Yo-Kai Watch - Recensione

3DS

Avrete sicuramente sentito parlare di Yo-kai Watch, probabilmente in merito al grande successo riscosso in patria, quel Sol Levante da sempre preda dell’ultimo feticcio portatile partorito dal fertile ventre creativo di Level 5. Di primo acchito il nuovo J-RPG candidato a diventare il nuovo tormentone dell’handheld Nintendo dopo Professor Layton e Inazuma Eleven, potrebbe ricordare il classico modus operandi di Game Freak. D’altronde, è quasi impossibile non paragonare i due prodotti, guardandoli sulla carta: sia in Pokémon che in Yo-kai Watch è riposta grande attenzione nella caratterizzazione delle creature collezionabili, tutte (o quasi) affascinanti e dotate di una simpatia intrinseca semplicemente irresistibile. In entrambi i casi, poi, il giocatore è chiamato a vestire il ruolo di un bambino o di una bambina che esplora in lungo e in largo un mondo che necessità dei suoi sforzi, unito a quello dei compagni mostruosi, per vedere ripristinata la pace e la serenità, laddove il divertimento è assicurato da un numero spropositato di eroi arruolabili al proprio fianco.

Eppure, anche considerando come entrambi le IP possano contare su un cartone animato che ne veicola il messaggio e ne pubblicizza l’esistenza, avvicinarli o addirittura equipararli significherebbe abbandonarsi a una valutazione superficiale, e forse aggravata dall’esistenza di prodotti precedenti, nella storia di Level 5, già basati sulla collezione di mostri e il loro schieramento sul campo di battaglia (basti pensare al noto Ni no kuni, giusto per fare un esempio celebre). E se vi state già sfregando le mani pensando alla migliore squadra da sfoderare contro gli amici, calcolando con complessi algoritmi le statistiche migliori con cui crescere i vostri campioni, beh, forse è il caso di rivedere le vostre priorità.

YO-KAI WATCH, UN J-RPG MODERNO

yo-kai watch recensione immagineYo-kai Watch è ambientato all’inizio dell’estate, quando i protagonisti della storia vivono le vacanze scolastiche passando il tempo pescando al fiume o catturando insetti nel boschetto vicino alla città. Proprio la curiosità del protagonista e la sua smania di primeggiare nella raccolta di insetti (un omaggio alla serie Pokémon? Chissà!) dà il via alle sgangherate avventure che lo vedono accompagnato da un simpatico fantasma di nome Whisper nel magico mondo degli Yo-kai, ovvero spiriti normalmente invisibili all’occhio umano che si intromettono nella vita di tutti i giorni degli abitanti del paese. Un espediente, quello del caratterizzare ogni creatura con un vizio o una declinazione tipica della società moderna, che funziona efficacemente, anche qualora si fosse a digiuno di tutti i riferimenti culturali tipicamente nipponici insiti nella caratterizzazione grafica e tematica del titolo. “Yo-kai” è infatti un termine esistente con cui si indicano gli spiriti appartenenti ai racconti folkloristici del Giappone che fu; tuttavia gli sviluppatori, pur appropriandosi del significante e prendendo spunto dalle raffigurazioni classiche degli spettri e dei demoni più noti, sono riusciti a lanciarlo in un melting pot assolutamente credibile, fatto di tradizione e modernità, riuscendo a raccontare anche a un pubblico Occidentale una favola dal gusto esotico che rispecchia la vita di ognuno di noi.

L’espediente di caratterizzare ogni creatura con un vizio o una declinazione tipica della società moderna funziona efficacemente, anche qualora si fosse a digiuno di tutti i riferimenti culturali tipicamente giapponesi

Dietro alla tipica pettinatura yankee di Malandro e Bandido si cela un bullo immediatamente riconoscibile, mentre la volpe a nove code Kyubi è ormai materiale ampiamente digerito e sdoganato in Occidente da chiunque si sia ritrovato a mangiare pane e manga nell’ultimo decennio grazie a Naruto e da chi, prima di lui, si era interessato a tramandare il mito della kyubi no kitsune. Niente paura, quindi: pur con qualche cambio di nome dal gusto opinabile e qualche lombardismo di troppo (provo ancora i brividi pensando alla penna “ghepensimi” di Doraemon, ma alcune trovate sono esattamente su quel livello), la localizzazione di Yo-kai Watch si può dire estremamente curata e rispettosa della storia e delle atmosfere originali. Anche se, a dirla tutta, vedere Nathan, Katie e SANDRONE dividere un onigiri alla prugna sotto un fiore di ciliegio nella città di Valdoro fa molto “epoca Valeri Manera”. Eppure, incredibile a credersi, funziona!

FURIA ZAMPETTANTE!

L’orologio che dà il nome all’avventura di Nathan soci è il dispositivo con il quale si entra in contatto con il mondo degli Yo-kai, nonché lo strumento attorno al quale ruotano le battaglie, forse l’aspetto più innovativo e al tempo stesso controverso di Yo-kai Watch. Ruotando il quadrante circolare, sul quale sono disposte le medaglie di sei Yo-kai, è possibile schierare sul campo di battaglia solamente tre creature alla volta, lasciando il terzetto addizionale nelle retrovie. Gli spiritelli sfoggiati sulla confezione (e che presto vedremo invadere i negozi di giocattoli in una fornitissima linea di merchandising distribuita da Hasbro) sono completamente autonomi e attaccano gli avversari a propria discrezione, sottostando a invisibili turni dettati dalle statistiche di ognuno. Il giocatore può solo intervenire sullo scontro gestendo la loro posizione, l’utilizzo degli oggetti o attivando delle tecniche speciali, quest’ultime da caricare a suon di minigiochi.

yo-kai watch recensione immaginePer quanto all’apparenza questo sistema possa sembrare semplicistico, le battaglie con i boss (e gli eventi successivi alla conclusione della campagna principale) sono la prova inconfutabile della validità dell’originale meccanismo ideato dagli sviluppatori giapponesi, evidentemente ben intenzionati a separare nettamente Yo-kai Watch dal genere sempre più inflazionati dei tamer game nati sulla scia del successo di Pokémon. Non deve quindi stupire se il meccanismo di “cattura” degli spiritelli è in gran parte legato alla casualità o al ritmo con cui si dipana la storia, o se, allo stesso modo, l’assenza di una componente online e di una vera e propria scena competitiva continuino a rimarcare quanto il focus di Yo-kai Watch non sia da ricercare nell’allevamento delle bestioline, ma nel vivere un’avventura scanzonata in compagnia di personaggi divertenti in mondo di gioco estremamente dettagliato.

GERA GERA PO!

La superficie “camminabile” di Yo-kai Watch è di dimensioni piuttosto importanti e i dettagli riposti nella sua caratterizzazione sono senza ombra di dubbio meritevoli di lode. Per dire, le vetture si spostano qua e là rispettando le indicazioni dei semafori; i personaggi, prima di varcare la soglia di un’abitazione, si tolgono le scarpe rispettando il bon ton nipponico; un’encomiabile quantità di contenuti triviali ed estetici, poi, promuovono l’esplorazione in lungo e in largo della città e dei suoi edifici, alla ricerca di yo-kai da rintracciare mediante il radar incorporato nell’orologio; non mancano, infine, una quantità enorme di missioni secondarie a disposizione dei completisti e aree segrete da scoprire, nonché attività secondarie in cui lanciarsi, come la cattura di insetti o la collezione di pesci.

yo-kai watch recensione immagineA storia conclusa – obiettivo raggiungibile nell’ordine della ventina di ore di gioco – rimane tanta roba da fare e non bisogna sottovalutare l’interazione con la linea di giocattoli che presto verrà lanciata sul mercato mediante la scansione dei codici QR. Un risultato niente male per un titolo che porta sulle spalle ormai tre anni e che, nonostante questo, si presenta coloratissimo e in forma sgargiante, con un comparto grafico curatissimo, ricco di particolari e finemente impreziosito da una direzione artistica di prim’ordine e un buon numero di scene animate, in pieno stile Level 5. Buono anche l’accompagnamento sonoro e il doppiaggio, che presenta lo stesso cast apprezzato nell’adattamento animato in onda su Cartoon Network. Insomma, Yo-kai Watch ha sicuramente le carte in regola per stimolare il mercato di Nintendo 3DS alla viglia di NX e dell’ormai imminente salto verso la nuova generazione portatile (e non) made in Nintendo. Certo, bissare il successo maturato in madre patria non sarà impresa facile.

Yo-kai Watch è in sostanza un RPG estremamente dedicato agli eventi che racconta, ma è anche – e soprattutto – un’ottima occasione per calarsi in uno degli universi J-RPG più divertenti, dettagliati e ricchi di cose da fare, con segreti da scoprire e avventure da vivere a profusione. A patto, ovviamente, di rientrare nel target anagrafico per il quale la trama è stata scritta, o semplicemente riuscire a calarsi con la giusta dose di nostalgia nei panni di un ragazzino pronto a vivere la più grande delle avventure, alla vigilia delle vacanze estive. Gera gera po!

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Pro

  • Una scossa ai meccanismi dei classici J-RPG...
  • Buona atmosfera e personaggi esilaranti.
  • Direzione artistica ed estetica di prim'ordine.
  • Ottima localizzazione.

Contro

  • ... che potrebbe deludere il pubblico più esigente e attempato.
  • Manca qualsiasi tipo di multiplayer online.
  • Solo per giovanissimi o per chi desiderava fare amicizia con Casper durante gli anni '90!
8.5

Più che buono

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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