Nel bel mezzo della COP27, gli sviluppatori di Vile Monarch ci raccontano il loro modo di vedere un mondo in cui non si è fatto abbastanza per limitare il cambiamento climatico. Il gioco si chiama Floodland, che fa già capire tutto.
Sviluppatore / Publisher: Vile Monarch / Ravenscourt Prezzo: 29,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam) Data di Lancio: 15 novembre 2022
In un mondo post-apocalittico dove nemmeno la sopravvivenza della specie umana è garantita, vi stupireste se le comunità dei sopravvissuti fossero divise da ideologie diverse e incapaci di trovare una strada comune?
Se ci pensate bene non è così sorprendente, anche perché è proprio quello che sta succedendo a livello mondiale nei confronti del cambiamento climatico, evento ormai inarrestabile che si sta abbattendo sul nostro pianeta e che gli sviluppatori di Vile Monarch hanno reso la premessa del loro ultimo gioco, in uscita domani su Steam.
LA GESTIONE DELLE FLOODLAND
Sono certo che abbiate letto con attenzione la nostra recente anteprima di Floodland, ma giusto per gli smemorati ricorderò gli aspetti di base di questo gioco: stiamo parlando di un gestionale concettualmente simile alla serie The Settlers o Tropico, nel senso che non abbiamo il controllo diretto dei nostri cittadini ma possiamo assegnarli agli edifici che costruiamo in modo che contribuiscano allo sviluppo della nostra incerta comunità. Partiamo dal fabbisogno delle esigenze primarie: ovviamente serve un tetto sotto cui dormire, oltre che impianti di filtraggio per bere l’inquinatissima acqua e cucine per evitare infezioni e malattie dai pesci e i molluschi che ci vivono.
Di Floodland mi è molto piaciuto il ritmo “stratificato”, in cui ogni fase della campagna ci pone davanti a sfide di tipo diverso che ci obbligano a cambiare mentalità e occuparci di aspetti di gameplay nuovi e interessanti.
Dopo aver assicurato la sopravvivenza del nostro gruppo, incontreremo altre fazioni
Eccoci allora a gestire nuovi equilibri, tramite editti e edifici civici che servono a mantenere il morale alto. Anche qui, però, la situazione è tutt’altro che banale: costruire un municipio, per esempio, incontrerà il favore della fazione che ha a cuore le libertà civili di ognuno, ma causerà anche malcontento per chi invece lo vedrà come una complicazione che aggiunge burocrazia inutile in un mondo dove ormai bisogna solo badare all’efficienza.
le leggi per regolare la convivenza tra gruppi provocheranno malcontento
LA STORIA DELLE FLOODLAND
Proprio la ricerca ha quindi una importanza fondamentale, e ho trovato che a volte questo abbia l’inattesa conseguenza di intralciare la fluidità delle partite, perché capita di dover aspettare di accumulare sufficiente ricerca per sbloccare delle tecnologie necessarie alla progressione nella campagna, e mentre si aspetta pazientemente capita di non aver molto da fare se non gestire l’ordinaria amministrazione.
Pur mantenendo un approccio aperto e libero, Floodland si caratterizza per la sua componente narrativa, che guida il giocatore verso obiettivi di alto livello che fanno muovere la storia vera e propria, di cui non sto qui a fare spoiler, ma posso dire che segue alcuni classici pilastri delle fiction post-apocalittiche.
la ricerca ha un’importanza fondamentale
L’interfaccia di gioco e i menù di supporto fanno un lavoro molto buono nel farci capire cosa funziona e, soprattutto, cosa no. In questo modo, identificare i problemi che affliggono la nostra società non è quasi mai difficile, e noi possiamo concentrarci sulle azioni da mettere in atto per risolverli.
Una delle sfide principali risiede nella gestione delle persone
Visto che in Floodland c’è un’attenzione di un certo livello ad alcuni dettagli di logistica, come per esempio la distanza delle abitazioni dai luoghi di lavoro, ho trovato una certa dissonanza con il sistema di gestione globale delle risorse, che è condiviso tra tutti i distretti, anche se lontani tra loro e separati da tratti di mare. Di sicuro è più comodo così, e creare da zero filiere di produzione in ogni nuova area avrebbe in effetti rallentato fin troppo il ritmo di gioco, quindi non sto contestando la funzionalità di per sé, quanto piuttosto l’assenza di una spiegazione di un qualche tipo.
Floodland si caratterizza per la sua componente narrativa, che guida il giocatore verso obiettivi di alto livello
In Breve: Vile Monarch ha messo in piedi una struttura solida con diversi pilastri che sorreggono l’esperienza di gioco del loro gestionale. La tensione tra numero di cittadini e la quantità di priorità da gestire, l’aspetto narrativo che porta avanti la storia e sblocca nuove meccaniche di gameplay, il progresso tecnologico che permette di progredire, e un mondo che più lo scopri, più mette a nudo i segni del cambiamento climatico. Tutto ciò crea un bel mix tra gestione di operatività quotidiana e strategie a lungo termine, di quelli che poi fai davvero fatica a spegnere il PC. Certo, Floodland non spinge il livello di sfida – e di ansia – ai livelli di Frostpunk, ma per me questo è un altro pregio.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2GHz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: L’estetica di Floodland è molto piacevole, non le saprei appioppare un’etichetta ma mi è piaciuta per il risultato materico, quasi si trattasse di una pennellata impressionista. Tecnicamente nessun problema, nonostante caricamenti un po’ troppo lenti.