Resident Evil Village segue il solco tracciato dall’ottimo settimo capitolo rivolgendo al tempo stesso lo sguardo al passato
OSCURI SEGRETI
Questi vaghi elementi simil-RPG (aggiunti a quelli già presenti in RE7) sono presi quasi di peso dal più volte nominato RE4… ricordate le galline, i gioielli nascosti, i bersagli blu e via dicendo? Anche qui troverete sfide simili, che spezzeranno un po’ il ritmo e la tensione ma saranno comunque divertenti da portare a termine. L’elemento “ricerca” è solidamente presente anche in Village, la mappa infatti è piena di casse da rompere, porte da sbloccare, passaggi segreti e scrigni da aprire. Ovviamente vale come sempre la regola “più è rischioso, maggiore è la ricompensa” quindi dovrete farvi due conti perché spesso conquistare i tesori migliori significa affrontare combattimenti in netta inferiorità numerica o contro avversari molto pericolosi e resistenti, che potrebbero anche costarvi un bel po’ di munizioni o peggio.

Avevate per caso nostalgia degli zombie? Questi non sono esattamente quelli classici ma le loro teste esplodono che è un piacere.
Fa parte del gioco, ma purtroppo questo discorso ci porta a evidenziare con un po’ di amarezza uno degli elementi di cui abbiamo sentito maggiormente la mancanza, la componente survival. Fin dagli albori la saga horror Capcom ci ha costretti ad acrobazie degne di un artista circense per risparmiare proiettili e non sprecare oggetti curativi. Resident Evil 4 ha modificato questa tendenza, rendendo l’elemento action più importante, e i giochi successivi l’anno seguita spesso esasperandola con risultati pessimi come in RE6.
A DIFFICOLTÀ NORMALE, LA COMPONENTE SURVIVAL SI FA SENTIRE POCO
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