Secrets of Grindea – Recensione

PC

Quella di Secrets of Grindea è una storia lunga. E non intendo quella raccontata dal gioco, ma quella del gioco stesso, dato che il suo sviluppo è iniziato nel 2011. Sembra incredibile che sia finalmente uscito!

Sviluppatore / Publisher: Pixel Ferrets / Pixel Ferrets Prezzo: 13,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Online Coop PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam, GOG) Data di Lancio: Già disponibile

Chi segue la scena indie su PC da un po’ di tempo, diciamo almeno una decina d’anni, avrà con tutta probabilità sentito parlare di Secrets of Grindea. Gioco ispirato dai classici dell’azione con visuale dall’alto come Secrets of Mana (da cui il nome), fra 2011 e 2012 inizia a far vedere i suoi primi dettagli e, per l’epoca, non sono tanti i videogiochi indie che possono contare su pixel art e animazioni così ben curate.

Giusto per far capire quanto indietro andiamo col tempo: all’epoca l’Accesso Anticipato di Steam ancora non esisteva (fu introdotto nel marzo 2013), mentre l’ora defunto Steam Greenlight fu introdotto proprio di lì a poco (luglio 2012). E sono entrambe opportunità di cui il gioco di Pixel Ferrets approfitta, diventando disponibile al pubblico tramite Accesso Anticipato nel luglio 2015. Ne è passato di tempo da allora, eh?

SECRETS OF GRINDEA, BENVENUTO FRA NOI!

Il risultato di tutti questi anni di lavoro, portato avanti dal trio di sviluppatori che risponde al nome di Pixel Ferrets, è un action RPG con visuale dall’alto che come dicevamo sopra si rifà ai classici dell’epoca SNES. L’azione, in questo caso, viene inserita in un contesto a metà fra il serio e l’assurdo: se il compito del nostro giovane protagonista sarà infatti quello di recuperare quattro artefatti che un tempo hanno causato un evento noto solo come Cataclisma, dall’altro il tutto fa parte di un quadro in cui compiere sidequest, risolvere puzzle strampalati e farmare mostri per ottenere i loro drop più rari è parte normale della vita di tutti i giorni per un Collector, categoria di cui il nostro alter ego diventa presto parte. Il risultato finale è una classica avventura “alla Zelda”, in cui completando le varie missioni principali otterremo poteri capaci di farci proseguire nel mondo di gioco oltre che di ottenere tesori fino a prima a noi preclusi.

Secrets of Grindea Recensione

A volte per fare qualche livello è bene approfittare del fatto che i nemici spawnano di continuo!

IL GIOCO PREVEDE UN’AMPIA VARIETÀ DI BUILD

Ora, rispondere alla domanda se la lunga attesa giustifichi quanto ci troviamo davanti è… complicato. Premetto subito che Secrets of Grindea è senza ombra di dubbio un buon gioco. Pixel art, animazioni, design degli ambienti sono decisamente di un livello fra il buono e l’ottimo (e l’evoluzione, inevitabile quando passano così tanti anni, si nota nettamente andando avanti nel gioco); il sistema di combattimento ha delle basi semplici, ma che vengono rese molto più interessanti dall’ampio numero di abilità (attive) e talenti (passivi) a disposizione del nostro protagonista, e che nel corso dell’avventura potranno essere sbloccate solo in parte, incentivando così la rigiocabilità con una build diversa. Una volta sommati tutti gli elementi a nostra disposizione, i combattimenti sanno diventare piuttosto articolati, con parecchie cose da tenere a mente e sott’occhio; basti pensare a quanto aiuti avere la prontezza di riflessi di centrare una parata perfetta, capace non solo di negare il danno ma anche di permetterci di caricare istantaneamente la prossima abilità. E se la storia è nel complesso non è certo fra le più splendenti gemme del panorama videoludico, non mancano i momenti degni di nota.

QUESTIONI DI TEMPO

La prima osservazione che viene da fare a Secrets of Grindea riguarda proprio la data in cui è uscito. Fosse arrivato alla sua versione definitiva nel 2017-2018, viene da pensare che con tutta probabilità avrebbe fatto un bel botto.

SECRETS OF GRINDEA SOFFRE IL CONFRONTO CON ALTRI GIOCHI SIMILI USCITI NEGLI ANNI

Così, invece, esce su un mercato su cui sono già da qualche anno presenti giochi come CrossCode (il più simile, dato che riprende anche il concetto del farming come componente narrativa), come Unsighted, Tunic, Death’s Door, tutti giochi che, per esecuzione o per idee dietro, non possono fare a meno di sembrare superiori a Secrets of Grindea. Chiaramente ciò non rende quest’ultimo un brutto gioco, né è mia intenzione farne una colpa a Pixel Ferrets, che sono sicuro avrà avuto motivi più che validi per metterci così tanto; ma resta che quello stupore con cui lo guardavo ai tempi si è di molto smussato.

Secrets of Grindea Recensione

Bene i puzzle, ma di matematica?? Oh, santa Grindea…

Personalmente, anche l’aspetto “grindoso” – che sì, mi rendo perfettamente conto essere voluto – non mi fa troppo impazzire. A onor del merito, non ci sono quest, side o main, che ci richiedono di grindare 200 mele per poter proseguire, quindi in questo senso il problema non si pone, mentre invece è più presente nel caso in cui vogliate dedicarvi al crafting o sperare di trovare tutte le “carte”, oggetti incredibilmente rari che garantiscono potenziamenti passivi permanenti. Comunque, dicevo, il problema l’ho trovato con le fasi finali del gioco: giunti praticamente alla fine, capita di trovarsi di fronte boss che ti dicono in maniera non esplicita ma comunque piuttosto chiara “guarda, non sei pronto, torna quando avrai statistiche più alte”. Ed è una cosa che un po’ spiace perché il finale ti dà pure un discreto senso di urgenza e invece ti devi fermare, aprire il Journal e guardare quali sidequest hai lasciato indietro.

Secrets of Grindea Recensione

Il gioco non è tradotto ufficialmente in italiano, ma permette di scaricare traduzioni della comunità. L’unica in italiano, incompleta, indovinate un po’ chi l’ha fatta ormai sette anni fa…

UNA COSA È EVIDENTE: QUESTO È UN LAVORO DI CUI I PIXEL FERRETS POSSONO ANDARE FIERI

Ma comunque, insisto su una cosa che ho già detto: Secrets of Grindea è un bel gioco. La trama principale, con qualche sidequest, vi occuperà circa una decina di ore, ma le attività da fare non mancano. Senza necessariamente addentrarsi nella già citata rigiocabilità, ci sono le sfide dell’arena, c’è la modalità arcade, ci sono le cacce al tesoro, c’è perfino la possibilità di dedicarsi all’arredamento della nostra personale casetta. Ed è tutto ben curato, con una presentazione molto carina e una bella colonna sonora, un sistema di combattimento che forse a volte mette un po’ troppa roba a schermo ma che nel complesso funziona bene e ti tiene sempre all’erta. La risposta alla domanda se ne sia valsa la pena metterci più di un decennio, intanto, ciascuno dovrà trovarla per conto suo; ma di sicuro i Pixel Ferrets possono essere contenti di aver fatto un bel lavoro.

In Breve: Soffre un po’ l’essere uscito a così tanti anni di distanza dal primo annuncio, ma resta comunque un bel gioco, piacevole da vedere, divertente da giocare, e con una buona quantità di contenuto. Consigliato in particolare a chi ama il piacere del grind.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: RTX 3060, Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: La pixel art fa sempre la sua bella figura, specie quando è ben animata come in Secrets of Grindea. Gira su qualunque cosa, anche perché non va oltre i 720p.

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Pro

  • Bella pixel art, e ben animata / Tanta varietà di abilità e di build / Combattimenti belli intensi.

Contro

  • Ho capito che è il tema, ma a volte è un po’ troppo grindoso / Soffre il paragone con giochi simili usciti negli ultimi anni.
8.5

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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