Il gioco offre uno schema di gioco estremamente lineare e limitato, inframmezzato da brevi quanto insipide fetch quest all’interno di aree dotate di un’interattività ridotta all’osso
Sakura Wars è fondamentalmente una visual novel con visuale in terza persona, dove Seijuro esplora il Teatro Imperiale di Ginza e una manciata di locazioni periferiche alla ricerca di punti d’interesse utili a far proseguire la storia, provvidenzialmente segnalati su una sorta di smartphone distopico. Nel mentre, affascinanti pulzelle attendono solo di essere corteggiate grazie al LIPS (Live & Interactive Picture System), un sistema di dialogo a scelta multipla dove è possibile decidere l’intensità delle parole, rivoluzionario all’epoca e direttamente ereditato in questa nuova iterazione. Si tratta di uno schema di gioco estremamente lineare e limitato, inframmezzato da brevi quanto insipide fetch quest all’interno di aree dotate di un’interattività ridotta all’osso, tanto che, teatro a parte, le locazioni visitabili non presentano possibilità di esplorazione, negando addirittura la semplice rotazione della telecamera.

Quella specie di cellulare punta sempre e comunque verso i prossimi punti di interesse, riducendo le possibilità di esplorazione.
Artisticamente le interazioni tramite schermate fisse apprezzate negli episodi precedenti cedono il passo a modelli poligonali discreti, stavolta caratterizzati dal tratto di Tite Kubo (Bleach) che personalmente non riesce neppure lontanamente ad avvicinarsi alle iconiche illustrazioni di Fujishima, mentre le loro animazioni appaiono a volte esagerate e innaturali, come se gli interlocutori fossero attori alle prime armi in preda al bisogno di gesticolare a tutti i costi.
SÌ, MA QUANDO SI COMBATTE IN QUESTA GUERRA?
Sakura Wars è una serie che deve il successo alla somma delle sue parti: le sue eroine sono tanto affascinanti quanto letali al comando dei koubu, e nei capitoli precedenti le battaglie contro i demoni avvenivano in semplici strategici a turni. I tempi sono cambiati, e i tabelloni hanno ceduto il passo a un sistema di combattimento arcade in terza persona chiaramente ispirato ai Musou che tanto piacciono in patria, solo enormemente più sedato. Il numero dei nemici su schermo è assai inferiore a quello degli ispiratori sfornati da Omega Team, mentre le combinazioni tra attacchi deboli e forti sono limitate, due elementi che contribuiscono a rendere i combattimenti estremamente fiacchi.

Ogni tanto fa capolino qualche sequenza anime: complessivamente la direzione artistica resta un punto di forza.
Non aiuta la mancanza di un sistema di lock che rende il confronto con i nemici aerei inutilmente problematico (pare sia stato introdotto in una patch, al momento non ancora disponibile in Europa), mentre lo scatto che attiva un rallentamento à la Bayonetta può essere abusato senza limiti, banalizzando un sistema di per sé sufficientemente trascurabile. Il punto debole del gioco risulta proprio la trama, stucchevole e difficilmente godibile

In certi momenti il LIPS permette di dosare l’intensità delle parole. Esagerare non è sempre consigliato.
Per lo meno è presente il salvataggio automatico che scatta dopo ogni singolo evento, un elemento apparentemente irrisorio, tuttavia benvenuto come un’oasi nel deserto, considerato che precedentemente era necessario sorbirsi sessioni di gioco lunghissime prima di mettere in sicurezza i nostri progressi.
In Breve: Sakura Wars su Saturn era un titolo rivoluzionario che pescava da generi allora popolarissimi in Giappone, scritto da una sorta di dream team con lo scopo di realizzare un prodotto di alta classe destinato alla cultura otaku, senza compromessi. I tempi passano e i gusti si evolvono: il gioco su PS4 prova maldestramente a offrire qualcosa di nuovo con i suoi deboli combattimenti arcade, dimenticando di evolvere l’anima stessa del gioco, lineare e monotona al punto di scandire un ritmo a tratti soporifero nelle venti ore circa necessarie per arrivare al termine dell’avventura. Il risultato è un prodotto di nicchia , assai difficile da consigliare a chi non mastica pane e anime dalla mattina alla sera. Ah, come avrete capito leggendo la nostra scheda tecnica il gioco è interamente in Inglese: considerato che bisogna leggere una dose massiccia di testo, tenete presente anche questo aspetto al momento di sganciare la pecunia.
Piattaforma di Prova: PlayStation 4 PRO
Com’è, Come Gira: Nulla da segnalare sul fronte della fluidità: Sakura Wars è un gioco tecnicamente modesto, e lo scarso numero di avversari su schermo nelle sezioni arcade non mina in alcun modo una stabilità sempre e comunque impeccabile.
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