Dopo la cocente delusione di The Walking Dead: Michonne, le mie aspettative per il Batman di Telltale erano abbastanza bassine; altrettanto onestamente, però, devo dire che l’hype era tornato su buoni livelli dopo aver visto a Los Angeles i minuti iniziali del primo episodio. In fin dei conti, stiamo pur sempre parlando di Batman, mica dei pupazzetti di Minecraft.
“DIVENTERÒ UN PIPISTRELLO!”
Dopo averci chiesto – non si capisce bene perché – quale colore dominante vogliamo scegliere per le apparecchiature e ai gadget di Batman (giallo, rosso, blu o viola), l’avventura inizia con la sequenza della rapina al municipio vista all’E3 e il successivo incontro con Catwoman, che servono al duplice scopo di introdurre il supereroe e di presentare al giocatore le principali novità del nuovo lavoro di Telltale: un motore grafico ampiamente rivisto (ma non nuovo, come avevamo sperato un po’ tutti) e un ritmo molto più serrato dei Quick Time Event, che richiedono un po’ più di attenzione e di riflessi. Nelle fasi di “combattimento”, premendo i tasti giusti al momento giusto, si carica una barra – rappresentata dal logo del pipistrello – che, una volta piena, può consentire un attacco “finale” più spettacolare. Niente che sposti gli equilibri narrativi del gioco, ma che serve almeno a dare un po’ più di vivacità alle sequenze action, e a renderle più coerenti con il personaggio.
Telltale imbocca una strada davvero coraggiosa, che mette in discussione uno dei pilastri dell’intera storia di Batman
Da qui in poi inizia una lunga parte di gioco – una buona metà almeno – che serve esclusivamente a introdurre i diversi filoni narrativi che verranno approfonditi negli episodi successivi: l’incontro con Carmine Falcone durante la serata di raccolta fondi per la campagna di Harvey Dent, candidato sindaco di Gotham, l’incontro con Oswald Cobblepot, amico d’infanzia di Bruce Wayne e ben avviato sulla strada che lo porterà a diventare il Pinguino, la genesi del progetto di costruzione di un nuovo istituto psichiatrico al posto del manicomio di Arkham, e altro ancora.
Tanti, forse troppi passaggi che si svolgono quasi esclusivamente sotto forma di dialoghi, e che costringono ad assistere di fatto quasi inermi a un’ora di infodump che rischia di mettere a dura prova anche il più paziente dei videogiocatori.
Con l’arrivo di Cobblepot la puntata riprende però nettamente quota, sia dal punto di vista narrativo che del ritmo, e da quel momento in poi
Telltale imbocca una strada davvero coraggiosa, che non intendo neanche lontanamente spoilerare, ma
che mette in discussione uno dei pilastri dell’intera storia di Batman, una di quelle cose che – nell’ambito del fumetto – si potrebbero quasi definire “sacre”.
“LA MASCHERA È PARTE DI ME”
Le scelte giocano un ruolo ancor più efficace che negli altri titoli Telltale
Al netto dei QTE un po’ più dinamici, l’altra novità introdotta in questo primo episodio è la “sequenza investigativa” in cui
l’uomo pipistrello deve ricostruire un crimine analizzando gli elementi presenti sul luogo, studiandoli e procedendo a ritroso, collegando tra loro – letteralmente – le diverse prove per dare un senso a quanto accaduto. Una struttura che viene poi ripresa più avanti, prima di un combattimento, per consentire a Batman di anticipare le reazioni dei nemici e pianificare al meglio le sue mosse. Un’idea simpatica, ma anche realizzata in maniera molto semplice e lineare, che non richiede grandissimi sforzi per essere superata.
Rimane come sempre centrale il ruolo delle scelte compiute dal giocatore durante i dialoghi, e nel caso di Batman sembra persino funzionare meglio che in altri titoli. Ci sono numerosi momenti in cui le decisioni prese da Bruce Wayne e dal suo alter ego mascherato contribuiscono, almeno agli occhi del giocatore, a costruire e definirne in maniera molto netta le personalità, molto più di quanto mi sarei aspettato.
Pesa molto – in termini di coinvolgimento – scegliere se Bruce Wayne debba scendere a patti con un criminale come Carmine Falcone, decidere se James Gordon possa essere un alleato di cui fidarsi o meno, scegliere con quanta violenza affrontare i criminali… Come al solito, probabilmente le conseguenze dal punto di vista del racconto non saranno sconvolgenti, ma il “giochino” serve a creare un legame di grande empatia con i due protagonisti.
“TUTTI PORTIAMO UNA MASCHERA”
Come dicevo all’inizio, la resa grafica complessiva è nettamente migliorata rispetto alle precedenti produzioni Telltale, di cui Michonne rappresenta sicuramente il punto più basso, anche se il risultato finale continua a non essere del tutto convincente. Alcuni elementi sono realizzati con grande – e ingiustificata – parsimonia, dalle animazioni a gran parte delle texture ambientali, mentre si fanno apprezzare i passi avanti compiuti nelle espressioni facciali e negli effetti di illuminazione. Niente per cui strapparsi i capelli, ma almeno si gioca a qualcosa che non sembra provenire dal 1989. Sempre di ottimo livello la colonna sonora e il doppiaggio (solo in inglese).
I tanti problemi della versione PC sono stati risolti con una patch pubblicata nella notte da Telltale
E poi c’è la questione del gioco su PC. Nonostante un motore grafico vecchio, vecchissimo, tirato un po’ a lucido per far contento quel fighetto di Bruce Wayne,
tantissimi utenti nelle ore immediatamente successive all’uscita del gioco hanno segnalato problemi a non finire con la versione PC di Batman, e che in parte ho riscontrato anche io.
Non sono riuscito a utilizzare il joypad, e a 1080p con antialias attivato non c’è mai stato verso di raggiungere i 60 frame al secondo, nonostante un PC in grado di far girare serenamente tutti i titoli più recenti. Il motivo è che il gioco, di default, utilizzava la scheda video integrata, e non quella “vera”, che è poi anche il motivo del terrificante “lag” che si verificava a OGNI cambio di inquadratura, con il framerate che precipitava a pochi fotogrammi al secondo, per poi riprendersi qualche istante più tardi.
Nelle scorse ore Telltale ha pubblicato una tempestiva patch che – almeno nel mio caso – ha risolto tutti i problemi, attivando la corretta scheda video e il supporto per il pad. Una falsa partenza, insomma, per fortuna rimediata molto in fretta.
Il nuovo lavoro di Telltale si presenta con diverse novità di cui si sentiva un estremo bisogno, a cominciare dal motore grafico un po’ svecchiato e alcuni diversivi nel gameplay: pur senza stravolgere la classica formula di Telltale, rendono l’esperienza complessiva più pimpante e gradevole; il meccanismo delle scelte continua a funzionare, e in questa occasione anche meglio del solito. Dal punto di vista narrativo l’episodio parte molto lentamente, per poi prendere una piega davvero inaspettata e coraggiosa, che getta ottime basi per una serie che potrebbe rivelarsi una vera sorpresa. Il voto che trovate qui sotto rispecchia soprattutto la fiducia che – nonostante i recenti passi falsi – continuo a nutrire per Telltale.