A quasi due anni esatti dall’ingresso in Accesso Anticipato, V Rising arriva alla sua versione finale. Siamo forse di fronte a un nuovo peso massimo nell’ambito dei survival? Vediamo…
Sviluppatore / Publisher: Stunlock Studios / Stunlock Studios Prezzo: 34,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Cooperativo e Competitivo PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam); PS5 (prevista) Data di Lancio: 8 maggio (PC)
Ammetto una cosa: vedere il logo di Stunlock Studios apparire sul mio schermo non può fare a meno di provocarmi un minimo di sconforto. Fra 2017 e 2018 mi ero appassionato parecchio agli scontri multiplayer di Battlerite, e vedere lo studio svedese abbandonare il supporto al gioco per inseguire il trend dei battle royale prima – con il non particolarmente riuscito Battlerite Royale – e quello dei survival poi, non mi aveva fatto certo piacere.
Però da allora di anni ne sono passati, e si sa, il tempo lenisce tutte le ferite. Diciamo che aiuta anche il fatto che il sopracitato survival di Stunlock, cioè V Rising, mi abbia preso proprio bene, via.
PARTIAMO DALLE BASI
Prima di iniziare a parlare del gioco in sé credo sia giusto parlare dei modi in cui è possibile giocarci. Al di là delle varie impostazioni di difficoltà, per iniziare la nostra avventura nei panni di vampiri tornati allo sbaraglio ci sono tre categorie distinte: la prima è in una partita ospitata in locale, che è la cosa che più si avvicina a una modalità singleplayer, non precludendo però ad altri giocatori la possibilità di unirsi a voi; tenete presente che quando chiudete il gioco, anche gli altri giocatori vengono forzatamente fatti uscire.
CI SONO TRE MODI DI GIOCARE A V RISING, ED È BENE AVER PRESENTE LE DIFFERENZE
L’ultima modalità è quella su server PvP, e qui le cose si fanno più toste: gli altri vampiri che incontrerete possono decidere di attaccarvi, e nel caso in cui riescano a uccidervi rubare le vostre risorse (la cosa è reciproca, naturalmente). Non solo: nemmeno il vostro castello è detto che sia al sicuro, dato che una parte importante della componente PvP di V Rising, soprattutto nelle fasi più avanzate, prevede proprio la possibilità di assaltare i manieri altrui e, in casi estremi, addirittura di impossessarsene. Io, siccome voglio tanto bene alla gente, ho optato per la prima delle tre modalità, giocando quasi esclusivamente in singolo; ogni tanto è arrivato Nicholas a tenermi compagnia, ma per come funziona il gioco il suo contributo alla progressione è stato per forza di cose limitato (ma ci arriviamo). Il motivo per cui ho scelto di giocare su una istanza quasi-singleplayer è, beh, in parte perché se per caso fossi andato da qualche parte e avessi scoperto che qualcuno aveva già farmato le risorse di cui avevo bisogno o ucciso il boss che stavo cercando, sarei letteralmente impazzito, ma una parte più importante era legata al voler capire quali sono i ritmi della progressione e la difficoltà del gioco senza influenze esterne. Le mie considerazioni, quindi, si basano principalmente su questo approccio al gioco.
SÌ, VA BENE, MA QUINDI V RISING COS’È?
Dopo tutto sto papiro introduttivo, passiamo a parlare di cos’è V Rising di preciso: è un survival, cioè quel genere di gioco in cui partite che siete dei poveretti vestiti di stracci che muoiono se un goblin li guarda male e arrivate alla fine che siete i dominatori del mondo capaci di polverizzare continenti con uno schiocco delle dita (non letteralmente).
SVEGLIATICI DOPO UN SONNO CENTENARIO, DOVREMO RICONQUISTARE IL NOSTRO POSTO NEL MONDO
Comunque, qui va detto che rispetto a due anni fa, quando il gioco è entrato in Accesso Anticipato, la sensazione è che siano stati fatti passi per rendere meno gravosa la procedura di raccolta materiali e le “tasse” ad essa associate, particolarmente nella prima metà del gioco. Qui la sensazione è che i boss siano stati resi più facili, velocizzando quindi la progressione e rendendo meno probabile la morte contro di loro, e relativa usura dell’equipaggiamento. Andando più avanti, aiuta parecchio l’introduzione delle Incursioni, eventi a tempo che ci permetteranno di raccogliere gli Stygian Crystals. Questi possono essere usati per sbloccare abilità passive, o per evocare nemici che lasceranno cadere ampie quantità di materiali; e questa nuova possibilità velocizza in particolare la ricerca tecnologica.
Vale la pena spendere qualche parola su come funziona la progressione, che è strettamente legata alla qualità dell’equipaggiamento che indossate; non ci sono punti esperienza da guadagnare sconfiggendo nemici a centinaia, ma solo armi, armature e pendagli che sommati determinano il livello del vostro personaggio. Affrontare nemici di livello più alto è teoricamente fattibile, ma più aumenta questo divario, minore sarà il margine di errore, così come minori saranno i danni da voi inflitti.
IL DROP IN AND PLAY CON GLI AMICI NON È COSÌ SCONTATO
LOTTA PER IL POTERE
Una parte tutt’altro che secondaria del perché la ricetta di V Rising funziona bene è il suo sistema di combattimento. Qua è evidente come nel nucleo di Stunlock Studios ci sia ancora quella gente che tanti anni fa aveva creato Bloodline Champions, per poi farne un “remake” con Battlerite: e non solo perché chi ha giocato a quest’ultimo non farà fatica a riconoscere alcune abilità presenti in V Rising, ma anche perché è evidente che chi ha lavorato al combattimento ha ben chiaro su quali aspetti puntare per renderlo avvincente. Tenere d’occhio cosa stanno facendo i nemici, prestare attenzione ai tempi di ricarica delle abilità, non usarle a vuoto, acquisire familiarità con le armi e usare quella che più si adatta al nostro stile di gioco, fa tutto parte del processo di apprendimento. Anche il fatto che il divario di potenza fra noi e i nemici si basi sui numeri non significa che potrete eccessivamente prendervela comoda: certo, se siete 30 livelli sopra i nemici con tutta probabilità gli passerete sopra, ma in linea di massima la curva di difficoltà del gioco si mantiene sempre su un buon livello senza essere mai frustrante.
I BOSS DI V RISING SONO UNO DEGLI ASPETTI MEGLIO RIUSCITI
RELATIVIZZARE IL TUTTO
Come già accennato, la parte forse meno appetibile di V Rising è la fondamentale raccolta di materiali. Anche qui, però, le cose vanno messe in prospettiva. Reitero ancora una volta che ho giocato praticamente da solo, su una partita in locale che non mi ha reso pratico mandare i servitori a raccogliere oggetti al posto mio. Ma anche così, in 45 ore di gioco sono arrivato al cosiddetto “endgame”. Un quantitativo di ore che qualcuno potrà considerare non indifferente, ma che appunto non va preso fuori contesto: da un lato, giocare con amici magari su un server PvE distribuisce il carico di lavoro rendendo plausibilmente anche più rapido l’arrivare al livello 90, e comunque V Rising prevede tutta una serie di opzioni di gioco regolabili che permettono di rendere meno (o più…) laborioso il salire di livello, per esempio eliminando l’usura dell’equipaggiamento o aumentando la quantità di risorse ottenute. E dall’altro lato, insomma, io di survival non sono un grande esperto ma so che su Valheim in 45 ore probabilmente stavo iniziando a esplorare le pianure, altro che endgame.
GLI EFFETTI VISIVI RAGGIUNGONO UN BUON BILANCIAMENTO: SPETTACOLARI MA NON CONFUSIONARI
In Breve: Per questioni di tempo (il gioco è parecchio corposo) mi sono dedicato quasi esclusivamente alle giocate in solitaria, e sotto questo punto di vista V Rising è sicuramente un titolo molto ben riuscito, che alterna combattimenti sempre sul pezzo con quel senso di progressione che non manca mai di fornire un potente stimolo. Ogni tanto dovrete fare un salto in miniera, però.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: RTX 3060, Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Bello da vedere, animazioni con il giusto misto fra spettacolare e non invasivo, e con cali di frame rate molto sporadici.