Knock on the Coffin Lid – Recensione

PC

Investigare su una morte misteriosa non è compito facile, soprattutto senza tutte le diavolerie tecnologiche viste in CSI. Figuriamoci poi se la morte è la nostra, come in Knock on the Coffin Lid.

Sviluppatore / Publisher: RedBoon / RedBoon  Prezzo: 20.99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile

Svegliarsi in una camera da letto con travi in legno a vista ha sempre il suo fascino, tuttavia questa volta son capitato in una mansarda con il tetto un po’ troppo basso, praticamente a dieci centimetri dal mio naso, da sdraiato. Aspetta, questa non è una camera bensì una cassa da morto, e c’è qui un tizio probabilmente saltato fuori dall’incrocio tra Dracula e Mago Merlino che mentre la apre vaneggia fandonie riguardo un mio presunto avvelenamento, a cui starebbe ponendo rimedio resuscitandomi.

Figuriamoci se gli credo, ora esco da qui e gli rompo il… oh, sono di nuovo dentro una cassa da morto, e Mago Merlacula dopo avermi instakillato mi sta ressando nuovamente. Forse è meglio dargli ascolto. L’intro a tratti macabra e a tratti comica di Knock on the Coffin Lid è splendidamente disegnata, al pari dell’intera produzione, e ci catapulta all’interno di un mondo fitto di misteri e tradimenti, chiamandoci a risollevarne le sorti.

Knock on the Coffin Lid prende il gameplay tipico dei card battler aggiungendo una storia da seguire, ricca di testi, intermezzi e dialoghi molto ben realizzati

Difficile non rimanere immediatamente rapiti dall’opera prima di RedBoon, la cui genesi travagliata e costellata da continue defezioni di membri del team è finalmente giunta a termine. Immergiamoci dunque nella storia dark fantasy che abbonda di briganti, mostri e maledizioni, senza preoccuparci troppo di finire nelle grinfie del Tristo Mietitore; è sufficiente che il nostro nuovo amico bussi tre volte sul coperchio della bara – da qui il nome del gioco – et voilà torniamo vivi e vegeti. Mica come quel tale che ci ha impiegato la bellezza di tre giorni e poi si è pure defilato.

KNOCK ON THE COFFIN LID, UNA NOVITÀ NEL SUO GENERE

Knock on the Coffin Lid è un card battler roguelite deckbuilder, e se state pensando “come Slay the Spire”, ovviamente la base del gameplay è la medesima, ma a differenza di molti altri titoli fortemente ispirati al capolavoro Mega Crit, qui c’è la volontà di prendere la meccanica di gioco ben collaudata e ampliarla con una storia. Una vera storia, che vada oltre l’uccisione di Mostro Malvagio. Cutscene e dialoghi a scelte multiple non sono momenti morti tra un combattimento e l’altro bensì parte integrante dell’esperienza, e assisteremo a violenti scontri verbali tra il nostro eroe alla continua ricerca della verità e Mortis – sì, Mago Merlacula era una mia invenzione – che risponde sempre in maniera evasiva e serafica.

Iniziamo con un bel danno AoE.

Lo stile grafico che ricorda una versione cupa di Hades e l’ottimo parlato rendono l’esperienza molto più coinvolgente della semplice progressione evento dopo evento. Ci si rende conto di essere di fronte a un’evoluzione dei classici card battler già quando si apre la mappa principale, composta non più da una serie di bivi che portano pian piano al boss del livello, bensì da percorsi molto intricati che congiungono i numerosi punti di interesse, e anche se, come vuole la tradizione, le zone già attraversate non possono più essere visitate, RedBoon ha completamente cancellato quell’inevitabile sensazione di linearità che si avverte nei giochi dello stesso genere, donandoci una buona libertà di esplorazione. E già che c’erano hanno inserito pure delle quest. Come vedete sarebbe un po’ riduttivo chiamarlo StS-like.

CARTE, EQUIPAGGIAMENTO, CLASSI E POZIONI

I combattimenti invece si svolgono seguendo le regole – non scritte ma ferree – dei card battler deckbuilder. Il campo di battaglia è rappresentato in stile JRPG, con il nostro eroe o il nostro party a sinistra e i nemici a destra. Partiamo con un mazzo piuttosto scarno, e durante il nostro turno riceviamo un certo numero di carte da giocare, ciascuna con il proprio costo in punti azione. Sta a noi decidere quali utilizzare e in che ordine.

Questa scena mi ricorda un po’ Alien.

Poi la palla passa al nemico, e si ricomincia con una nuova mano pescata dal mazzo. Chi resta in piedi, vince. Meccanica all’apparenza molto semplice e ampiamente condizionata dalla fortuna, ma l’enorme varietà di carte e la possibilità di ampliare il mazzo nel corso dell’avventura rendono gli scontri molto tattici. Le carte infatti servono per attaccare uno specifico nemico o più unità in Area of Effect, per difendersi aumentando scudi e difese, per buffarsi o nerfare gli avversari, o per un mix di tutti questi effetti.

I combattimenti avvengono nella classica modalità dei card battler, in cui solo apparentemente è la fortuna a decidere. Impegnatevi, scoprirete la profondità del sistema

Ci viene mostrato in anticipo il piano di attacco dei nemici, aggiungendo ancora più profondità: quel cane rabbioso sta per attaccarmi con un danno da 25HP, che sarebbe per me letale; provo a ucciderlo prima io, conscio che ha un’abilità di evasione molto alta, o gioco carte difensive alzando gli scudi a più non posso? E se invece tentassi la carta dell’accecamento per fargli saltare il turno, per poi bere una pozione e riorganizzarmi? Per vincere ci vogliono freddezza e lungimiranza, e ovviamente una manina della Dea Bendata non guasta mai.

DOPO LA MORTE, TORNO PIÙ FORTE

Qualora avessimo la peggio, niente paura: c’è Mortis, ricordate? Toc, toc, toc e siam pronti alla prossima pugna, ripartendo dall’inizio e perdendo tutto il loot faticosamente conquistato. C’est la vie, anzi c’est la mort, ricominciamo sempre da zero, ma in base alle imprese compiute riceviamo un piccolo bonus permanente alle statistiche, o una nuova carta da portare sempre con noi, permettendoci di ripartire un po’ più forti di prima, in puro spirito roguelite. Presto diverremo dei guerrieri imbattibili e sbaraglieremo ogni avversario.

L’equipaggiamento che indossiamo si riflette nella rappresentazione grafica del personaggio, aspetto non così comune in questo genere di giochi.

Non è vero. Knock on the Coffin Ltd non è il tipo di gioco adatto a chi cerca una partitella veloce. La mia prima run, con personaggio senza alcun upgrade e il mazzo di carte di default, è durata la bellezza di quarantasei minuti. Vi lascio immaginare le altre. I progressi arrivano con il contagocce, ma con centinaia di carte, personaggi sbloccabili, armi ed equipaggiamento da comprare dai vendor e moltissimi eventi pseudocasuali che ricordano le carte Imprevisti e Probabilità del Monopoli, chi mai vorrebbe archiviare Knock on the Coffin Ltd in una manciata di minuti? Va assaporato lentamente, pregustando anche il DLC previsto per l’anno prossimo.

In Breve: Knock on the Coffin Lid vuole espandere il gameplay dei giochi ispirati a Slay the Spire aggiungendo una storia interessante da seguire grazie a personaggi carismatici, ottimo parlato e uno stile grafico molto curato. Dimenticate la progressione a bivi fino a giungere al cospetto del boss, qui viene data grande libertà all’esplorazione grazie a mappe molto ampie e ricche di punti di interesse interconnessi tra loro. I combattimenti avvengono nel tipico stile di questo genere di videogame, e nonostante le molte carte a disposizione non presentino grandi novità, siamo di fronte a uno dei migliori card battler in circolazione.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Nulla da segnalare dal punto di vista tecnico. La UI che dovrebbe spiegare le varie keyword delle carte è un po’ caotica con i tooltip che si sovrappongono l’un l’altro.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Un card battler con una storia da seguire / Grande libertà di esplorazione / Ottimo comparto artistico

Contro

  • Gira e rigira le carte sono le stesse di sempre.
8.5

Più che buono

Password dimenticata