Sakura Wars – Recensione

PS4

La stagione dei ciliegi: fiori che sbocciano sugli alberi, Sakura Wars in arrivo su PS4 (antico haiku, autore sconosciuto)

Sviluppatore / Publisher: SEGA / SEGA Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PlayStation 4

Chiunque abbia posseduto un Saturn la conosce di fama. Anche se non avete dimestichezza con il giapponese, è impossibile che non vi siate imbattuti in schermate dedicate alla saga di Sakura Taisen tra le pagine delle riviste anni Novanta, probabilmente ammaliati dalle sue splendide protagoniste, tratteggiate dal leggendario Kosuke Fujishima, l’autore di Oh, Mia dea! che ogni appassionato di manga ricorderà con affetto dalle pagine di Kappa Magazine. Una serie che ha fatto impazzire il Giappone generando code chilometriche e inventari esauriti in un battibaleno all’uscita di ogni nuovo episodio, nata dalla dedizione di Shoichiro Irimajiri di SEGA e dal suo desiderio di donare al Saturn un valido antagonista all’inarrivabile offerta di Square Soft su PSX, in un mondo in cui Panzer Dragoon Saga e Grandia non esistevano ancora.

LA GUERRA DEI PETALI DI CILIEGIO

Questo perché Sakura Taisen (Sakura Wars, d’ora in poi) è da sempre stato considerato un gioco poco appetibile ai palati gaijin, tanto che per giocare il primo episodio ufficialmente adattato in una lingua priva di ideogrammi abbiamo dovuto attendere il 2007 con Sakura Wars: So long, My love, adattamento del quinto capitolo Sakura Taisen V – Saraba, itoshiki hito yo.

Un azzardo giocato scommettendo tutto sulla popolarità di piattaforme come PS2 e Wii, che purtroppo ha restituito poco o nulla a livello di vendite. Perché Sakura Wars è in effetti un gioco cucito a puntino per i gusti dei giapponesi di allora, invaghiti del “simulatore di appuntamenti” Tokimeki Memorial di Konami.

Sakura Taisen ha fatto impazzire il Giappone, generando code chilometriche e inventari esauriti all’uscita di ogni nuovo episodio

Generalmente tutti i giochi della serie mettono il protagonista nei panni di un giovane militare che si trova al comando di un’unità top secret (Hanagumi, o Flower Division che dir si voglia) composta da bellissime ragazze, dedite all’arte teatrale e al combattimento di demoni su pittoreschi robot steampunk per proteggere Tokyo in una versione alternativa dell’epoca Taisho.

Sakura Wars Recensione

Gli attacchi speciali sono sottolineati da queste belle animazioni, che però vengono a noia piuttosto in fretta.

Il nostro Sakura Wars su PlayStation 4 non sfugge alla regola, presentando un cast nuovo di zecca in un’avventura inedita ambientata anni dopo le vicende narrate sulle piattaforme SEGA, non risparmiando però una nutrita serie di ammiccamenti al cast e alle vicende originali per far contenti i fan e incuriosire una nuova generazione di adepti.

Il nuovo Sakura Wars presenta un cast nuovo di zecca alle prese con un’inedita avventura, ambientata anni dopo i titoli originali

Solo che le nuove leve non se la passano granché bene, animate da un sano entusiasmo che non riesce a compensare la goffaggine sul palcoscenico; per peggiorare le cose, sono costrette a pilotare antiquati koubu (i robot a vapore di cui sopra) incapaci di difendere la capitale come si deve, tanto che il compito ricade spesso e volentieri sulle spalle degli energici quanto altezzosi membri della divisione di Shangai.

Sakura Wars Recensione

L’azione non è mai sufficientemente coinvolgente, ma l’iconico mecha design fa ancora la sua figura.

L’onere di rimettere le cose a posto diverrà dunque un lavoro a tempo pieno per Seijiro Kamiyama, giovane ufficiale della Marina dal passato tragico, trasferito a capo della sgangherata unità proprio alla vigilia di una sorta di olimpiade che coinvolgerà i gruppi di difesa provenienti da tutto il mondo.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Un nuovo capitolo della leggendaria serie Sakura Wars!
  • Direzione artistica complessivamente buona.

Contro

  • Struttura di gioco lineare e priva di varietà.
  • Sequenze arcade prive di mordente.
  • Trama stucchevole e poco coinvolgente.
6.7

Sufficiente

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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