Stanca del solito ruolo di principessa da salvare, Princess Peach torna protagonista dopo il successo al botteghino cinematografico. Questa volta è un’apparentemente innocua visita ad un teatro a trasformarsi in un’avventura piena di… avventure. Una sola eroina per una miriade di personaggi, che si alternano sul palcoscenico in una rappresentazione colorata e divertente, adatta soprattutto ad un pubblico giovane.
Sviluppatore / Publisher: Good-Feel / Nintendo Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +7 Disponibile su: Nintendo Switch
Povera Peach, per decenni si è dovuta accontentare del ruolo di principessa da salvare, vittima delle delle mire di Bowser e costretta ad attendere il suo salvatore… sempre nel castello successivo. Nel frattempo il suo spasimante Mario diventava famoso per i suoi salti, il fratellone Luigi se ne andava in giro a disinfestare case stregate, il gorillone DK imperversava a quattro stagioni e persino quella testa di fungo di Toad aveva la sua avventura come cerca tesori. Il momento della rivalsa però è arrivato nel luogo più inaspettato, il cinema.
Nel primo ma non ultimo lungometraggio animato di Super Mario, Peach ha avuto un ruolo di prim’ordine e ha dato prova del suo multiforme talento. È ancora una volta un palcoscenico a darle una seconda opportunità di farsi valere, questa volta quello di un teatro preso di mira da Uva Spina e la sua compagnia di mosti (scritto proprio così, senza “r”). I cinque piani del Teatro Splendente hanno perso la luce e i colori e toccherà proprio a Peach partecipare ad una serie di rappresentazioni per far tornare tutto allo splendore di un tempo. Insieme al custode Stella, dovrete accompagnarla alla scoperta dei suoi talenti nascosti e di segreti che si celano negli angoli più reconditi del palazzo.
POTERI E RESPONSABILITÀ: ECCO PRINCESS PEACH
Princess Peach: Showtime è il secondo gioco di quella che a questo punto può considerarsi una mini-serie, iniziata poco meno di una ventina di anni fa su Nintendo DS con Super Princess Peach, titolo in cui i canonici ruoli venivano invertiti e la biondissima principessa era chiamata a salvare Mario dal rapimento di Bowser, che forse in quel periodo aveva le idee un po’ confuse. Anche all’epoca Peach aveva a disposizione diversi poteri, legati a quattro emozioni che le permettevano di sbloccare svariate mosse e tecniche di combattimento. Questa volta il numero di trasformazioni è salito a dismisura, sono addirittura dieci, ognuna con specifici poteri.
I salti sono ancora una volta all’ordine del gioco ma a seconda del livello… pardon, dello spettacolo, dovrete imparare a far volteggiare il lazo come una provetta cowgirl, nascondervi nell’ambiente come il miglior ninja, maneggiare una spada come un moschettiere, affinare l’intuito come Sherlock Holmes e far roteare i calci meglio di Bruce Lee. Il tutto è sorretto da una grafica come sempre molto colorata che però stavolta presta il fianco a qualche piccola critica.
L’idea di diversi poteri legati a specifici costumi non è nuova, ma si adatta perfettamente allo stile fresco e divertente di Princess Peach: Showtime
DIECI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
L’idea di diversi poteri legati a specifici costumi e livelli non è ovviamente nuova, ma si adatta perfettamente allo stile fresco e divertente di Princess Peach: Showtime… ma non tutte sono totalmente azzeccate e alcune spiccano nettamente su altre. I livelli con un tasso d’azione più alto sono quelli che funzionano meglio e che ci hanno portato a preferire Peach spadaccina, kung-fu, ninja, ladra misteriosa e supereroina alle sue trasformazioni in investigatrice, sirena e pasticcera.
Queste ultime sono fondamentalmente le uniche sezioni che inseriscono enigmi, puzzle e mini-giochi nella formula di gioco, non sempre con buoni risultati. Partiamo da Peach investigatrice, in questi livelli le meccaniche di indagine sono a dir poco compassate e la ricerca di indizi è troppo semplice per dare al giocatore un vero tasso di sfida. Della Peach sirena abbiamo apprezzato le idee dei mini-giochi a sfondo musicale, ma purtroppo alcuni sporadici problemi nella risposta ai comandi e nell’interazione con alcuni elementi dei fondali hanno reso il tutto difficoltoso ma nell’accezione sbagliata del termine.
Il bilanciamento della difficoltà tarato (molto) verso il basso fa sì che si possa arrivare ai titoli di coda del gioco in pochissime ore
CERCATE UNA VERA SFIDA? PECCATO…
Fatta eccezione per questi piccoli ostacoli, il bilanciamento della difficoltà tarato (molto) verso il basso fa sì che si possa arrivare ai titoli di coda dello spettacolo in pochissime ore. Ognuno dei circa 30 livelli da cui è composto il gioco ha una durata media che raramente supera i 4 minuti e noi li abbiamo completati tutti, con una percentuale di ritrovamento dei bonus che si aggira sull’85%, abbiamo impiegato poco più di quattro ore.
Una volta terminati i crediti vengono sbloccate delle attività secondarie che allungano un po’ il brodo ma non più di tanto, è possibile infatti riaffrontare gli scontri con i boss con l’aggiunta di qualche obiettivo supplementare e ripetere da capo ogni stage alla ricerca degli assistenti nascosti della Splendì ninja. Nessuna di queste “imprese” è particolarmente ostica quindi diciamo che disossare Princess Peach: Showtime al 100% difficilmente vi porterà via più di 8 ore... troppo poche se si fa il paragone con altri spin-off “marieschi” e soprattutto se si considera il prezzo non-budget del gioco.
In Breve: Princess Peach dà prova di grande talento nel trasformismo in questa sua seconda avventura “in solitaria”. Dieci trasformazioni che si alternano in livelli pieni di mini-giochi e segreti da trovare. Un gioco colorato e divertente ma contraddistinto da un livello di difficoltà decisamente basso, che penalizza non poco la longevità e lo indirizza soprattutto ad un pubblico molto giovane o alle prime armi.
Piattaforma di Gioco: Nintendo Switch
Com’è, come gira: Nessun problema degno di nota per Princess Peach: Showtime su Switch, ma è doveroso far notare che in alcune location, hub centrale del teatro in primis, la risoluzione del gioco è addirittura più bassa degli standard Nintendo e restituisce personaggi leggermente “blurrati” e ambienti non perfettamente definiti sia in modalità portatile che docked.