Dreams of Another – Recensione

PC PS5

E se il riscatto di una vita giudicata inutile fosse apparire in sogno a sconosciuti, per guidarli e aiutarli a superare traumi passati? Dreams of Another esplora questa possibilità.

Sviluppatore / Publisher: Q-Games Ltd / Q-Games Ltd Prezzo: ND Localizzazione: Interfaccia e testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam), PS5, PS VR2 Data d’uscita: 10 ottobre 2025

L’aspettativa di vita di un soldato in un teatro di guerra non è mai stata particolarmente incoraggiante; se poi, attanagliato dai suoi demoni, esita a premere il grilletto anche quando il piombo gli sibila accanto, il suo destino è praticamente segnato. Infatti, in Dreams of Another, il coprotagonista – chiamato Soldato Errante – trova la sua fine nei primissimi minuti di gioco.

Una morte repentina, ma tutt’altro che vana: sebbene il suo corpo cada sul campo di battaglia, la sua presenza torna sotto forma di una sorta di Virgilio moderno, guida spirituale e custode della memoria, ad accompagnare un enigmatico personaggio conosciuto come Uomo in Pigiama attraverso una serie di viaggi onirici. Una coppia davvero improbabile; eppure, nel loro cammmino, entrambi potrebbero trovare ciò che ritenevano perduto da tempo.

Dreams of Another

Non è come sembra. Non sto sparando a una ragazzina indifesa. La sto liberando. Davvero!

Il soldato, che in vita si era sempre sentito inutile, incapace di proteggere persino un gattino, comprenderà finalmente il proprio ruolo, mentre il suo nuovo compagno risolverà annosi problemi di anime tormentate. Nulla è come sembra in questo action adventure 3D, nel quale strumenti di morte come mitragliatori e bombe a mano donano invece vita e speranza.

DREAMS OF ANOTHER, NO CREATION WITHOUT DESTRUCTION

Rivisitazione alternativa del postulato del chimico Lavoisier – nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, affermava – No Creation Without Destruction è il leitmotiv di Dreams of Another, che basa il gameplay sulla dicotomia Distruzione e Creazione, da applicare in questo esatto ordine: non possiamo creare prima di aver distrutto.

Sparare per liberare anziché nuocere. Un concetto interessante che però stanca presto

Un messaggio profondo, affrontato egregiamente nella pellicola Fight Club: la distruzione non è la fine, ma un passaggio necessario a ricostruire. Come sarà stato applicato nel gioco? Uomo in Pigiama è placidamente sprofondato tra le braccia di Morfeo quando comincia a sognare in modo disordinato, quasi febbricitante. Si ritrova catapultato in luoghi che non riconosce, spazi sospesi tra ricordo e invenzione, invasi da globi di luce colorata che fluttuano ovunque, oscurando la vista. È come se l’effetto bokeh di una fotografia avesse deciso di abbandonare la bidimensionalità dell’immagine per riversarsi nel mondo fisico.

Dreams of Another

Già. Perché moltissimi sposi smarriscono la fede nuziale? Spiega, spiega, sono tutt’orecchi.

A terra, giace un mitragliatore; è quello che Soldato Errante non ha saputo usare al momento opportuno, che qui troverà finalmente il proprio scopo: sparando ai globi, si rivela l’ambiente circostante: un parco giochi, la piazza di un paesino, le fogne che si perdono nel sottosuolo, la profondità del mare; ambientare il gioco in un mondo onirico ha garantito agli sviluppatori estrema libertà paesaggistica.

Dreams of Another

Quando controlliamo Soldato Errante lungo i suoi ricordi, movimenti e animazioni sono di una lentezza esasperante.

Scopriremo che ogni oggetto liberato dalle bolle ha una propria anima, come la panchina contenta di offrire riposo ai viandanti o la porta di una casa disabitata, triste perché nessuno la apre e la chiude più. Troveremo anche varie cianfrusaglie, quali bollini della raccolta punti del supermercato o vecchi asciugamani sgualciti. Guai a definirli inutili: Soldato Errante è pronto a ricordarci che sono appartenuti a persone che forse li hanno amati, ed è pronto a barattarli con bombe a mano – anch’esse utili a disperdere i globi – o perk particolari come l’abilità di scattare.

MILLE STORIE INTRECCIATE

Il mondo di Dreams of Another è vivo, pulsante e popolato da anime malinconiche che chiedono il nostro aiuto. Le loro storie si intrecciano come fili di un sogno condiviso, ognuna sostenendo e dipendendo dall’altra. C’è il ragazzino che piange in silenzio perché i suoi genitori litigano senza sosta, e trova conforto solo nella musica di un anziano pianista il quale, a sua volta, trae ispirazione dal rintocco di una campana lontana, che però da tempo tace poiché nessuna talpa – sì, proprio il mammifero appartenente alla famiglia dei Talpidi, del resto è un sogno, e tutto è concesso – riesce più a suonarla per avvisare la famiglia che il viaggio dal sottosuolo alla superficie è andato a buon fine.

Dreams of Another

Sto sognando di parlare con una talpa moribonda che ambiva a ubriacarsi in una jacuzzi. Lo sapevo, che quel ragù di funghi non era a base di porcini.

Tutto è legato, ogni dolore alimenta gli altri, in un circolo vizioso che dovremo spezzare. Qui è dove la componente adventure entra con prepotenza, con il suo classico sistema di trigger di eventi in successione: aiuta A così B sarà in grado di eseguire C. Alcune situazioni particolarmente incisive sbloccheranno ricordi di Soldato Errante, che diverrà personaggio giocante in sezioni che ripercorrono le tappe principali della sua vita, spiegandoci cosa lo ha portato a perdere tutta l’autostima oltre alla capacità di premere il grilletto. Sono storie fantastiche tutte da scoprire, raccontate però con un ritmo che avrebbe meritato un po’ di sprint in più.

LIVELLI DA GRATTA E VINCI

Storia e direzione artistica di Dreams of Another sono di prim’ordine: curate, evocative, con una poetica che riesce a restare impressa. Purtroppo, la parte puramente ludica non tiene lo stesso passo. Sparare ai bokeh per rivelare la mappa è un’idea affascinante nei primi minuti, quasi ipnotica nella sua eleganza visiva, ma presto si rivela per quello che è: un gratta e vinci mascherato da shooter, dove si ripulisce lo schermo nella speranza di scoprire un oggetto, un indizio, o magari un nuovo personaggio con il quale parlare. I livelli, inoltre, sono troppo piccoli per offrire un vero senso di esplorazione.

Dreams of Another è artistico, originale e poetico, ma penalizzato da un gameplay statico e frammentato

E come nei sogni, tutto si interrompe bruscamente: un taglio netto, uno stacco di sceneggiatura, e ci si ritrova di nuovo alla schermata dei titoli, con Uomo in Pigiama pronto a entrare in una nuova fase REM. È una trovata coerente con l’atmosfera onirica, che alla lunga però spezza il ritmo e impedisce di immergersi davvero nella storia. Encomiabile il tentativo di introdurre nemici e boss giganteschi, ma anche qui l’esecuzione traballa: non sono pericolosi, si limitano a generare nuove, fastidiosissime bolle da distruggere, e tutto si risolve imparando il pattern di movimento per colpire i punti sensibili fino ad abbatterli. Regna inoltre una certa lentezza generale in movimenti, cutscene e dialoghi. Gli NPC ripetono esattamente le stesse battute ogni volta che li si interpella senza aver prima sbloccato qualche nuovo evento.

Dreams of Another

Potremmo definire quella gigantesca ruota panoramica un boss, ma affrontarla non regala emozioni.

Sarebbe bastato un semplice “torna quando [condizione]” per evitare di infliggere ai giocatori la stessa interminabile tiritera. Un vero peccato, perché Dreams of Another avrebbe potuto rappresentare un raro punto d’incontro tra action game e adventure narrativi, invece rischia di rimanere sospeso nel limbo: troppo contemplativo per gli amanti dell’adrenalina, troppo frammentato per chi vorrebbe solo immergersi in una storia.

In Breve: Dreams of Another mescola action e adventure in un mondo onirico nel quale distruggere globi di luce simili ai bokeh per rivelare ambienti e oggetti dotati di un’anima. Il protagonista, Uomo in Pigiama, guidato da Soldato Errante, alterna esplorazione, semplici enigmi e sezioni di shooting. Le meccaniche ruotano attorno al concetto “No Creation Without Destruction”: solo distruggendo si può creare. I livelli, però, sono piccoli e frammentati, interrotti da frequenti ritorni al menu principale. Nemici e boss risultano innocui, i dialoghi lenti e ripetitivi. Artistico e originale, ma penalizzato da ritmo statico e gameplay poco incisivo.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Mi ha proposto il livello di dettaglio basso, prontamente sparato al massimo, senza notale cali di prestazioni. Nemmeno grandi miglioramenti di dettaglio, a dire il vero. Potete velocizzare i dialoghi con il tasto E; segnatevelo perché vi tornerà utile.

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Pro

  • Rappresentazione grafica originale / Storia affascinante / Gameplay inizialmente coinvolgente

Contro

  • Ritmo molto lento / Ripetitivo dopo poco tempo
7.3

Buono

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