NBA 2K26 – Recensione

PC PS5 Switch Xbox Series X

Ecco NBA 2K26, IL simulatore di basket per PC e console per antonomasia, non tanto per merito, quanto per il fatto di essere l’unico. Ma stavolta sfoggia armi formidabili…

Sviluppatore / Publisher: Visual Concepts / 2K Prezzo: 69,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo, co-op online e locale PEGI: 3+ Disponibile Su: PC (Steam/Epic), PlayStation 5, Xbox Series X/S Data di lancio: Già disponibile

E così rieccomi qua, dopo vent’anni, a parlarvi dell’annuale gioco di basket dedicato all’NBA. Ridendo e scherzando, l’ultima volta risale al 2006; di acqua ne è passata parecchia sotto i ponti, a cominciare dalla software house che lo produce, ma in fondo ormai questa è una storia vecchia.

Shai Gilgeous-Alexander, MVP del 2025, presta la propria immagine a una delle copertine del gioco.

Quel che sapete già, e se non lo sapete ancora ve lo dirò io, è che NBA 2K (aggiungere le ultime due cifre dell’anno prossimo) è una simulazione in assoluto ‘urbi et orbi’ del celeberrimo campionato di basket americano e, un po’ come una sorta di pozzo dei desideri, unisce tra loro una formidabile impostazione arcade durante le partite, una simulazione economica piuttosto complessa se desideriamo gestire le squadre, e una brillante sezione GDR se vogliamo vivere la carriera di un giocatore, soddisfacendo ogni tipo di velleità. E questo vale naturalmente per atleti di entrambi i sessi. Insomma, cari i miei tre o quattro lettori confinati da anni su un’isola deserta: dimentichiamoci pure i giochini con cui ci dilettavamo da ragazzini in sala giochi, perché qui si fa sul serio!

UNA FORMULA CHE NON CAMBIA MAI

Dimentichiamoci pure i giochini con cui ci dilettavamo da ragazzini in sala giochi, perché qui si fa sul serio!

C’è letteralmente da perdersi, nelle schermate che si susseguono tra le varie modalità di gioco, e se non avete esperienza con i titoli precedenti della serie, il tempo necessario per l’apprendimento sarà notevole.

2KTV è un’emittente sportiva farlocca presente nel gioco, utile per scoprirne alcune caratteristiche.

Ma tranquilli: Roma non è stata certo costruita in un giorno e lo stesso vale per questo titolo, forte di un’esperienza maturata in oltre venti anni dallo sviluppatore Visual Concepts, che di anno in anno ha tolto e aggiunto cose, ma mantenuto la formula sostanzialmente identica. Vien dunque piuttosto facile, ai detrattori della serie, accusarla di riproporre sempre lo stesso gioco: una bella rinfrescata alle rose, qualche piccola opzione di contorno e via, la nuova edizione è pronta! In realtà, non è proprio così, perché di anno in anno il gioco si arricchisce sempre di più e per gli appassionati costituisce ormai un appuntamento fisso, un po’ come se fosse la nuova stagione di una fiction di successo. In più, quest’anno le novità sono parecchie, a partire proprio dall’aspetto più ‘fisico’ della simulazione, l’ingresso sul parquet.

Il primo passo da effettuare sarà determinare le fattezze del nostro alter ego in campo.

PIÙ FLUIDITÀ E TIRI MIGLIORATI

Se vogliamo ‘giocare e basta’ scegliamo subito l’opzione ‘Gioca ora’: non c’è modo migliore per entrare nello spirito del gioco e accorgersi di un sensibile aumento della fluidità di movimento rispetto all’edizione dell’anno scorso. I giocatori si muovono più velocemente e vanno a occupare rapidamente le loro posizioni, all’occorrenza smarcandosi se necessario, consentendoci una veloce esecuzione delle nostre azioni. E quando siamo vicini al canestro avversario, tirare torna a essere un’azione naturale, per certi versi istintiva.

Il gioco comprende anche un completo tutorial che copre le basi, le azioni più complesse e – da quest’anno – anche una serie di argomenti intermedi.

Abbandonati gli arzigogolati meccanismi di alcune edizioni del passato, tutto si limita a tenere premuto il tasto X per il giusto tempo: sullo schermo appare un arco bianco che si riempie velocemente, fino a raggiungere una sezione colorata in verde; il nostro obiettivo è chiaramente mollare il tasto al momento giusto, un po’ come capitava nell’edizione 2K23. A differenza di quest’ultima, tuttavia, l’area verde cambia dinamicamente estensione in base alla difficoltà del tiro, considerando alcune variabili come la strenuità della marcatura avversaria, il nostro bilanciamento durante la corsa, la vicinanza del canestro e la libertà di visuale che abbiamo.

Per effettuare un tiro è sufficiente premere il tasto X abbastanza a lungo da raggiungere la sezione verde. Ma occhio a non eccedere!

Con l’impossibilità pratica di prendere la mira e tirare una palla con naturalezza usando un joypad, Visual Concepts sembra aver trovato un ottimo compromesso grazie al tempismo, e apprenderlo non è difficile. Basteranno poche partite, magari precedute dal tutorial “Impara 2K”, per prenderci la mano e scendere in campo.

UNA CARRIERA LABORIOSA

L’aspetto centrale della serie NBA 2K, tuttavia, è sempre stata la modalità carriera. Anche stavolta prenderemo le redini di un ragazzino appena uscito dalle scuole superiori, ma con tanti sogni di gloria da realizzare. L’avvio è di quelli che lasciano il segno: nell’introduzione andremo a sfidare niente meno che Shai Gilgeous-Alexander, MVP del 2025, dicendogli che la prossima volta che lo vedremo di persona sarà sul campo di gioco. E ci vedremo già nel bel mezzo di una partita contro di lui, anche se, come scopriremo, sarà soltanto un sogno a occhi aperti.

Rivedere la maglia numero 34 dei Lakers e Shaquille O’Neal che la indossava, ormai, è possibile solo nei videogiochi.

Prima di arrivarci, dovremo sudare letteralmente sette camicie, impegnandoci in una lunga sequela di partite, allenamenti, sfide, ma anche curiosi divertimenti che possono fruttarci un bel po’ di soldi in VC, virtual currency, croce e delizia della serie: come comprendiamo subito giocando, sarà molto più facile da spendere che non da guadagnare. A meno che, naturalmente, non provvediamo ad acquistarne noi stessi in cambio di euro veri.

A casa sua, il nostro MP ha già tutto quello che gli serve. O forse no, e allora gli tocca uscire.

Il nostro MP può uscire di casa e muoversi in una cittadella dove tutto è a portata di mano: negozi, palestre, sale gioco, e raccogliere sfide che richiedono tempo e fatica, che possono anche essere vincolate a specifiche giornate o a precisi limiti di tempo (per esempio, sfide che si possono ripetere soltanto a distanza di una settimana, in tempo solare).

Il tempo è una risorsa molto preziosa, e con l’avanzare dell’età lo diventa sempre di più

È qui che, molto probabilmente, tanti giocatori metteranno duramente alla prova la loro forza di volontà: il tempo è una risorsa molto preziosa, e con l’avanzare dell’età lo diventa sempre di più. Ma per raggiungere l’apice della carriera come cestisti virtuali occorre spenderne parecchio, tenendo in considerazione che ogni risultato, ogni scelta, ogni azione che compiremo si rifletterà sul nostro percorso.

SQUADRE MISTE, MA COSTOSE

La moneta virtuale, che già avevamo avuto modo di conoscere in modalità carriera, diventa centrale nella gestione delle squadre e dei campionati, dove è molto facile farsi ammaliare dalle offerte che il gioco ti spiattella in faccia, letteralmente, ogni momento.

NBA e WNBA si fondono in modalità MyTEAM.

Se non altro, da quest’anno le rose del campionato femminile WNBA entrano ufficialmente nella modalità MyTEAM, per cui possiamo anche realizzare delle squadre miste, con giocatori maschi e femmine dalle statistiche opportunamente bilanciate. NBA 2K26 permette di fissare il Salary Cap per i giocatori, introduce lo sviluppo degli allenatori, lo scambio di Victory Card, ricompense REP ampliate, nuove ricompense per Showdown e Domination, e una visualizzazione delle Carte Giocatore aggiornata. E, limitatamente alle console PS5 e Xbox Series X|S, c’è perfino un contest realizzato in collaborazione con AT&T, basato su tornei settimanali a partire dal 12 settembre, con un premio finale di 10.000 dollari (chissà se potremo partecipare, da questo lato dell’Oceano…).

Nella costruzione del nostro giocatore, possiamo prendere esempio dai campioni esistenti.

E già che si parla di soldi, è pregevole notare come sia relativamente facile mettere in piedi un team abbastanza competitivo anche senza spendere una fortuna. Il problema è che, salendo la classifica, quell’abbastanza diventa sempre meno, e per mettere a posto la rosa come vorremmo toccherà spendere un sacco di soldi. Veri.

IL DIAVOLO STA NEI DETTAGLI

Dove stia il diavolo, Visual Concepts lo sa molto bene: sono proprio le tentazioni a solleticare l’istinto di mettere mano alla carta di credito. Ma le microtransazioni (nemmeno tanto micro, a ben vedere) non sono gli unici dettagli su cui si è concentrata. Tutto il gioco – lo ricordo ai soliti tre o quattro che non hanno mai giocato prima – è pieno di chicche che dimostrano una grande attenzione, o per lo meno una comprovata esperienza, nella sue realizzazione.

Ecco un modo intelligente per usare gli shader…

Per esempio, ci sono delle modalità storiche che consentono di rivivere alcune stagioni d’oro dell’NBA, a partire dagli anni 80, scegliendo le quali verranno applicati alla visuale degli shader che simuleranno la ‘resa’ dei televisori dell’epoca. A volte sono un po’ esagerati, ma rendono molto l’idea e fanno scendere una lacrimuccia di nostalgia ai vecchiacci come me.

Una partita tra giocatori storici, esattamente come l’avremmo vista su un vecchio TV color NTSC.

Possiamo rivivere emozioni d’epoca e rivedere all’opera atleti che purtroppo non sarà più possibile altrimenti, come il compianto Kobe Bryant, qui riprodotto per fattezze e movimenti come molti altri mostri sacri del basket.

Peccato, e sottolineo peccato, che l’obiettivo plateale di 2K sia guadagnare il più possibile dai suoi clienti

Ed è inutile negarlo: il potere catartico di una partitella, anche estemporanea, rubata al tran tran quotidiano, è sempre piacevole da provare. Peccato, e sottolineo peccato, che da diversi anni a questa parte l’obiettivo plateale di 2K sia cercare di guadagnare il più possibile dai suoi clienti, spingendolo a spendere un mucchio di soldi in potenziamenti che, altrimenti, costerebbero mesi e mesi di gioco.

UN GIOCO, TRE PREZZI

Un po’ come nella pubblicità di un noto sito che permette di risparmiare sulle camere d’albergo, ma al contrario, ecco arrivare tre diverse ‘offerte’ per comprare NBA 2K26: l’edizione standard, nuda e cruda, costa 70 euro (69,99 per la precisione, ma a noi piace arrotondare), l’edizione Superstar ne costa 100 e la più completa di tutte, la Leave No Doubt, ne costa 150 ma prevede un credito di 135.000 VC, due pass stagionali, diversi pacchetti e potenziamenti.

Abbiamo recuperato un pallone volato tra il pubblico. Chissà se rivendendolo su ebay guadagneremmo un po’ di VC necessari a rimpolpare la rosa…

Anche la valuta virtuale prevede degli ‘sconti quantità’, passando da 10 euro per 35.000 VC a 150 euro per averne 20 volte tanti. Considerando che alcuni giocatori costano diverse centinaia di migliaia di VC, si capisce subito dove si vuole andare a parare con la modalità MyTEAM. Chi vorrà farsi un vero e proprio dream team, insomma, si prepari a svolgere un lavoro molto ben retribuito durante la giornata. Fortuna che, almeno quando giochiamo alle partite veloci, possiamo accedere virtualmente a qualsiasi rosa presente nel gioco: non avanziamo, non facciamo carriera, non sfoggiamo il nostro carisma on line, ma ci divertiamo lo stesso, e per molti questo sarà sufficiente.

In Breve: NBA 2K26 si conferma il campione assoluto dei giochi di basket in un mercato privo di concorrenza, riproponendo la sua solita formula e migliorandola sotto alcuni aspetti. Abbiamo gradito molto la maggiore fluidità dell’azione nelle partite e la nuova modalità di tiro, così come abbiamo apprezzato la struttura della modalità carriera, sebbene il sistema di ricompense e i mille compiti ripetitivi da svolgere non siano sempre all’altezza delle aspettative. Come sempre non ci piacciono particolarmente le transazioni in game, ma ormai non sono più una novità. Il re è tornato, viva il re! Ma quante tasse…

Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 5600, Radeon RX6600, 32 GB RAM, SSD
Com’è, come gira: Funzionamento fluidissimo in Full HD e a 2K con la configurazione di prova, con dettaglio grafico automatico. Stranamente, abbiamo dovuto impostare FRS a mano per una resa ancora più fluida.

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Pro

  • Massiccia simulazione omnicomprensiva del basket NBA / Spettacolare sotto ogni aspetto / Migliore dell'anno scorso

Contro

  • Non così diverso dalle edizioni precedenti / Solite transazioni economiche in game
8.9

Più che buono

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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