Call of Duty: Vanguard – Recensione

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ll momento atteso dai fan di uno dei franchise più famosi e giocati di sempre è giunto, Call of Duty: Vanguard è pronto a farci vivere in prima persona le origini delle Forze Speciali e gli orrori della Seconda Guerra Mondiale.

Sviluppatore / Publisher: Sledgehammer Games / Activision Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Completa Multiplayer: Co-op online / PvP competitivo PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Battle.net), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 5 novembre

Seconda Guerra Mondiale alternativa o quasi perché, districandosi fra eventi realmente accaduti e personaggi fittizi, Sledgehammer Games rivisita a modo suo la fine del conflitto nella diciottesima iterazione della celebre serie di FPS bellici. Call of Duty: Vanguard è uno scrigno del tesoro colmo di contenuti single player, co-op e multiplayer capaci di soddisfare pressappoco qualsiasi inclinazione videoludica, o almeno questo è ciò che il gioco si prefigge di fare, ma tutti sappiamo cosa c’è tra il dire e il fare.

https://youtu.be/MHaoZzB-C0M

Il gioco continua nel solco della tradizione recente senza apportare rivoluzioni né innovazioni a una struttura più che consolidata, prende e toglie feature dai due predecessori cercando un suo equilibrio e lo trova senza esagerare con il coraggio, perciò cosa attendersi è quasi scontato se non si è al primo appuntamento con Call of Duty. Inevitabilmente il giudizio finale è la summa della qualità delle tre teste del nuovo Cerbero di Activision, ma ciò non significa che la loro bellezza sia equamente suddivisa in tre parti uguali quindi chi sta ponderando l’acquisto è bene sappia cosa desidera maggiormente dall’abbondante creatura.

SINGLE PLAYER, I MISS YOU!

La premessa sa di retorica, ma come spesso avviene con i luoghi comuni nasconde del vero. Prendiamo la campagna single player, ad esempio. Call of Duty: Vanguard ci getta tra i titoli di coda di una Seconda Guerra Mondiale a metà tra realtà e fantasia in cui una variegata task force di eroi fittizi deve fermare i nazisti e sventare il loro misterioso Progetto Phoenix in ambientazioni ed eventi realmente appartenenti al conflitto. Siamo dunque nel 1945, Adolf Hitler è morto ma il Terzo Reich non vuole saperne di arrendersi agli Alleati, ragion per cui è necessario continuare a spargere sangue dell’Asse sulle Midway, in Francia, a Stalingrado e nel Nord Africa. Non che sia un grosso problema per i protagonisti, quattro soldati scelti dotati di capacità fuori dal normale, background differenti e motivazioni personali che scopriremo poco alla volta. Il problema semmai è che dopo il prologo su un treno diretto ad Amburgo i nostri si ritrovano prigionieri dei nazisti, ma gli spoiler finiscono qua.

Call of Duty Vanguard Recensione

Alcuni momenti sanno farsi estremamente pesanti come atmosfera.

L’incarcerazione è un espediente non solo narrativo ma anche ludico perché, insieme alle numerose cut-scene a 30fps che mostrano gli eventi passati e presenti, consente di approfondire attraverso una serie di missioni-flashback la storia dei protagonisti. Purtroppo però, lungo nove missioni per una durata complessiva di 6 orette scarse, la story mode di Vanguard mette in scena un racconto sì adrenalinico e altamente spettacolare ma fatto per lo più di stereotipi, cliché, frasi fatte ed eroi che non fanno in tempo a distinguersi dalla massa di soldati impavidi che riempiono copioni e sceneggiature dalla notte dei tempi.

Pur risultando cinematografica e capace di fornire scorci d’impatto degni della settima arte, la campagna non risulta ispirata né come canovaccio né come gameplay

Pur risultando cinematografica e capace di fornire scorci d’impatto degni della settima arte, la campagna non risulta ispirata né come canovaccio né come gameplay. Al di là di una manciata di missioni più riuscite come quella nei cieli sopra il Pacifico o quella nei panni della cecchina Polina Petrova, il resto è lineare e rigidamente guidato ma – invero stranamente – talvolta poco chiaro circa i tempi dello svolgimento dell’azione, riuscendo anche a sfociare nel “ritenta, sarai più fortunato” in alcuni casi. Al di là dei contesti creati ad hoc, inoltre, le abilità speciali dei protagonisti non vengono valorizzate a dovere dal gameplay.

Call of Duty Vanguard Recensione

Detriti e macerie ovunque, ma almeno a differenza della beta ci si vede comunque.

È così che scivola via in maniera piuttosto vacua una storia che, quando chiama in causa, appare poco più d’uno scorrere di sparatorie ed eventi scriptati fino alla missione conclusiva, un’azione corale che – proprio quando ormai il sipario si appresta a calare sullo show – involontariamente mostra quale sarebbe stato il modo migliore per sfruttare il potenziale del single player. Ci sarebbe ora da aprire una parentesi per parlare di un’IA incredibilmente deficitaria o si potrebbero menzionare i livelli audio bilanciati in maniera bizzarra, ma a questo punto sarebbe inutile giacché chi si aspettava una campagna degna di questo nome avrà già intuito che è meglio cercare altrove.

VANGUARD È LA SAGRA DEL CONTENUTO

A prescindere dai gusti personali c’è da dire che il vero punto di forza di Call of Duty è il comparto online, credo sia lapalissiano, ergo giudicare Vanguard dalla sola compagna sarebbe un errore madornale. Tra le tre anime del gioco quella multiplayer è senza dubbio la colonna portante in grado di sorreggere da sola l’intera baracca e, anche se a un’occhiata fugace potrebbe sembrare il contrario, basta grattarne la superficie per scoprire che le novità non riguardano solo armi, uniformi, gadget e scenari d’altri oscuri tempi. Riprendendo alcune peculiarità del capitolo Modern Warfare come la possibilità di appoggiare l’arma su una superficie per stabilizzarla o l’apertura graduale delle porte, e diminuendo drasticamente il TTK rispetto a quello più generoso Black Ops, Vanguard puntella un telaio multigiocatore d’una solidità granitica con un paio di chicche lato gameplay niente male.

Un cupo scorcio della modalità Zombi.

la migliorata distruttibilità ambientale offre spazio a ulteriori considerazioni tattiche

Mi riferisco al Ritmo Battaglia, una nuova dinamica che permette di intervenire sul numero di giocatori presenti in campo in base alle dimensioni della mappa e di conseguenza sul ritmo della partita. Le tre varianti (Tattico, Assalto e Blitz) influiscono sullo svolgimento dei match rendendoli rispettivamente più ragionati, frenetici o caotici e la differenza si nota eccome. Ciò modifica di conseguenza approcci e tattiche, proprio come fa la migliorata distruttibilità ambientale che offre ulteriori spot imprevisti dacché non è più scontato che una copertura ci salvi la vita (camper avvisato, mezzo salvato). Nulla di rivoluzionario, intendiamoci, ma sicuramente aggiunte interessanti. Per quanto concerne i contenuti l’offerta è a dir poco colossale fin dal day one, non ci piove. Alle tante modalità canoniche si aggiungono Pattuglia, una variante di Postazione in cui vince il team che mantiene il controllo di un preciso obiettivo in movimento perpetuo per più tempo, e soprattutto Collina dei Campioni. Quest’ultima è una sorta di torneo che prevede una serie di partite testa a testa dove si può combattere in coppia (2v2) o in trio (3v3) in un’arena composta da quattro mappe. Entrambe vanno ad arricchire ulteriormente un già nutrito elenco di modalità online e quindi un comparto multiplayer che, al solito, è il punto di forza indiscusso dell’intera produzione.

Una malinconica Stalingrado ostaggio dei nazisti.

Appurate le differenze e i punti in comune col passato, la verità è che nel bene e nel male (le percentuali qui sono soggettive) le battaglie di Vanguard non si discostano granché da quelle cui ormai siamo abituati e si vede che di mezzo c’è la collaborazione con Infinity Ward. Gli scontri sono dinamici e serrati, spesso le partite si vincono o perdono per pochi ticket. Ciò contribuisce a rendere il gameplay assuefacente al punto che, una volta entrati nel loop giusto, una partita tira l’altra.

IL COMPARTO MULTIPLAYER è SOLIDO COME DA TRADIZIONE, ANCHE SE I MARGINI DI MIGLIORAMENTO CI SONO

Il gunplay sa il fatto suo, ogni arma ha le sue peculiarità e l’impatto dei colpi è soddisfacente come ci si aspetta. Forse il feedback delle armi appare un po’ troppo simile a quello degli archibugi moderni, ma ritengo sia una forzatura cercare il realismo a tutti i costi in un gioco come Call of Duty: Vanguard, in fondo sono altri i titoli che puntano a ricreare le scorbutiche sensazioni di una volta (Hell Let Loose, se devo consigliarne uno). Tuttavia, nonostante l’ottima base di partenza, i margini di miglioramento ci sono. I punti di respawn non mi paiono calibrati perfettamente, probabilmente qualcosa da rivedere c’è, inoltre restando in tema dubbi non sono convinto nemmeno da tutte le mappe. Il numero dei campi di battaglia è impressionante, venti non sono certamente pochi ed è pazzesco se si pensa che sono attivi fin dal day one, ma alcuni scenari mi danno l’impressione di affidarsi troppo pedissequamente alla formula classica (una via centrale e due laterali) senza offrire una gran varietà di sbocchi all’azione e quindi incanalandola in precisi punti.

Bombardare in picchiata una portaerei è divertente, l’ho sempre sospettato.

Chiude la panoramica sulle modalità la nuova Zombi mode curata da Treyarch Studios, la modalità co-op impostata a ‘mo di prologo di quella vista in Cold War. In Der Anfang, l’unica variante disponibile al momento, un team da quattro giocatori parte da un HUB e, attraverso vari portali, deve affrontare orde di non morti nazi, completare diversi compiti e quindi tornare all’HUB per potenziarsi tra un’ondata e l’altra. L’obiettivo è cercare di sopravvivere a cinque round e fuggire oppure oppure continuare la mattanza, ma pur divertendo le prime volte non l’ho trovata granché avvincente. Se si escludono i Poteri Sovrannaturali che contraddistinguono i vari Operatori mi è parsa un’alternativa alla baraonda online tutto sommato valida ma anche sottotono sia per originalità sia per contenuti, ergo ci vorrà del tempo per darle la giusta forma.

CHI LASCIA LA VECCHIA VIA…

Per il resto non si segnalano grandi novità, a lato di un’obbligatoria integrazione futura con il gigante Warzone e di un più che mai robusto sistema di progressione basato sull’account e sul singolo Eroe (dodici divisi in quattro categorie, ma il numero è destinato ad aumentare con il Battle Pass perché Vanguard punta molto sui membri della Task Force, sono loro infatti a collegare idealmente le varie modalità nel “Call of Duty più connesso di sempre”).

CALL OF DUTY: VANGUARD OFFRE TANTISSIMO COME CONTENUTI, POCO COME INNOVAZIONI

Chi sa già di cosa parliamo presumibilmente troverà pleonastico rimarcare la presenza del cross-play, della progressione unificata che comprenderà il battle royale e dei loadout personalizzabili come in passato tra arma principale, secondaria, gadget letale, gadget tattico e specialità, oppure ancora sbadiglierà scoprendo la presenza dei bonus garantiti dalle Serie di Uccisioni, dei Potenziamenti da Campo che si ricaricano nel tempo o di dieci tipologie di innesti con cui modificare ogni singola bocca da fuoco. Come avrete capito, Call of Duty: Vanguard è un capitolo che offre tantissimo a livello di contenuti e poco per quanto riguarda le innovazioni, preferendo camminare lungo la vecchia via anziché tentare la sorte avventurandosi in quella nuova.

Call of Duty Vanguard Recensione

Mi piacerebbe dirvi che è stato bello combattere fra le fronde, ma mentirei.

Se dipendesse dalla Campagna o dalla modalità Zombi avrebbe vita dura in un anno sulla carta incredibilmente competitivo per gli FPS online, ma per sua fortuna l’impianto multigiocatore su cui è costruito poggia su delle fondamenta estremamente robuste che risultano fortificate nei punti giusti dalle poche novità/modifiche del gameplay. Naturalmente la sua parte la fa anche l’aspetto tecnico, il gradito ritorno all’engine utilizzato per Call of Duty: Modern Warfare si percepisce in tutta la sua poderosa magnificenza giacché parliamo di un motore grafico che dona maggiore fotorealismo alle ambientazioni, mette in mostra affascinanti effetti d’illuminazione, buone animazioni e soprattutto una buona ottimizzazione made in Beenox relativamente la versione PC. A proposito, ecco un altro punto a favore di Vanguard: i miglioramenti tecnici rispetto alla beta. L’immagine risulta meno “sporcata” dagli effetti ambientali che compromettevano la visibilità durante gli scontri, inoltre anche l’audio restituisce un feedback migliore mentre ci si trova sul campo di battaglia. Magari questi dettagli non gli consentono di raggiungere l’eccellenza, però fa sempre piacere notare che i feedback della comunità vengono ascoltati.

In Breve: Call of Duty: Vanguard si salva grazie a un comparto multigiocatore poderoso, a un’offerta contenutistica mai così ricca fin dal day one e ad alcuni ritocchi che rinforzano ulteriormente un gameplay già solido. Tecnicamente appaga, la Campagna lascia parecchio a desiderare e la modalità Zombi ha bisogno di tempo e ricami per dire la sua, ma è pur vero che parliamo di un titolo orientato evidentemente e prevalentemente all’online. Non c’è innovazione né rivoluzione per il franchise, chi ha giocato gli altri CoD recenti sa già cosa lo aspetta, ma forse il segreto del suo probabile successo commerciale sarà proprio questo.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 16 GB di Ram e SSD
Com’è, Come gira: Sulla configurazione di prova ha tenuto i 60fps fissi a 2160p/Ultra, la temperatura della GPU nella norma e il cuore gonfio di gioia per uno spettacolo visivo degno di nota. I livelli audio della Campagna sono sballati, ma graficamente Vanguard sa stupire in più di un’occasione grazie a diversi scorci d’impatto. Alcuni effetti di sfocatura paiono troppo marcati e ho ravvisato qualche sporadica incertezza tecnica, ma a parte un riavvio forzato causa pg bloccato la fruizione del gioco non ne ha mai risentito. Infrastruttura online che non tradisce mai.

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Pro

  • Comparto multigiocatore sempre al top / Una caterva di contenuti / Gameplay e gunplay solidi.

Contro

  • Campagna fin troppo deludente / Nessun salto di qualità per il franchise / Ha vari margini di miglioramento.
8

Più che buono

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