Venghino siori, venghino: Park Beyond, il nuovo gestionale di Limbic Entertainment e Bandai Namco, ha ufficialmente aperto i suoi cancelli al grande pubblico. Siete pronti a scatenare la vostra creatività sulle ali dell’Impossibiliazione?
Sviluppatore / Publisher: Limbic Entertainment / Bandai Namco Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 5, Xbox Series X|S Data di uscita: Già disponibile
Nonostante i naturali limiti di ciascuna occasione, il gestionale di parchi a tema realizzato dagli autori di Tropico 6 s’è sempre disimpegnato bene durante le varie anteprime, motivo per cui da queste parti c’era una gran voglia di passare più tempo con lui per verificarne fino in fondo la tenuta.
Dopo tanti gustosi assaggi finalmente abbiamo tutti la ghiotta opportunità di affondare i denti nell’ambizioso simulatore di luna park. Atteso dai nostalgici di Theme Park, Planet Coaster ed epigoni, Park Beyond è ormai più che pronto a svelare se ha tutte le carte in regola per raccogliere l’eredità spirituale dei grandi del passato.
LA CONTAGIOSA ALLEGRIA DI PARK BEYOND
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, ecco un riassunto. Park Beyond è un gestionale in cui ci vengono allegramente messi a disposizione una corposa serie di strumenti necessari per costruire un parco divertimenti a tema degno di questo nome. Se la componente ludica funziona grossomodo come ci hanno abituato altri esponenti del genere, il contesto in cui ci si muove prova a farci respirare un’aria più frizzantina grazie al suo piglio scanzonato.
La regola non scritta di Park Beyond è mai prendersi troppo sul serio mentre ci si lascia guidare dall’ispirazione
Lo story mode è un tutorial lungo otto missioni/scenari con obiettivi differenti che ci spiega, step by step, i segreti che ci nascondono dietro un luna park di successo. Dal piazzamento delle attrazioni all’ubicazione dei relativi accessi e delle uscite, passando per i negozi, i servizi, le decorazioni e il personale, sta a noi decidere come impostare e migliorare ognuno dei nostri parchi per renderlo tanto funzionale quanto attraente. Ci sono bivi narrativi e decisioni da prendere (ad esempio sullo stile che si intende adottare per il proprio parco) che garantiscono alla modalità story-driven una certa dose di rigiocabilità.
Lo story mode è un tutorial lungo otto missioni/scenari con obiettivi differenti che ci spiega i segreti che ci nascondono dietro un luna park di successo
IMPOSSIBILE IS NOTHING CON L’IMPOSSIBILIAZIONE
Sebbene Park Beyond sia un gestionale, l’approccio alla parte più cervellotica dell’esperienza risulta meno deciso di quanto qualcuno, magari abituato a modus operandi più profondi, potrebbe desiderare. Bisogna badare alla salute economica e all’attrattiva del proprio parco, si devono tenere sotto controllo i prezzi (possibilmente sfruttando le mode), ci sono diversi parametri su cui si può mettere mano per ogni singola struttura e, ovviamente, anche le esigenze di un pubblico da soddisfare costantemente – punterete sui bambini, sugli adolescenti, sugli adulti o proverete ad appagare tutti quanti? – oltre a delle mappe di calore utili a capire dove intervenire, ma se bramate un manageriale che possa mettere in crisi le vostre capacità sappiate che Park Beyond ha altre mire.
Lui punta all’eccesso, a rendere possibile l’impossibile, all’immediatezza e alla semplicità, non certo a metterci in difficoltà e lo dimostra in vari modi tra cui una colorata direzione artistica tendente al cartoon, delle attrazioni sui generis e soprattutto la feature che lo caratterizza maggiormente: l’Impossibiliazione. Più gli avventori del parco sono contenti, più si riempie l’indicatore dello Stupore. Quando si raggiunge una certa soglia si può “impossibiliare” un elemento del parco. In soldoni significa potenziarne non solo l’aspetto ma anche le capacità, sicché scoprire in che cosa è possibile fare evolvere le attrazioni, i negozi e il personale presto si trasforma in una sorta di minigioco.
Impossibiliare si sposa bene con l’anima fanciullesca di Park Beyond e con il suo gameplay rilassante dove ogni follia è realizzabile
LIMBIC FRA PECCATI E SPERANZE
Peccato per una qualità della vita migliorabile e un comparto tecnico sui cui c’è ancora del lavoro da fare, come raccontano alcuni bug/glitch e qualche ruvidità di troppo nei controlli. A lungo andare inoltre i più esperti potrebbero bramare degli stimoli in più per continuare a investire il loro tempo in un gioco che, sostanzialmente, propone dinamiche già viste, tuttavia gli sviluppatori puntano molto sulle creazioni della comunità e ciò potrebbe volgere a favore dell’esperienza.
Non mi sto riferendo ai contenuti extra garantiti dal Season Pass. Penso piuttosto alla condivisione con gli altri (indipendentemente dalla piattaforma di gioco) di ciò che si crea attraverso un editor modulare per le strutture e, di conseguenza, alla possibilità di sfruttare le idee altrui per accedere a infiniti contenuti, una prospettiva che, in teoria, potrebbe darci una modalità sand box in continua espansione. Riuscirà Limbic a impossibiliare il suo Park Beyond nei prossimi mesi e a tirarne fuori tutto il potenziale? Non vediamo l’ora di scoprirlo.
In Breve: Park Beyond è dotato di alcune idee intriganti, di qualche lacuna/difetto e di alcuni compromessi da accettare. È bravo a intrattenere chi desidera sfogare la propria creatività realizzando il parco a tema che ha sempre sognato e i neofiti del genere, ma chi cerca un gestionale con cui perdere il sonno e il senno potrebbe desiderare qualcosa di più profondo e stimolante. Tra strumenti, Impossibiliazione e personalizzazioni assortite, il gioco permette di scatenare la propria fantasia nonostante qualche sbavatura tecnica di troppo e un potenziale non pienamente sfruttato che, per il momento, indicano delle promesse mantenute solo in parte.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 16 GB di Ram e SSD
Com’è, Come Gira: Detto dei problemi tecnici, direi che ci sia da migliorare qualcosina anche livello di ottimizzazione. Tirando le somme, tra grafica e sonoro l’occhio è appagato da quel che vede su schermo così come l’orecchio approva ciò che sente.