Reus 2 – Recensione

PC Switch Xbox One Xbox Series X

Dopo essersi fatto apprezzare non poco su PC, Reus 2 si presenta su Switch e Xbox Series X|S determinato a dimostrare che la meditazione strategica definitiva sulla creazione e distruzione cosmica è più che pronta per la portabilità e le console.

Sviluppatore / Publisher: Abbey Games / Firesquid Prezzo: € 24,49 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 3 Disponibile su: PC (Steam), Switch, Switch 2, Xbox Series X|S Data di uscita: Già disponibile su PC, 23 ottobre su console

Il concetto di “God Game” nel panorama videoludico contemporaneo ha sempre portato con sé il peso di un paradosso quasi teologico: quanto controllo possiamo effettivamente delegare al giocatore prima che la simulazione si trasformi in una mera lista della spesa?

Con Reus 2, Abbey Games, sviluppatore già noto per aver sfidato i limiti del genere con il primo capitolo, torna per rispondere a questa domanda non con una riforma, ma con una vera e propria epifania del design. Non parliamo più di un simulatore di divinità; parliamo di un puzzle di strategia a turni, intimo e monumentale al tempo stesso, che trova nella portabilità di Nintendo Switch il suo inatteso, ma logico, altare.

STRATEGIA ELEMENTALE, SINERGIA VITALE

Prima di scoprire come si comporta su Switch e, più in generale, su console, vi presento Reus 2. L’operazione condotta dal team di sviluppo con il secondo capitolo è stata quella di distillare la formula del primo Reus, eliminando quella sensazione di sandbox dispersiva che a tratti lo appesantiva, per concentrarsi sulla ciclicità, sulla causa e sull’effetto. Abbey Games ha compreso che il fascino di vestire i panni di un’entità superiore non risiede nell’onnipotenza, ma nella gestione delle aspettative.

eliminando la sensazione di sandbox dispersivo del primo capitolo, Reus 2 si concentra sulla ciclicità, sulla causa e sull’effetto

La premessa è semplice, e per questo brutale: siamo i testimoni, e i creatori, di civiltà umane che nascono, prosperano, e inevitabilmente periscono. Nel come e nel perché di questo percorso risiede il fulcro del gameplay. Al centro dell’esperienza ci sono sei giganti titanici, ognuno padrone di un elemento, che agiscono come demiurghi su una superficie sferica. Il mondo che creiamo non è statico; è una tela in continua evoluzione dove ogni nostra azione, dall’impianto di una foresta pluviale all’innalzamento di una catena montuosa, innesca una reazione a catena che va ben oltre la mera generazione di risorse, delineando il destino di una galassia.

Ci si abitua in fretta a usare il cursore e per navigare tra i menu su console.

Il cuore pulsante di Reus 2 è la sinergia, la scoperta paziente di come combinare piante, minerali e animali specifici per creare ecosistemi che non solo sostengano la vita, ma la facciano fiorire in direzioni specifiche. Non basta posizionare un elemento base vicino a un villaggio; bisogna capire che quell’elemento, se affiancato alle giuste risorse limitrofe, produrrà una risorsa specializzata che indirizzerà la civiltà nascente verso un obiettivo culturale o tecnologico ben preciso. È qui che il gioco si rivela un puzzle game travestito da strategico: ogni era è una sfida di ottimizzazione e pianificazione, un tentativo quasi ossessivo di massimizzare il potenziale di una cella prima che il tempo, il vero tiranno in Reus 2, si esaurisca.

Il cuore pulsante di Reus 2 è la sinergia, la scoperta paziente di come combinare piante, minerali e animali specifici per creare ecosistemi

Ed è un bene che sia così, perché il rapporto con l’Umanità non è mai idilliaco. Le varie tribù non sono semplici consumatrici di risorse, sono paragonabili a entità autonome con obiettivi complessi. Possono decidere di dedicarsi all’esplorazione spaziale, al culto della natura, o, peggio ancora, cadere nella spirale della guerra, inviando “Cacciatori di Giganti” per distruggerci. Quando accade, il gioco offre il gusto amaro della punizione divina con la possibilità di scatenare Cataclismi, una sorta di “reset” morale e ambientale che ribadisce la nostra ineluttabile superiorità, ma che costa caro alla progressione cosmica.

Reus 2

Le primissime fasi di gioco sono sempre elettrizzanti, a prescindere dalla piattaforma.

Questo sistema di legacy è ciò che conferisce spessore e longevità: ogni civiltà che si esaurisce non è un fallimento totale, ma un seme che genera un nuovo pianeta nella galassia, ciascuno con perk ambientali unici che ci invitano a sperimentare approcci diversi. Il gioco spinge a riprovare, non tanto per la vittoria definitiva, ma per il puro sollazzo intellettuale della creazione e della manipolazione strategica, rendendo la sensazione di “ultima possibilità” prima del collasso un motore narrativo incredibile. A tutto ciò si aggiunge un’estetica minimalista che, con il suo cel-shading pulito, comunica immediatamente la salute e la direzione evolutiva degli insediamenti, mentre l’accompagnamento sonoro, una colonna sonora ambientale quasi liturgica, rafforza il senso di tensione. Il gioco, in definitiva, non è solo un esercizio di logica, ma una continua riflessione sull’imperfezione del libero arbitrio, anche se dato da un dio.

LA SFIDA: CONTROLLI E UI SU SWITCH 2

È dal 28 maggio 2024 che Reus 2 seduce gli utenti su PC. Se torniamo a parlarne oggi è per analizzare da vicino l’approdo su Switch 2, in concomitanza con l’uscita del DLC Ice Age e dell’aggiunta di Xbox Series X|S al ventaglio di piattaforme su cui è fruibile. La trasposizione su console di un gioco basato sull’interfaccia esagonale e sul point-and-click è un passaggio delicato, ma a quanto pare la stessa struttura di Reus 2 ne ha facilitato la migrazione seppur con qualche fisiologico compromesso. Il mondo è diviso in esagoni discreti e l’azione si svolge a turni o in momenti di pausa controllata, eliminando la necessità di reazioni al millisecondo tipiche degli RTS puri, agevolando invece gli spostamenti ponderati con la dovuta calma.

Terraformazione e biomi, ma anche fauna e flora sono sotto il nostro controllo. Muahaha!

Su Switch 2 niente supporto al touch screen né all’utilizzo dei controller a ‘mo di mouse, bisogna prendere la mano con la navigazione via Joy-Con/ Pro Controller a causa dei vari layer dell’interfaccia tra cui ci si deve muovere. La sfida maggiore in questo caso è convertire il puntatore in un sistema a cursori guidati che sia comodo e funzionale, ma la sensazione è che Abbey Games abbia fatto centro. Lo snap-to-hex (aggancio all’esagono) è impeccabile, permettendo di muoversi rapidamente e con precisione tra le celle usando lo stick analogico. L’accesso ai menu complessi, come le finestre di sinergia e le abilità dei giganti, è mappato in modo intuitivo sui tasti dorsali (ZL/ZR o L/R), permettendo di richiamare in modo fluido le informazioni senza interrompere il flusso di gioco. L’UI è stata gestita con intelligenza, mantenendo la leggibilità dei numerosi simboli senza appesantire eccessivamente lo schermo, soprattutto in portabilità.

La sfida maggiore nel passaggio da PC a console è convertire il puntatore in un sistema a cursori guidati che sia comodo e funzionale

Naturalmente bisogna prenderci la mano, ma il periodo di rodaggio è meno traumatico del previsto. Si potevano sfruttare probabilmente fino in fondo le potenzialità della nuova console Nintendo, penso al touch screen e alla possibilità di usare i Joy-Con come un mouse. Nonostante ciò la versione Switch ha i suoi pregi, giacché consente ad Abbey Games di portare la sua strategica e profonda meditazione sulla creazione nel palmo della nostra mano. Reus 2 è l’evoluzione matura e consapevole del God Game moderno. Indipendentemente dalla piattaforma posseduta, chi cerca profondità strategica e un’estetica pulita, pronto a raccogliere i cocci dell’Umanità ancora e ancora, da oggi non ha più scuse.

In Breve: Reus 2, ora anche su Switch e Xbox Series X|S, declina il God Game in maniera nuova, rendendolo un raffinato puzzle di strategia a turni e creazione cosmica. Abbey Games ha eliminato il sandbox dispersivo del predecessore per concentrarsi sulla sinergia vitale e la ciclicità. Il gameplay si basa sull’uso di giganti elementali per ottimizzare ecosistemi esagonali e indirizzare le civiltà umane autonome. Un sistema di legacy garantisce longevità, creando nuovi pianeti con perk unici a ogni ciclo. Il porting su console inoltre è riuscito: i controlli sono precisi, la navigazione mai ostica e l’interfaccia utente sempre intuitiva, rendendo questa meditazione strategica godibilissima anche in portabilità, nonostante lo sfruttamento parziale delle potenzialità della Switch 2.

Piattaforma di Prova: Switch 2
Com’è, Come Gira: Zero problemi di fluidità, che non sarebbe una notizia considerando il tipo di gioco ma va comunque segnalato, giacché i porting su Switch non sempre sono stati impeccabili nel frame rate. Da segnalare l’assenza di localizzazione in italiano, ahimè.

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Pro

  • Buona ottimizzazione dei controlli via Joy-Con su Switch 2 / Profondità strategica basata su sinergie e legacy, ottima rigiocabilità / Design del puzzle strategico estremamente elegante e focalizzato

Contro

  • Si potevano sfruttare di più le caratteristiche hardware della console Nintendo / La ciclicità del gameplay potrebbe stancare i meno pazienti / La gestione delle risorse umane può risultare punitiva nelle prime ore
8

Più che buono

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