Una piattaforma petrolifera diventa il parco giochi di una misteriosa “entità” aliena (o no?) e un solo uomo deve cercare di capire cosa diavolo sia successo, sistemare la situazione e possibilmente salvare la pellaccia. Still Wakes The Deep prende in prestito una premessa narrativa già vista in film come “La Cosa” di John Carpenter e ci proietta in un’avventura capace di solleticare paure ancestrali.

Sviluppatore / Publisher: The Chinese Room / Secret Mode Prezzo: 34,99 Euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +16 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store), Xbox Series X|S, PS5 Data d’uscita: Già disponibile

Amnesia: A Machine for Pigs, Everybody’s Gone to the Rapture, Dear Esther… il curriculum parla chiaro: The Chinese Room sa raccontare storie e non disdegna qualche brivido. Anche Still Wakes The Deep racconta una storia, che parte come tormentato “slice of life” per prendere presto una deriva soprannaturale che sfocia nell’horror.

È il dicembre del 1975. Cameron “Caz” McLeary è un elettricista insoddisfatto del percorso che ha preso la sua esistenza ed è sommerso dai sensi di colpa. Ha una moglie che odia il suo atteggiamento nei confronti della vita, le sue amicizie e non ha digerito la sua decisione di partire per un lavoro precario su una piattaforma petrolifera poco prima del Natale. Le cose lì tra l’altro non vanno benissimo, i colleghi gli vogliono bene e due in particolare lo trattano come un fratello, ma c’è quel dannato taccagno incompetente del capo che non perde occasione per sottolineare nel modo più becero le sue mancanze.V

a dato atto al team The Chinese Room di essere riuscito a dare vita (e morte) ad un micro-mondo sospeso, capace di stuzzicare alcune delle fobie più ancestrali

Proprio pochi minuti dopo l’ultima, feroce discussione accade qualcosa che fa prendere una piega totalmente diversa alla sua vita. Una delle trivelle si incaglia in qualcosa, anzi sarebbe più giusto dire che “risveglia” qualcosa, un’entità che in pochissimo tempo infetta la piattaforma iniziando a distruggerla dall’interno e a prendere possesso dei suoi abitanti. Se leggendo queste righe si è risvegliato il Carpenter che è in voi non vi preoccupate, giocare a Still Wakes The Deep senza pensare a La Cosa, Leviathan, Terrore dallo Spazio Profondo e altri film del genere è impossibile perché proprio ad essi si è chiaramente ispirato il team di sviluppo.

STA ANDANDO TUTTO IN MALORA, IN STILL WAKES THE DEEP

Una premessa narrativa è perfetta per creare un mondo di gioco ansiogeno e lo diventa ancora di più quando si viene a scoprire che la “cosa” trasforma gli esseri umani in mostri, nutrendosi dei loro ricordi e lasciandogli quel minimo di coscienza che li rende ancora più spaventosi. Cameron dovrà affrontarli ma senza alcuna arma, le sue uniche speranze di sopravvivenza risiedono nella capacità di sgattaiolare distante dalla loro percezione per raggiungere la salvezza. Questa appare lontanissima perché la piattaforma, che riveste il ruolo di intricata e morente ambientazione del gioco, collasserà progressivamente e richiederà interventi per essere mantenuta in vita il tempo necessario a fuggire. Classico dei classici: quasi tutta fatica dovrete farla voi, “tappando i buchi” e cercando nel frattempo di portare in salvo qualche collega.

L’influenza della “cosa” che ha preso possesso della piattaforma risveglierà nel protagonista alcuni dolorosi flashback che ne ricostruiranno la storia recente.

Tutto questo in Still Wakes The Deep si svolge seguendo una linearità totale. L’esplorazione è guidatissima e nel 99.9% delle situazioni tutto quello di cui avrete bisogno (un estintore, una chiave o un oggetto per distrarre i nemici) lo troverete ad un paio di metri da voi. In più di un’occasione passerete per luoghi già visitati, testimoniando il decadimento strutturale e la corruzione dell’equipaggio, ma non si può parlare di backtraking “funzionale” perché non troverete passaggi da sbloccare o modi alternativi per portare a termine un’obiettivo. Un piccolo ma lampante esempio delle scelte sbagliate di design è rappresentato dalle stufe. Caz si trova su una struttura battuta da acqua gelida e forti venti, quindi è abbastanza normale che la sua salute possa subire qualche contraccolpo.

Bastano cinque ore per arrivare all’epilogo, senza possibilità di tornare indietro per scoprire nuove sfumature di una storia e un gioco che avrebbero meritato un respiro più ampio

Questo sarebbe stato un ottimo spunto per approfondire il gameplay, invece il tutto è stato liquidato con l’utilizzo obbligato di 2/3 stufette elettriche piazzate in punti strategici. Anche in ambito “combattimenti” le cose non sono state approfondite più di tanto. Lungo il percorso vi imbatterete in ex-colleghi trasformati e per superarli vi basterà acquattarvi da qualche parte, tirare un oggetto per distrarli e proseguire verso il checkpoint successivo. Qualche brivido non manca ma si contano davvero sulle dita di una mano ed è impossibile a volte non fermarsi a pensare ad alcune idee geniali del passato, come gli Insanity Effects di Eternal Darkness, che avrebbero dato ad un prodotto del genere la personalità che purtroppo manca.

UNA (PICCOLA) LUCE IN FONDO AL TUNNEL

The Chinese Room ha messo l’Unreal Engine al servizio di ambientazioni fredde e decadenti, nelle quali luce, ruggine e riflessi metallici la fanno da padrone. Ottima l’alternanza tra spazi esterni battuti da eventi atmosferici infausti e cunicoli che ben trasmettono l’effetto claustrofobico. Il tutto si muove con discreta scioltezza, ma aspettatevi qualche tentennamento nel caso preferiate la Qualità alla Performance. Da sottolineare alcune imprecisioni nelle interazioni con gli oggetti, che diventano particolarmente ostiche nelle sezioni subacquee, e la fastidiosa impossibilità di aprire porte o salire/scendere scale se si ha in mano un oggetto. Non manca neanche qualche bug, come la torcia che dopo la morte del protagonista a volte smette di funzionare piombando lo schermo nel buio più assoluto.

Alcuni edifici permettono di creare e upgradare unità.

Alcune animazioni poi da circa metà gioco hanno smesso inspiegabilmente di funzionare: Caz non ha più aperto i portelloni stagni facendo ruotare la maniglia e il pulsante per guardarsi alle spalle durante gli inseguimenti (altra idea sfruttata male) all’improvviso si è bloccato. Sebbene la loro ultima fatica non sia esente da difetti, va dato atto al team The Chinese Room di essere riuscito a dare vita (e morte) ad un micro-mondo sospeso capace di stuzzicare alcune delle fobie più ancestrali: la paura del buio, quella di cadere da grandi altezze, di affogare, di essere inseguiti da “qualcosa”, di rimanere intrappolati in spazi stretti e non ultima quella di non essere adeguati. Purtroppo il tutto finisce presto. Bastano cinque ore per arrivare all’epilogo, senza possibilità di tornare indietro per scoprire nuove sfumature di una storia e di un gioco che avrebbe meritato un respiro decisamente più ampio.

In Breve: Un’avventura horror dal forte sapore “Carpenteriano” che offre qualche spunto interessante e risveglia paure ancestrali, ma che alla fine lascia in bocca il sapore dell’occasione mancata. Un gameplay eccessivamente lineare, una longevità limitata e alcuni problemi tecnici gli impediscono di raggiungere il livello delle migliori produzioni firmate The Chinese Room.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, come gira: Giocato in modalità Performance, Still Wakes the Deep fornisce un’ottimo rapporto tra qualità visiva e “smoothness” di gioco, presenta invece qualche piccola crisi di frame rate in modalità Qualità. Le sue criticità principali risiedono nell’imprecisione di alcune interazioni e nell’inspiegabile “blocco” di specifiche animazioni e meccaniche (descritte in recensione) da circa metà gioco in poi.

 

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Pro

  • Ambientazione da incubo che risveglia paure ancestrali./ Pochi salti sulla sedia ma il senso di disagio è notevole.

Contro

  • Gameplay essenziale, longevità e difficoltà scarse. / Buone idee di base che meritavano uno sviluppo migliore. / Da metà gioco alcune animazioni e meccaniche si sono bloccate.
7

Buono

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