Star Wars: Bounty Hunter – Recensione

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Tanto tempo fa, in un panorama videoludico lontano lontano, veniva pubblicato Star Wars: Bounty Hunter in concomitanza con Star Wars: L’Attacco dei Cloni. C’era ancora Jar Jar Binks che non stava mai, c’era pure Obi Wan Kenobi che aveva tutti capelli e c’era Jango Fett, protagonista del videogioco, che sparava talmente bene da attirare le attenzioni del conte Dooku e di Darth Sidious.

Sviluppatore / Publisher: Aspyr Media / Aspyr Media  Prezzo: 17,99 euro Localizzazione: Presente Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data d’uscita: Già disponibile

Questa è la Via, dicevano i Mandaloriani nei momenti più solenni. È una frase che Jango Fett, però, non ripete mai quando ce n’è bisogno. Non lo ha fatto nel 2002, ma non lo ha fatto neppure oggi, ora che il suo nome, per un numero esagerato di motivi che non sto qui ad elencare, è così importante nell’Universo creato da George Lucas che qualcuno potrebbe volere di più, tanto di più, magari un videogioco sul maestro di Anakin Skywalker o qualcosa su qualche altro personaggio – Cade Skywalker, per esempio, ma questo è chiedere troppo.

Tra poco, d’altronde, è in arrivo un videogioco ambientato nell’Orlo Esterno, con una nuova protagonista e l’Impero più arrabbiato che mai. Da un cacciatore di taglie, dunque, si passerà a una giovane contrabbandiere, anche lei costretta a vivere ai margini della società. Eppure, per Jango Fett non è mai stato sempre così: corteggiato dai Sith, dal Conte Dooku e da Darth Sidious, diede il proprio sangue per la creazione dell’esercito della Repubblica composta da coloro che avevano la sua stessa fisionomia, nonché i suoi talenti.

Tra poco, d’altronde, è in arrivo un videogioco ambientato nell’Orlo Esterno, con una nuova protagonista e l’Impero più arrabbiato che mai

Prima non è stato sempre così, prima era diverso: prima, tra i grattacieli di Coruscant e le pozze venefiche di qualche pianeta nell’Orlo Esterno, Jango Fett doveva sbancare il lunario in ogni modo.

PRIMA DELL’ATTACCO DEI CLONI

Ambientato tra La Minaccia Fantasma e l’Attacco dei Cloni, Star Wars: Bounty Hunter s’inseriva come un videogioco nettamente diverso da tanti altri dedicati alle proprietà intellettuali di George Lucas. Non s’impersonava un Jedi né un Sith, bensì un personaggio diverso, lo stesso Jango Fett, un cacciatore di taglie che sa come uccidere e in che modo portare a termine i suoi contratti. Al tempo, Star Wars: Bounty Hunter ricevette un buon consenso, pur non svettando tra i capitoli migliori del franchise per quanto riguarda i videogiochi. Aspyr Media, esperto massimo di rifacimenti e di remastered, come ha dimostrato con Tomb Raider I-III, si è occupato di riportare in vita al meglio un videogioco molto importante per Star Wars e l’immaginario a esso collegato.

Qui non si scherza.

L’avventura del cacciatore di taglie parte da un pianeta qualsiasi, con lo scopo di catturare l’ennesima preda in fuga. Un compito come un altro, per Jango Fett, che si ritrova tuttavia improvvisamente in una complessa rete di eventi, tra l’oscurantismo, la criminalità e l’ambizione del signore dei Sith. La storia, ben diversa dalle caratteristiche classiche per cui Star Wars è conosciuta, segue invece un approccio diverso, condensato e diretto, con l’obiettivo di mostrare la cupezza di un mondo brutale, in cui è tutto sul filo del rasoio. Si tratta di uno stile narrativo che, al tempo, fu molto apprezzato, tanto da essere talvolta ritenuto una prova concreta del cinismo di Jango Fett.

L’avventura del cacciatore di taglie, in tal senso, parte da un pianeta qualsiasi, con lo scopo di catturare l’ennesima preda in fuga

Il suo approfondimento, per l’appunto, è particolarmente riuscito. È un uomo che, trovandosi a doversi barcamenare in un mondo di assolutismi, deve pensare al meglio per lui. È descritto come un antieroe, un rinnegato, e viene mostrata la sua fragilità: nonostante le sue vittorie, è un uomo solo, costretto a doversi guadagnare per non rischiare di finire la sua esistenza nell’Orlo Esterno. È forse la sua ambizione che lo condurrà, come raccontato ne L’Attacco dei Cloni, a sfidare l’Ordine Jedi e a mettersi dalla parte dell’esercito separatista.

STAR WARS: BOUNTY HUNTER, COME RIPORTARLO IN VITA

Il rifacimento di Aspyr Media, realizzato ammodernando la grafica e sistemando alcuni dettagli pesanti in termini di sostenibilità degli scontri, è buono. È un lavoro che ha coinvolto soprattutto il game design, da ritoccare per renderlo più al passo con i tempi. In tal senso, con Star Wars: Bounty Hunter si sta parlando di un TPS di quelli classici. Il giocatore dispone di svariati gadget da utilizzare per avanzare, oltre alle pistole o, semplicemente, a una corda elettrificata per catturare i fuggiaschi e i ricercati.

Un amico o… un nemico?

La visuale in terza persona consente di avere sempre l’occhio su cosa accade davanti a sé. A risultare ben realizzato, con tutti gli effetti al loro posto, è il gunplay della produzione. Il sistema è intuitivo, poiché permette di utilizzare un lock-on per bloccare i nemici e, in seguito, ucciderli. È un sistema funzionale allo scopo che serve, peraltro, per sfoggiare salti e acrobazie di vario tipo. Il protagonista dispone di un jet pack da usare per evitare i colpi nemici. Selezionando la difficoltà più elevata, non ho trovato affatto grosse difficoltà a gestire gli scontri. Ho comunque impiegato del tempo a dover imparare a colpire al meglio gli avversari, davvero numerosi nei vari scenari proposti all’interno dell’opera, con un ottimo numero di situazioni da affrontare. Cosa non ho apprezzato molto, purtroppo, è quando si tratta di avvicinare la visuale per colpire i nemici. Talvolta questa azione non permetteva di eseguire gli scontri in modo fluido, costringendomi a dover usare un altro approccio, per affrontare cosa avevo davanti. Esattamente come nel film, Jango Fett dispone anche di un lanciafiamme, capace di rendere gli scontri più interessanti, prendendosi il tempo giusto per eseguire al meglio la combinazione di azioni.

Preferivo volare.

È un game design che, al tempo, era ottimo; al giorno d’oggi, tuttavia, tende a essere da svecchiare ulteriormente. Non si poteva tendenzialmente fare molto di più sul resto. Le ambientazioni ora sono migliorate per via delle texture, ripulite a dovere per dare un bel colpo d’occhio. Vedere l’armatura di Jango Fett che riflette per via dei vari neon di Coruscant mostra anche il buon lavoro svolto sull’illuminazione.

Il rifacimento di Aspyr Media, realizzato ammodernato la grafica e sistemando alcuni dettagli pesanti in termini di sostenibilità degli scontri, è buono

Ciò che mi è piaciuto maggiormente, e che al tempo avevo trovato davvero azzeccato, è il level design. Ben realizzato e mai fin troppo intricato, costringe a dover riflettere per bene su ogni azione da eseguire. Star Wars: Bounty Hunter non è certamente il miglior lavoro di restauro di Aspyr Media, ma è di certo svecchiato e giocabile, coinvolgente come in passato e piacevole da vivere. Pew pew.

In Breve: Star Wars: Bounty Hunter è un rifacimento buono e ben realizzato. Non apporta chissà quali modifiche al suo game design, anche se avremmo preferito una maggiore attenzione di riguardo sull’aspetto delle dinamiche TPS, comunque buone e ben realizzate. Ricco di gadget, l’opera consente di basarsi sulle situazioni da affrontare in modi spesso completi, e tende a essere costante nelle atmosfere.

Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: i5-12400F, 16 GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Ottimamente. Gira pure su una caffettiera.

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Pro

  • Il rifacimento è buono / Texture meglio definite / Una storia di Star Wars che andava ripescata dal cilindro

Contro

  • Quando si avvicina la visuale, la mira tende a non essere precisa / Qualche bug di troppo nei momenti più concitati
7.8

Buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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