DI TUTTE LE LOCATION, IL CASTELLO DIMITRESCU È SICURAMENTE QUELLA CHE METTE PIÙ IN MOSTRA I CARATTERI NEXT-GEN DI RESIDENT EVIL VILLAGE

Il RE Engine è ormai più che maturo e mette in mostra i muscoli in questo nuovo capitolo, ma qualche incertezza rimane.
Il sonoro ambientale sfrutta bene l’effetto 3D offerto da un buon impianto audio o da headset di fascia medio-alta come le cuffie Pulse di PS5. La soundtrack è composta da pochi pezzi orchestrali che non si fanno notare per varietà e complessità, ma che riescono comunque a sottolineare piuttosto efficacemente le fasi di gioco più intense. Sembrano tuttavia lontani i tempi dei primi Biohazard, che una volta completati ti facevano spesso desiderare l’acquisto del relativo CD musicale. Di buon livello il doppiaggio italiano e questa è una bella notizia perché quello delle ultime demo ci aveva procurato qualche brivido (specie la voce di Ethan), ma alla fine il lavoro fatto dal cast nostrano è apprezzabile.
VISIONE D’INSIEME
Village segue il solco tracciato dal capitolo precedente, piazzandosi abbastanza in alto nella scala di valori della serie, seppur con qualche piccola riserva. La sensazione è che stavolta Capcom abbia voluto esagerare, fortunatamente con equilibri ben diversi rispetto ad alcuni disastri del passato, e a tratti abbia un po’ perso il focus. L’orrore c’è e vi garantiamo che alcuni momenti non li dimenticherete facilmente, ma la sensazione di costante e incombente pericolo del folgorante inizio e del Castello viene successivamente diluita da un back-traking nel Villaggio (figlio anch’esso di RE4) un po’ ridondante e privo di scopo se non quello di procedere verso la location successiva.

Bambole di porcellana vestite di pizzo e arti di plastica che penzolano dal soffitto, tutto in questa stanza grida “gira i tacchi e dattela a gambe”.
Anche questo capitolo sembra quindi destinato a dividere il pubblico, che già con il settimo capitolo si era spaccato a causa dell’introduzione della visuale in soggettiva. A nostro modo di vedere è un piccolo passo indietro rispetto a Resident Evil 7 in termini di ritmo narrativo e per certi versi anche in ambito ludico. Arrivati alla fine avrete bisogno di un breve periodo di sedimentazione per assimilare ciò che avete visto e vissuto, ma alla fine una certezza prenderà forma nella vostra coscienza: Resident Evil nella sua timeline principale non sarà mai più il franchise che amavamo e ricordavamo. Questo da un certo punto di vista è un bene perché solo chi è capace di evolversi è destinato a sopravvivere, ma per il futuro consigliamo a Capcom di concentrarsi su meno idee, sviluppandole però con un respiro più ampio e profondo per dare ai prossimi giochi un carattere più forte e persistente.
In Breve: Resident Evil Village segue il solco tracciato dall’ottimo settimo capitolo rivolgendo al tempo stesso lo sguardo al passato e miscelando il tutto con un cocktail di personaggi e situazioni estremamente vasto… forse anche troppo. Ciò che vi aspetta è un’esperienza con tanti alti e qualche basso, destinata a far discutere i fan della serie fino all’uscita del prossimo episodio.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Essendo un gioco uscito durante un cambio generazionale le prestazioni non sono al top sulle nuove piattaforme. Qualche incertezza nel frame rate e nella gestione delle texture, ma l’accoppiata HDR + Ray Tracing regala alcuni scorci davvero notevoli.