In un mondo in cui i pochi eletti dotati di poteri magici vengono discriminati, due maghi dalle ideologie opposte si incontrano in una Tokyo distopica, invasa dalla droga e in cui vige il coprifuoco. In Reynatis ne vedrete di tutti i colori.
Sviluppatore / Publisher: Furyu Corporation / NIS America Prezzo: introvabile Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam), Switch, PS4, PS5 Data d’uscita: 27 settembre 2024
Merlinofobia s. f. [dal greco “Merlino”, tizio con la bacchetta magica e “phobos”, paura]: sentimento di avversione generica e indiscriminata verso individui dediti all’apprendimento delle arti magiche. Non cercate conferma nel dizionario, solo i più aggiornati annoverano questo neologismo che descrive esattamente ciò che ci aspetta in Reynatis, 3D action JRPG in terza persona che punta tutto su storia e combattimenti, sviluppato da Furyu Corporation e distribuito da NIS America. In un 2024 alternativo, la magia esiste ed è praticata da un ristretto numero di persone. Preoccupato dal fenomeno, il governo emette il Criminal Magic Response Act per impedire di utilizzarla, introducendo anche il coprifuoco notturno.
Ci troviamo a Shibuya, quartiere di Tokyo flagellato dal massiccio utilizzo di una droga che trasforma le persone in mostri, nel quale sta iniziando a comparire la Nebbia, portale verso un mondo alternativo chiamato Another, governato dalla Gilda, congrega di maghi dalle vedute antigovernative che pianifica un colpo di stato. Equilibri delicatissimi pronti a finire in frantumi per un nonnulla, e la popolazione che decide di ignorare il coprifuoco andandosene bellamente a spasso nottetempo potrebbe essere un ottimo pretesto. In questa situazione si incrociano le vite di due maghi: Marin, da sempre oppresso a causa dei suoi poteri e ora determinato a ribellarsi al sistema, e Sari, amante della giustizia, consapevole che non tutti i suoi colleghi hanno buone intenzioni e dunque sostanzialmente favorevole al CMRA. Cosa potrebbe mai andare storto?
REYNATIS, LA PRIMA REGOLA DELLA MAGIA È NON PARLARE DELLA MAGIA
La storia è molto avvincente con personaggi e situazioni al limite dell’impossibile, come in tutte le produzioni del Sol Levante, ma se pensate di farvi un giretto per Shibuya in stile open world, quasi come se Reynatis fosse un GTA con le magie, purtroppo siete fuori strada. Il quartiere è diviso in tanti pezzettini grandi quanto un pugno di isolati in cui, a parte gli incontri dettati dallo script, non accade quasi nulla se non battibecchi con i tossicodipendenti e visite nei negozi per acquistare prevalentemente fonti di punti vita da consumare durante i combattimenti. NPC dotati quasi tutti della stesse tre o quattro skin si aggirano per le vie semi deserte ignorandoci bellamente o assegnandoci qualche semplice quest secondaria, a meno che non riveliamo il nostro status di mago; in quel caso estrarranno lo smartphone per immortalarci nei social inondandoli con fiumi di indignazione, peggio che se stessimo passeggiando tossendo allegramente ai tempi del Covid.
Qualora la nostra (im)popolarità raggiungesse un livello tale da catturare l’attenzione dell’esercito, arriverebbe un plotone di soldati armati fino ai denti pronti a farci fuori. Tentare di risponder loro è inutile, soprattutto ai primi livelli, e conviene lasciarsi uccidere per poi ricominciare prestando maggior attenzione, dato che la morte comunque non porta alcun malus. Oppure utilizzare il banalissimo stratagemma di dirigersi verso un’altra zona e rientrare in quella incriminata, scoprendo che come d’incanto le persone si sono dimenticate di quanto appena accaduto e la nostra popolarità si è resettata. L’esplorazione non è certo il punto forte della produzione.
FORTUNATAMENTE SI COMBATTE TANTO
Quando non siamo impegnati nella visione di lunghe ma interessanti cutscene e di poco avvincenti peregrinazioni da un waypoint all’altro, ci scontriamo con i nemici. Il sistema di combattimento di Reynatis è costruito sul dualismo tra Soppressione e Liberazione. Nella prima modalità non possiamo infliggere danni, ma siamo dotati di un’eccezionale abilità di evasione: quando stiamo per essere colpiti da un attacco a distanza, il tempo si ferma per un istante dandoci una chance in più di evitarlo, mentre nel corpo a corpo l’inquadratura cambia mostrando un gigantesco timer che se bloccato al momento giusto attiva una schivata epica, ovvero una tecnica speciale esclusiva per ogni personaggio che manda clamorosamente a vuoto il nemico.
Burlarsi in questo modo degli avversari – c’è addirittura chi si scatta un selfie proprio un istante prima dell’impatto – accresce una barra di attacco che, una volta passati a Liberazione, ci permette di rispondere per le rime con combo brutali che possono arrivare a un centinaio di colpi consecutivi, con tanto di abilità speciali soggette a cooldown. Si può switchare a piacimento tra una modalità e l’altra, e dopo le prime due orette abbondanti di gioco anche tra un party di tre personaggi, per un totale di sei stili di combattimento. Aggiungiamo boss oversize e una discreta AI che muove i nemici per cercare di circondarci e tenerci a debita distanza, e venire alle mani sarà sempre un piacere.
LE DOLENTI NOTE
Lo stratagemma del mondo Another, appartenente a un’altra dimensione, permette a Reynatis di portarci fuori dal contesto urbano di Tokyo lungo lande di tutti i tipi, dalla lussureggiante foresta al deserto infuocato, passando per antiche rovine. Sfortunatamente tutte soffrono, in misura ancor maggiore, del problema che affligge Shibuya: la loro presenza non ha uno scopo reale se non farci deambulare qui e lì per assistere a cutscene e prendersi a pugni. Il risultato porterà i giocatori a correre rigidi lungo i binari della main quest per vedere cosa succede dopo questo o quell’evento, invece di godere del piacere dell’esplorazione.
Un ulteriore aspetto che si sarebbe potuto migliorare è il comparto grafico, che ci riporta ai tempi della PS3; i personaggi sono ben realizzati nello stile Bishōnen, ma sull’ammiraglia Sony – anzi, ex ammiraglia ora che arriva la PRO – dei modelli così lowpoly con texture piatte generano qualche perplessità. Furyu non ha mai puntato sulla tecnica, quindi sicuramente Reynatis non è il gioco che mostrerete ai vostri amici per flexare la potenza della macchina, però è in grado di narrare storie avvincenti, per chi avrà la pazienza di seguirle.
In Breve: Reynatis offre una storia interessante e dei combattimenti all’ultimo sangue con un sistema di dualismo tra difesa e attacco che impegna a dovere, soprattutto nelle boss fight con mostri giganteschi. Purtroppo esplorare Tokyo e il mondo parallelo Another non è altrettanto coinvolgente, dato che a parte rare situazioni si rivela poco più di un walking simulator. Tecnicamente non è eccellente, con modelli e texture che ricordano quanto vedevamo su PS3, però almeno non ci sono rallentamenti o perdite di frame. Se siete alla ricerca di una trama ricca di personaggi carismatici, potrebbe fare al caso vostro.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: La PlayStation ha smesso di parlarmi, offesa perché a suo dire l’avrei trattata come una PS3. I dialoghi in giapponese obbligano all’attenta lettura dei sottotitoli, disponibili in inglese.