Stasis: Bone Totem – Recensione

PC

Dal Sud Africa arriva Stasis: Bone Totem, un’avventura sci-fi di cui probabilmente non avete mai sentito parlare: è ora di rimediare a questa mancanza.

Sviluppatore / Publisher: The Brotherhood Games / The Brotherhood Games Prezzo: € 19,50 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +18 Disponibile su: PC (Steam, GoG, Epic Games Store)

I confini dell’etichetta indie hanno assunto contorni via via sempre più sfumati. Da giochi realizzati romanticamente nel garage dietro casa da un gruppo di amici o da un testardo autodidatta, la categoria ha finito per assorbire al suo interno anche prodotti realizzati da piccoli studi finanziati da un publisher, o addirittura produzioni milionarie di ex sviluppatori, come Hideo Kojima.

Invece, in una sorta di contrappasso, di fronte ai giochi realizzati da The Brotherhood Games, arrivati al loro quarto titolo con questo Stasis: Bone Totem, è difficile credere che dietro produzioni così notevoli ci sia solo una coppia di fratelli sudafricani.

IN FONDO AL MARE DI STASIS: BONE TOTEM

Seguito di Stasis, titolo d’esordio del 2015, e di Cayne, mini avventura gratuita che esplorava le nefandezze della Cayne Corporation, Bone Totem è il secondo capitolo di una saga fantascientifica che finora ha mantenuto una qualità complessiva pazzesca, ma che per qualche ragione (le solite a dire il vero) gode di pochissima stampa. Dalle profondità dello spazio, questa volta i fratelli Bischoff ci accompagnano ad esplorare quelle oceaniche in compagnia di Charlie e Mac, due unici dipendenti della loro azienda familiare che scandaglia i fondali in cerca di missioni di salvataggio

QUEL CHE TROVERANNO IN FONDO ALL’OCEANO, TUTTAVIA, LI COSTRINGERÀ A RIMETTERE IN PROSPETTIVA LE LORO PUR COMPLICATE ESISTENZE RECENTI

Li incontriamo nei pressi di una piattaforma petrolifera all’apparenza abbandonata: una deviazione rispetto al loro lavoro abituale, ma anche una potenziale occasione di guadagno extra. Quel che troveranno in fondo all’oceano, tuttavia, li costringerà a rimettere in prospettiva le loro complicate esistenze recenti, affrontando errori esistenziali inconcepibili, come quelli di Lovecraft, ma anche dolorosamente umani, come quelli compiuti dalla Cayne Corp.

The Brotherhood gestisce in proprio anche le pr: anche per questo i loro giochi godono di poca stampa.

Fatte le dovute proporzioni in termine di genere e di portata dell’universo narrativo, siamo dalle parti di Disco Elysium. Il mondo di gioco è presentato attraverso una visuale isometrica ultra dettagliata in cui ogni ambientazione è ricchissima di elementi che contribuiscono a creare un’atmosfera di tensione, ma anche spaesamento e inquietudine che a tratti sfociano nel horror metafisico. Altro punto di contatto con il capolavoro di ZA/UM Studio è l’abbondanza di testi e dialoghi, per altro tutti localizzati nella nostra lingua: uno sforzo non da poco per uno studio così piccolo. Va sottolineato però che lo stile di scrittura utilizzato potrebbe non risuonare con i gusti di tutti. Ogni singola scena infatti presenta numerosi punti interattivi, molti dei quali offrono solamente descrizioni, scritte tuttavia con un approccio volutamente prolisso e drammatico. Senza dubbio queste didascali interattive contribuiscono a definire i contorni di uno scenario allucinato e alimentano dubbi e curiosità del giocatore destinati a trovare risoluzione più avanti nel gioco. La quantità di testo è notevole e dunque per qualcuno la costante serietà con cui tutto viene approcciato potrebbe risultare molesta. Io personalmente, invece, ho adorato questo slancio letterario: un tratto distintivo che consente a Stasis di emergere e spiccare sopra avventure con valori produttivi decisamente più imponenti.

FIUMI DI PAROLE

Sul versante delle meccaniche, Stasis: Bone Totem si mantiene sulla linea tracciata dai capitoli precedenti incastrandosi perfettamente nella definizione di avventura grafica punta e clicca. Il tratto distintivo di questo nuovo capitolo è la compresenza di due personaggi giocabili (tre, se consideriamo anche il bambolotto robot che torna utile in determinate situazioni). Charlie e Mac seguono infatti percorsi differenti all’interno della base subacquea che li condurranno faccia a faccia con un orrore cosmico e inesplicabile. Charlie può fare affidamento sulle sue doti ingegneristiche, mentre la forza bruta di Mac consente di piegare o rimpore oggetti per ricavarne parti utilizzabili

ANCHE SE LONTANI, MAC E CHARLIE POSSONO SCAMBIARSI OGGETTI IN QUALUNQUE MOMENTO ATTRAVERSO UN MACCHINARIO QUANTISTICO

Anche se lontani, Mac e Charlie possono scambiarsi oggetti in qualunque momento attraverso un macchinario quantistico: inutile soffermarsi sulla spiegazione scientifica, basta trascinare un oggetto sul ritratto dell’altro personaggio per vederlo manifestarsi altrove. Se riuscite a non farvi troppe domande, nel contesto del gioco funziona davvero bene. Nonostante tutto, qualche puzzle finirà per essere risolto con la forza bruta, ma in generale l’abbondante contesto narrativo di contorno offre quasi sempre tutti gli strumenti e gli indizi per capire cosa fare.

La cura nei dettagli si vede anche nella realizzazione degli oggetti dell’inventario.

Il punto di forza della sega e di questo Stasis: Bone Totem è il comparto narrativo. I fratelli Bischoff sono senza dubbio appassionati della fantascienza anni ’90, ma nelle loro avventure riescono sempre a infondere una vena horror parecchio inquietante a cui si sovrappongono a diversi livelli tematiche più impegnative, come i confini dell’etica umana e il ruolo delle mega-corporazioni e della loro assenza di limiti morali nella nostra evoluzione tecnologica come specie

I fratelli Bischoff sono senza dubbio appassionati della fantascienza anni ’90

Per riuscirci, i due si affidano alle loro capacità per affiancare alla narrazione un comparto tecnico d’eccellenza, in cui spiccano le ambientazioni ultra-dettagliate e i filmati in CGI. Stasis: Bone Totem sarebbe un’avventura grandiosa in ogni caso, ma risulta quasi difficile da credere che un gioco di questo livello sia stato realizzato quasi interamente da solo due persone.

In Breve: Stasis: Bone Totem è un’avventura grafica punta e clicca che sfrutta le meccaniche classiche del genere in un contesto tecnico moderno e accattivante, benché il gioco sia stato realizzato quasi interamente da solo due persone. Il suo punto di forza è rappresentato dalle atmosfere sci-fi a tinte horror, a cui si aggiungono interessanti riflessioni sull’etica e le corporazioni. Lo stile di scrittura è prolisso: per qualcuno potrebbe essere un limite, ma è un ingrediente indispensabile per la creazione di un mondo che strizza l’occhio all’orrore cosmico.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i5 7200U @2.50, 8 GB, Intel HD 620, SSD
Com’è, Come gira: Immaginate il mio stupore quando ho visto Stasi: Bone Totem girare a 1080p senza scatti sulla configurazione tostapane. Non soddisfatto, ho iniziato ad alzare tutto il possibile, e incredibilmente il portatile ha retto. Forse The Brotherhood Games ha venduto la sua anima, ma mai avrei pensato di vedere quella grafica su questo PC.

 

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Pro

  • Atmosfera pazzesca / Ottimizzato adeguatamente

Contro

  • Qualcuno lo troverà verboso / Scenari un po’ bui
8

Più che buono

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