Stessa metropolitana, nuovi binari. Preparate il vostro borsone di maschere antigas e proiettili, Metro redux sta per partire da una nuova stazione: quella di Kyoto.
Sviluppatore / Publisher: 4A Games / Koch Media Prezzo: 24,99 € ciascuno Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: +16 Disponibile su: PC, Switch, PS4, Xbox One
In controtendenza rispetto a tanti altri titoli debuttati sulla console Nintendo tempo dopo la loro iniziale data di uscita, 4A Games ha preferito far tutto da sé. Si è rimboccata le maniche e, a fine febbraio di quest’anno, ha fatto approdare anche su Switch i primi due capitoli della saga survival horror post-apocalittica ispirata ai romanzi di Dmitry Glukhovsky, confezionati in un comodo cofanetto: Metro Redux. Com’è andata? Scopriamolo insieme.
NESSUN SEGNO DI DECADIMENTO
A dieci anni esatti dall’originale uscita del primo, Metro 2033 e Metro: Last Light sembrano non patire più di tanto l’effetto del tempo sulle loro spalle. Un risultato non così scontato in un mercato dominato da vasti open world e luccicanti remake che avrà senz’altro contribuito a convincere gli sviluppatori a festeggiare questo importante traguardo portando Artyom e tutti gli altri sfortunati abitanti della metro moscovita sulla versatile ibrida della grande N. Una scelta che, al netto di qualche problemuccio che andremo a sviscerare più in là, si è rivelata piuttosto azzeccata.
Partiamo subito col dire che, dal puro e semplice punto di vista qualitativo, questo port si avvicina a quei piccoli miracoli che sono stati Doom 2016 e Alien: Isolation. L’incredibile stabilità dei 30 fps ottenuta sia su 2033 e che su Last Light, in modalità docked e in handheld, è stata infatti ottenuta senza lesinare troppo sull’impatto visivo: le texture non saranno dettagliate come quelle delle versioni per PS4 e Xbox One, ma il risultato finale è comunque incredibilmente soddisfacente.
Dal punto di vista qualitativo, e così di riduzione tecnica, questo port si avvicina a un altro piccolo miracolo
LA TETRA VERITÀ
Arriviamo dunque alle note dolenti, partendo dalla prima e più particolare. C’è un motivo universale e indiscutibile per il quale tantissimi titoli riescono ad andare a ruba su Nintendo Switch nonostante l’inevitabile downgrade grafico: l’irresistibile fascino della portabilità. Tanto giocatori sono disposti a scendere a patti con dettagli ridotti, meno risoluzione e fps modesti per poter godere del proprio titolo preferito letteralmente ovunque.
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