Secret World Legends è complicato da raccontare, nella misura in cui, anche nella sua nuova versione, resta evidentemente un prodotto animato da due componenti quasi in conflitto: da un lato la voglia di raccontare una storia collettiva attraverso un’ambientazione che elabora in maniera molto interessante ispirazioni lovecraftiane, chiari riferimenti al Mondo di Tenebra e tante leggende metropolitane cospirazioniste in chiave dark, e dall’altro la necessità di proporre un gameplay interessante per gli appassionati di MMO.
Cinque anni fa, all’epoca dell’uscita di The Secret World, titolo di cui Legends è una sorta di reboot, ci trovavamo davanti a un MMORPG fatto e finito, che aveva ragione d’esistere proprio grazie all’ottimo lavoro di scrittura svolto da Ragnar Tørnquist (l’autore, per intenderci, della saga di The Longest Journey e Dreamfall), ma che è finito per naufragare a causa di una gestione non esattamente esemplare da parte di Funcom. Per allargare la nicchia di affezionati e incalliti giocatori, attivi soprattutto off game con teorie sul background e il lore del gioco, nel 2013 Funcom ha prima abolito il canone mensile, ma ha cominciato a vendere DLC sostanzialmente “obbligatori” per continuare la linea narrativa, indispettendo non poco i fan di vecchia data. In ogni caso, il fatto che Secret World sia sopravvissuto fino a oggi è sintomo di un potenziale ancora da sfruttare, e con questo reboot Funcom ha provato a fare un po’ d’ordine.
COSPIRAZIONI CONDIVISE
Il grandissimo vantaggio di Secret World Legends è la sua roadmap, che pian piano permetterà a tutti di godersi l’intero arco narrativo pensato da Funcom e gli sviluppi, attraverso tutte le Issues (i famosi DLC di cui parlavamo) che verranno aggiunte in maniera gratuita ai contenuti disponibili, garantendo continuità almeno fino a 2018 inoltrato. Questo aspetto, unito a un modello freemium assolutamente non sbilanciato (leggasi: si può giocare gratis, serenamente) e alla conversione del titolo in un MMO dalle meccaniche molto più leggere rispetto al passato, rende sicuramente il lavoro della software house norvegese molto più appetibile al grande pubblico, anche e soprattutto a chi da sempre è stato intrigato dal setting urbano estremamente affascinante.
il modello freemium e la conversione del titolo in un MMO dalle meccaniche leggere rende il lavoro di Funcom molto più appetibile al grande pubblico
Anche la svolta action del combattimento, purtroppo, non riesce a rivitalizzare un sistema di gioco tutto sommato canonico, che soffre tantissimo il peso degli anni e si limita a fare il suo dovere, senza troppe pretese. Personalmente, invece, ho gradito il tentativo di offrire diverse variazioni sul tema nel corso delle quest, segno di una cura dei particolari che va comunque apprezzata e che, pur scontrandosi con una cornice tecnica oramai sorpassata, comunica un senso di progressione che riesce spesso (ma non sempre) a staccarsi dalla solita collezione di fetch quest tipica di molti MMORPG gratuiti.
Infine, il passaggio dal complesso sistema della ruota delle abilità a progressione orizzontale senza classi a un più verticale e tradizionale approccio ad albero e livelli, a mio avviso, appiattisce un po’ lo sviluppo del personaggio, ma è anche vero che rientra molto più nella logica di un titolo da sbocconcellare in allegria con gli amici nelle sere d’estate, dove sostanzialmente si segue la campagna per il gusto di andare avanti e godersi le intelligenti trovate sparse in giro ed esplorando un mondo che, soprattutto nell’ambientazione egizia, resta comunque sempre interessante.
IL LATO OSCURO
Tutto sommato, il fatto di essere un titolo di cinque anni fa pesa non poco sull’esperienza, e se – come detto – il combattimento basato sul mirino, hit box generose e schivata compulsiva dopo un po’ diventa semplice routine, allo stesso modo il sistema di loot è davvero abbozzato e poco attraente.
l’impalcatura di rete è stata ristrutturata con istanze accorpate su un unico megaserver
Quello che resta, dunque, è un MMO incredibilmente atipico, che da un lato è immediato per gratuità e semplicità del gameplay, ma che dall’altro richiede la voglia di immergersi completamente in un mondo estremamente dettagliato e ricco di testi da leggere e dialoghi da ascoltare. Una situazione paradossale, che rende la creatura di Tørnquist un prodotto di nicchia che a tratti mostra una via nuova, radicale e incredibilmente raffinata di intendere i videogiochi online, ma che nel complesso resta un’esperienza altalenante e con qualche criticità di troppo.
Il reboot – con l’arrivo di Tokyo, del PvP su scala più ampia e di tante altre aggiunte in futuro – potrebbe sicuramente riservare qualche sorpresa, ma soprattutto potrebbe essere un’occasione per testare l’ambientazione e alcune dinamiche su un pubblico più ampio, magari in previsione di un MMO urban fantasy che ne sfrutti l’eredità. In questo senso c’è tanto da scoprire e, soprattutto, sono convinto che diverse soluzioni viste in Secret World Legends farebbero faville in un contesto generale migliore. Il potenziale del prodotto, cinque anni dopo, è lo stesso dell’epoca, ma continua a non essere sfruttato a pieno. Il suo essere gratuito rende comunque appetibile Secret World Legends per chi, magari, ha un gruppo di amici con cui godersi le splendide atmosfere dell’ambientazione e vuole provare un MMO abbastanza originale.
Secret World Legends semplifica e rende accessibile a tutti i contenuti di cinque anni di uno mondi online più interessanti in termini di lore e storytelling. La bellezza di alcune quest e la possibilità di godersi tutta la storia principale (da soli o in compagnia degli amici) lo rendono un piacevole action RPG online con cui sollazzarsi, ma cinque anni sono tanti dal punto di vista tecnico, e la trasformazione del sistema di gioco non riesce a svecchiare troppo un titolo che resta comunque rigido e non particolarmente ficcante in termini di meccaniche. Rimane il rimpianto per un titolo che avrebbe potuto essere molto più che un piacevole diversivo, ma Funcom non ha mai trovato del tutto il bandolo della matassa fra meccaniche MMO ed esperienza story driven.