Project X: Light Years – Recensione

PC

Vecchi amighisti a rapporto! Il nostro amatissimo Project-X è tornato nella sua nuova edizione Light Years, ed è di nuovo il momento di salvare la Terra dai cattivissimi alieni.

Sviluppatore / Publisher: MK Games  Prezzo: 22.99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Locale PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile

Lasciate che zio Paolo vi racconti una delle sue storie. Tanti, o forse sarebbe il caso di dire troppi anni fa, le piattaforme a 16 bit dominavano il mercato e una delle software house più note e stimate dell’epoca era il Team17, forte dei suoi giochi su Amiga che, a torto o a ragione, erano universalmente riconosciuti come dei capolavori.

Dite pure quel che volete, ma vedersela arrivare alle spalle mette in agitazione!

Qualche titolo? Superfrog, Body Blows, Super Stardust, Worms, la saga di Alien Breed, Assassin e, naturalmente, Project-X, uno shmup a scorrimento laterale che fece storia per i suoi armamenti, per la bella grafica e per la sua difficoltà. A ripensarci oggi, probabilmente, alcuni di questi titoli ci sembrarono più belli di quel che effettivamente erano, ma fu un’epoca di assoluto hype amighista e guai a sollevare scomodi paragoni con i giochi per Super Nintendo, Mega Drive e PC Engine che giravano sulla scrivania accanto. Resta il fatto, però, che Project-X in particolare rimase una pietra miliare nella storia della piattaforma Commodore e, ancora oggi, può contare su un nutrito pubblico di fan.

Essere colpiti provoca dei piccoli danni sul parabrezza, ma tranquilli, la resina per la riparazione è automatica!

PROJECT-X: LIGHT YEARS, IL FAN GAME CHE DIVENTÒ CANONICO

Tra di loro, evidentemente, ci dev’essere anche Marcin Krupinski, fondatore di MK Games, che nel corso d’opera è riuscito in una piccola grande impresa: realizzare una demo, mettere in piedi una piccola ma agguerrita squadra di collaboratori, coinvolgere nel proprio entusiasmo anche i detentori dei diritti originali e far sì che il suo Project-X: Light Years si trasformasse da fan-game a seguito canonico (e quindi ufficiale) del capolavoro a cui si ispira.

Un fan game diventato canonico, capace di conquistare sia i veterani che le nuove generazioni di giocatori

Non male, eh? E come ciliegina sulla torta, ha convinto lo storico compositore Allister Brimble a rifare la musica introduttiva in chiave moderna e a coinvolgere pure Chris Brimble, per rifare tutti gli effetti vocali nello stile dell’epoca. Un obiettivo dal successo tutt’altro che scontato, visto che leggere i ‘credits’ dell’originale, con nomi altisonanti come Andreas Tadic, Rico Holmes e il compianto Martyn Brown, fa venire i brividi ancora oggi. Ma possiamo tirare un sospiro di sollievo: oltre a Marcin, i loro ‘sostituti’ Marek Nycz, Dave Moyle, Jerome Lignier e Timothy Wilson si sono sicuramente rivelati all’altezza della situazione!

Ci sono diversi boss da sconfiggere, ma questo è abbastanza facile da abbattere.

LARGO ALLA MODERNITÀ!

Dire che questo gioco sia un semplice omaggio a Project-X sarebbe a dir poco riduttivo. È molto di più di una semplice lettera d’amore: MK Games è riuscita ad affondare le radici nella storia, riproponendo l’iconico logo originale e accompagnando i caricamenti con il tipico rumore del drive interno dell’Amiga 500, e a far crescere la pianta nella modernità, con un aspetto grafico altamente qualificato e un gameplay freschissimo, sebbene rispettoso della tradizione.

Più di una lettera d’amore: Project-X Light Years reinventa un classico Amiga con rispetto, stile e idee freschissime

Abbandonata (ma non del tutto!) l’eccessiva – e un po’ legnosa, diciamocelo – punitività che andava di moda negli anni Novanta, quando bastava essere sfiorati da un proiettile nemico per chiamare a sé il tristo mietitore, Project-X Light Years preferisce un approccio più morbido, fatto di scudi energetici ricaricabili e spazi di manovra più ampi, con diverse modalità di gioco e almeno quattro livelli di difficoltà con cui affrontarle. In cambio, ci mette a disposizione soltanto tre vite e un solo credito per continuare, per altro ricominciando dall’inizio dell’ultimo livello raggiunto (e sono belli lunghi).

Per catturare un pesce grande ci vuole un verme grande. Ma venire fino qui a prenderselo mi sembra esagerato…

È stato chiaramente mantenuto l’antico sistema di upgrading in-game “alla Gradius” con cui possiamo decidere come investire i bonus raccolti, ma con la notevole aggiunta della gestione automatizzata: è un po’ come guidare col cambio automatico – un pensiero in meno – e considerato l’inferno di proiettili in cui ci muoveremo, è una gran comodità. Non solo: tra le cose nuove da raccogliere ci sono punti armatura, scudi, armi speciali e le lettere che formano la parola ARMOURY, completata la quale avremo accesso a un ‘negozio’ in cui acquistare upgrade per la navicella. Chi vuole, però, può fare il masochista e affrontare il gioco alla vecchia maniera, c’è un’opzione apposta.

Componendo la parola ARMOURY si potrà passare per il negozio. Ma non tutti gli articoli sono sempre in vendita…

A CIASCUNO IL SUO PROJECT-X

Project-X Light Years è dunque un remake nel più ampio senso del termine: un gioco che ripropone il feeling dell’originale senza snaturarlo più di tanto, seppur con le giuste concessioni alla modernità. La grafica ha uno stile tutto suo: riprende molti degli elementi originali, ridisegnandoli completamente in alta definizione, aggiunge un sacco di materiale nuovo e si arricchisce di fondali animati, luci ed effetti speciali, quasi a dirci “ecco come sarebbe stato Project-X, se l’hardware dell’epoca lo avesse permesso”.

E chi lo avrebbe mai detto, che mi sarebbe tornato utile perfino aver giocato tanto a Super Mario Bros.?

Possiamo dunque comprendere l’endorsement ufficiale del Team17: c’è perfino un debole, ma scenografico effetto scanline/CRT ed è un po’ come se MK Games avesse dato alla nuova generazione il “suo” Project-X, riuscendo nel contempo a convincere anche i boomeracci come noi che già sudarono sull’originale; due settimane che è fuori su Steam e al momento di scrivere ha raccolto il 100% (cento per cento) di feedback positivi. Forse non sarà il più scientifico di tutti, ma di sicuro è un ottimo indicatore della riuscita del progetto. E allora che state aspettando? Che abbiate giocato all’originale o meno, Project-X Light Years è qui per voi: riuscirete a salvare la Terra dall’incombente invasione aliena?

In Breve: Più che un remake, Project-X Light Years è il seguito moderno di un grande classico che fece la storia e, oltre a essere uno dei migliori ‘reboot’ che si siano mai visti per le IP del passato, è anche uno dei migliori shmup a scorrimento orizzontale usciti negli ultimi mesi, contendendosi con Earthion di Yuzo Koshiro il mio personalissimo premio per il più interessante della stagione. La prova provata, semmai ce ne fosse ancora il bisogno, che anche noi Occidentali siamo capaci benissimo di fare degli ottimi giochi del genere, anche se non parliamo Giapponese.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Core i5 12600K, 32GB RAM, GeForce RTX 3060, SSD
Com’è, Come Gira: I requisiti minimi parlando di 2 GHz, 4 GB di RAM, GTX1060 e DirectX 9: praticamente potrebbe girare alla grande perfino sui portatili più modesti sul mercato.

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Pro

  • Impostazione moderna, ma rispettosa del passato / Grafica e sonoro di prim'ordine / Davvero molto divertente da giocare

Contro

  • In alcuni punti la difficoltà cresce a dismisura, per poi ridursi successivamente
9

Ottimo

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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