Battlefleet Gothic: Armada è l’oggetto di questa recensione, nonché l’ennesimo videogioco per PC tratto dal florido e sconfinato universo dei giochi da tavolo targati Games Workshop. Negli anni siamo stati abituati a estirpare l’eresia nei panni di un possente Space Marine, a combattere la minaccia del Caos dalla parte di un Guerriero del Fuoco, oppure a controllare direttamente gli eserciti di Warhammer 40.000 sui campi di battaglia più disparati; eppure, gran parte delle battaglie del quarantunesimo millennio si svolgono tra le stelle, al di sopra dei cieli dei mondi formicaio dell’Imperium o ai confini del pericolosissimo Occhio del Terrore, a bordo di enormi navi spaziali armate di tutto punto, pronte a disintegrare gli eserciti ben prima che questi possano mettere piede sui pianeti e sferrare la loro offensiva ai danni di una delle tante civiltà che popolano la galassia.
PER IL TRONO D’ORO
Battlefleet Gothic: Armada trae ispirazione dall’omonimo gioco di miniature da tavolo, da cui prende in prestito gran parte delle regole. Piuttosto che porre l’enfasi sulla gestione delle risorse e sulla creazione delle unità, l’RTS sviluppato dai francesi di Tindalos Interactive mette il giocatore direttamente al comando di un manipolo di navi, fornendogli degli obiettivi variabili in base alle missioni da portare a termine. Abbiamo le semplici battaglie campali, per esempio, in cui due flotte si scontrano finché una non è stata completamente distrutta o costretta alla resa; oppure degli scenari in cui l’attaccante si troverà a dover supportare offensive planetarie bombardando un pianeta in determinati punti, mentre il difensore dovrà fare di tutto per sventare l’assalto.
Battlefleet Gothic: Armada trae ispirazione dall’omonimo gioco di miniature da tavolo
TEMPESTE WARP
Lo strategico in tempo reale realizzato dal team parigino ha un ritmo decisamente più lento rispetto a quanto proposto dagli altri esponenti del genere, tanto che spesso sembra di trovarsi di fronte a un tattico a turni. Ciò accade perché molte delle navi del Tetro Millennio sono estremamente lente, e anche perché in qualsiasi momento è possibile attivare una sorta di bullet time che rallenta di molto il tempo, fin quasi a fermarlo del tutto, permettendo così al giocatore di impartire gli ordini con calma e riprendere fiato nel caso in cui la situazione non stesse volgendo esattamente a suo favore. Si tratta di una feature assente in multiplayer ma estremamente utile durante la campagna in singolo, questo perché l’intelligenza artificiale nemica si rivela essere estremamente valida. La CPU effettua manovre di accerchiamento e colpisce con precisione, sfruttando gli errori del giocatore, nonostante ogni tanto soffra di qualche incertezza che porta le navi controllate dal computer a schiantarsi inspiegabilmente contro le mine o i campi di asteroidi presenti sul campo di battaglia.
Parlando della campagna, questa è incentrata sulla figura di Abaddon il Distruttore, uno dei più spietati Signore della Guerra del Caos, il quale ha deciso di dar vita a una Crociata Nera ai danni del Settore Gotico, dimora della flotta imperiale. La trama, seppur interessante per gli appassionati di Warhammer 40.000, non è altro che un mero pretesto su cui imbastire un conflitto la cui escalation porterà l’Imperium a dover far fronte non solo all’armata dei traditori dell’Imperatore, ma anche alle sempre più frequenti incursioni degli Eldar e alle razzie operate dai pirati Orki. Nei panni dell’Ammiraglio Spire ci troveremo a combattere una guerra su più fronti, alternando missioni principali a incarichi secondari innescati dalle varie richieste di aiuto che spunteranno sulla mappa galattica. Seppur poggi su premesse senza dubbio interessanti, la campagna soffre di un certo grado di ripetitività, dovuto più che altro alla scarsa varietà delle situazioni che si presentano durante le missioni: queste, a lungo andare, diventano fin troppo simili tra loro, portando a un appiattimento generale dell’esperienza.
BORDATE E ABBORDAGGI
Il gioco online di Battlefleet Gothic: Armada non differisce molto da quanto previsto per il single player, se non per la già citata assenza della pausa tattica. Anche qui le meccaniche prevedono la creazione di una flotta che cresce di pari passo con l’esperienza accumulata dai giocatori, garantendo un ampio grado di personalizzazione dei vascelli in funzione del proprio stile. In tal senso, molto si deve all’ottima caratterizzazione delle quattro fazioni, ognuna dotata di differenti punti di forza e di debolezza: laddove l’Imperium dispone di navi lente ma coriacee e con una maggiore potenza di fuoco, il Caos rinuncia alle corazze più spesse in cambio di una più elevata versatilità, mentre gli Eldar prediligono la mobilità e le tattiche di guerriglia; di tutt’altra pasta, infine, gli Orki, i quali trasformano ogni scontro in una sorta di destruction derby siderale.
Tirando le somme, Battlefleet Gothic: Armada è uno strategico in tempo reale solido, merito soprattutto di una licenza che è stata sfruttata con criterio, quindi senza cercare di stravolgere la filosofia del gioco da tavolo originale ma, al contrario, puntando a trasporre quanto più fedelmente possibile le regole già abbondantemente collaudate del boardgame di Games Workshop.
I ragazzi di Tindalos Interactive hanno fatto sì che il feeling di Battlefleet Gothic: Armada fosse quanto più simile possibile all’esperienza del gioco da tavolo: ci sono riusciti sia non discostandosi dalla formula del boardgame, sia inserendo tanti piccoli dettagli che faranno la felicità di chi apprezza i prodotti Games Workshop. Senza dubbio il difetto più importante è la ripetitività di fondo, che si sente soprattutto durante la campagna single player; tuttavia, se preso a piccole dosi, siamo di fronte a un titolo che regala ore e ore di intrattenimento agli appassionati di strategia e agli amanti di Warhammer 40,000.