attraverso una selezione a comparsa o un sistema “Immersive” per afferrare fisicamente granate, strumenti di cura e armi da diverse parti del corpo, ricaricando i gingilli con movimenti simil-realistici che, tuttavia, rimangono sempre attenti alla velocità dell’azione: è possibile ricaricare interamente lo shotgun inserendo una sola cartuccia, per dirne una.
A LIVELLO DI SFIDA FORSE SI POTEVA OSARE DI PIÙ
D’altra parte, l’azione resta molto divertente e la difficoltà si abbassa in modo ragionato, senza mai annullarla, a lato di una versione Quest che fa bene il suo lavoro anche sotto il profilo visivo: la qualità delle texture è soddisfacente, seppur non al livello che si sarebbe potuto ottenere su PC VR, mentre l’interattività unita al ritmo dell’azione riesce a far sorvolare sulle vecchie animazioni e la pochezza poligonale, inevitabilmente più riconoscibili in realtà virtuale. Casomai, se anche la durata è ragguardevole per la media della VR, dispiace di più per il mancato inserimenti dei contenuti aggiuntivi: già, niente missioni con Ada Wong e niente Mercenaries, con una scelta che magari potrà essere modificata in futuro a seconda del successo del porting (o, chissà, con DLC già programmati), ma fa parte del limiti che ho sentito di dover mettere in conto nel giudizio finale, comunque molto positivo.
In Breve: Resident Evil 4 VR si dimostra un porting in realtà virtuale sfaccettato e rispettoso, senza spingere l’acceleratore verso elementi sim che male si sposerebbero con l’originale. Un piccolo sforzo aggiuntivo avrebbe potuto rialzare l’asticella della difficoltà, implementando qualche dettaglio un pelo più realistico, e dispiace per il mancato inserimento dei lauti contenuti secondari, tra i pochi aspetti pigri di una conversione altrove eccellente. Il risultato complessivo, tuttavia, rappresenta l’ulteriore celebrazione di un capolavoro, agevolmente capace di splendere anche in VR.
Piattaforma di Prova: Oculus Quest 2
Com’è, Come Gira: Magari Resident Evil 4 VR non avrà le texture al livello degli ultimi porting HD del gioco, ma l’effetto è comunque efficace e la fruizione è alle stelle non solo come gameplay, ma anche come caricamenti quasi istantanei sull’SSD di Quest 2.