DOOM + DOOM II - Recensione

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In un’epoca in cui è difficile ricordare a cosa abbiamo giocato due o tre mesi fa, sopravvivono videogame provenienti da un passato ormai remoto. Senza dubbio DOOM è patrimonio dell’umanità.

Sviluppatore / Publisher: id Software, Nightdive Studios / Bethesda  Prezzo: 9.99 Localizzazione: Interfaccia e testi Multiplayer: Coop e PvP, locale e online PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam, Epic, GoG), PS5, PS4, Xbox One, XBox X/S, Nintendo Switch Data d’uscita: Già disponibile

Dopo trentun anni di onorato servizio sempre in prima linea, ci si aspetterebbe che uno Space Marine possa finalmente andare in pensione e ritirarsi in riva al mare nel Wyoming, godendosi ogni tramonto lanciando costate di Wagyu sul barbecue con la stessa maestria di un croupier che serve le carte sul tavolo verde. Sfortunatamente il Wyoming non è lambito da alcun mare, dunque anche la giornata di domani prevede un giretto su Phobos a prendere a calci demoni, mostri e creature immonde assortite.

E chissà se imbracciando per la diecimilionesima volta il BFG 9000 – acronimo, ne sono certo, di Big Funny Gun – il nostro eroe si pentirà di essersi rifiutato di sparare a dei civili disarmati, dando inizio al tutto. Il plot di DOOM è abbastanza naïf, del resto lo stesso Carmack dirà – peccando di lungimiranza – che la trama in un videogioco è come la trama in un film porno: ti aspetti che ci sia, ma in fondo non serve a niente.

La novità di spicco è il nuovo episodio Legacy of Rust, sedici livelli inediti con nuovi mostri, nuove armi e una struttura su più piani tutta da esplorare

E pensare che io invece ammiro la versatilità di Johnny Sins che interpreta con disinvoltura ora il poliziotto, ora il medico, ora il corriere. In ogni caso, dopo oltre tre decenni, l’opera shareware di id Software non solo rimane ben presente nell’immaginario collettivo, ma tiene ancora banco negli store. Accogliamo con piacere dunque una nuova versione di DOOM + DOOM II che promette succose novità, ma un po’ di scetticismo è d’obbligo: non sarà che ci stanno propinando un’operazione nostalgia? Non ci resta che vestire i panni del Doomguy e vedere cosa ci aspetta.

DOOM + DOOM II, LA RECENSIONE? GOOGLATELA

Siamo seri, circolano recensioni di DOOM dal 1993, dunque qualsiasi cosa possa scrivere di questo gioco è sicuramente stata espressa meglio di me da qualche mio predecessore. A questo punto mi rimangono due opzioni: copiaincollare brandelli di testo qua e là e finire il compitino, o spiegare cosa significa giocare a DOOM + DOOM 2 nel 2024, anno in cui il mero girovagare sparando a tutto ciò che si muove viene definito “boomer shooter”, le texture con meno di mille miliardi di pixel sono chiamate “lo res” e gli sprite senza tonnellate di dettagli prendono il nome di “pixel art”.

Mirino giallo, se sparo lo colpisco. Meglio di no, al momento.

Il buon giorno si vede dal mattino, e veniamo accolti dalla possibilità di fraggare al ritmo della colonna sonora originale in formato MIDI – ammettetelo, vi ho sbloccato un ricordo – oppure al suono della versione più moderna, cattiva e rockeggiante di Andrew Hulshult, compositore amato dalla fanbase grazie ai suoi arrangiamenti per Quake Champions e Doom Eternal. Interessante, ma solo dal punto di vista accademico, la possibilità di volare ad altissime risoluzioni con elevati FPS, hardware permettendo. Sappiamo bene che un 640×480 è tutto quanto ci serve per dar via alla mattanza, e in ogni caso viaggiare sopra i 1080p sarebbe, usando le parole di Regan MacNeil, una volgare esibizione di potenza.

UN PACCHETTO ALL INCLUSIVE

Ma cosa comprende esattamente l’offerta? Come avrete intuito dal nome, DOOM + DOOM II contiene i quattro episodi di DOOM, il sequel DOOM II: Hell on Earth uscito nel 1994, gli episodi TNT: Evilution, The Plutonia Experiment, No Rest for the Living, Sigil, e una selezione delle migliori mappe create dalla community per un totale di quarantatré arene per il Deathmatch e quasi duecento livelli da affrontare in solo o con amici in locale o in multiplayer. Ma la novità più interessante – l’unica vera novità, diranno gli hater – è l’episodio inedito Legacy of Rust che comprende sedici livelli divisi in due capitoli con nuovi mostri e nuove armi, la cui creazione ha coinvolto sviluppatori da id Software, MachineGames e Nightdive Studios. Prima però è opportuno togliere la ruggine dal mouse sparandosi perlomeno l’intero DOOM. Eccomi quindi entrare nell’Hangar e sparare all’impazzata mentre salto, scatto e mi accuccio per schivare il fuoco nemico, alzando e abbassando lo sguardo per tenere sotto controllo la situazione.

C’è stata una bella ecatombe, qui, in multiplayer.

Non è vero, nulla di tutto ciò è possibiletranne sparare all’impazzata, questo sì – e vedendo in azione un gameplay così basilare confinato in mappe decisamente piccole rispetto agli standard odierni, il primo pensiero è quello di farsi un giretto per un paio di livelli per poi chiudere tutto e passare a qualcosa di più serio. Poi, da un momento all’altro, senza preavviso, DOOM ti dice “you’re doomed”, sei spacciato: ora non mi molli più. E ha ragione.

Guai a confondere il gameplay quasi embrionale di DOOM come un’esperienza casual, dato che ci si ritrova avviluppati nelle sue spire in un batter d’occhio

Sta davvero affermando che avrei ucciso solo il 92% dei nemici? Non vedo nessun superstite in giro; cosa significa quello 0% di zone segrete scoperte? Ho girato il livello in lungo e in largo e sono sicuro che non ce ne sia alcuna! E così si ricomincia, e poi ancora, fino a raggiungere la perfezione, per poi scoprire che abbiamo impiegato trentadue secondi in più del tempo consigliato. Non vogliamo passare per lumaconi, vero? E quella che doveva essere un’esperienza pseudocasual da turista che fa una capatina al museo si trasforma in una guerra hardcore. Questo è quanto vi aspetta in  DOOM + DOOM II, ora come allora. Incredibile.

MULTIPLAYER E LEGACY OF RUST

Il discorso cambia abbastanza drasticamente quando si avvia un match in multiplayer, specialmente in PvP; qui l’eccessiva semplicità del gameplay, nonostante il buon level design delle mappe, riduce il tutto quasi a una sfida a chi clicca per primo uccidendo dei Doomguy che pattinano allegri per il pavimento. Sicuramente godrà di una fanbase fedele, ma difficilmente arruolerà nuovi appassionati tra le sue fila. I livelli di Legacy of Rust sono molto ben realizzati, e si sviluppano spesso in più piani con un buon uso della verticalità, punto debole da sempre dell’intera produzione dato che non è un vero gioco 3D.

Si comincia sempre da qui.

Come sempre il cambio di colore del mirino ci avvisa quando abbiamo un nemico a tiro anche se si trova più in alto o più in basso di noi. Bisogna (ri)farci l’abitudine, ma abbiamo superato ostacoli maggiori. Come si suol dire a ogni update di DOOM + DOOM II, questa è la versione definitiva del capolavoro id Software. Fino alla prossima, che zitti zitti stiamo già aspettando con ansia.

In Breve: Si fa presto a dire “boomer shooter”, ma quanti esponenti del genere, con gameplay ridotto all’osso e livelli lineari, sarebbero in grado di divertire come Re DOOM? Ben pochi, e di tanto in tanto id Software ci tiene a ricordarcelo. DOOM + DOOM II è il posto in prima fila per assistere a questo spettacolo, nonchè un gioco che dovrebbe figurare in ogni collezione che si rispetti. Il multiplayer online non riscriverà le regole del gaming competitivo, ma Legacy of Rust potrebbe aprire le porte a nuove mod che porteranno nuovi episodi in un grande circolo virtuoso. E giusto per precisare, il voto non è politico. Rimane ancor oggi un gioco immenso.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440 con 240fps, non mi sono messo a contare i frame ma non ci sono stati rallentamenti di sorta. Nel multiplayer online ho trovato una buona varietà di match intorno ai 60ms di ping.

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Pro

  • È DOOM / È già stato detto che è DOOM? / Porte aperte a nuovi mod

Contro

  • Multiplayer di poco spessore
9

Ottimo

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