Broken Sword – Il Segreto dei Templari: Reforged – Recensione

PC PS5 Switch Xbox Series X

Torna, a quasi trent’anni di distanza, il primo capitolo dell’acclamata serie di Broken Sword, nella sua edizione Reforged: è ora di entrare nell’epoca dei 4K!

Sviluppatore / Publisher: Revolution Software / Revolution Software Prezzo:  € N.D. Multiplayer: Assente Localizzazione: Completa PEGI: 3+ Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 5, Xbox Series X|S e Nintendo Switch

Quando si parla di grandi avventure grafiche del passato, di solito i nomi che tornano in mente sono soltanto due, Sierra e LucasArts. Il che, storicamente e filologicamente parlando, ha senso essendo state proprio loro a definire il genere, pur con le dovute divergenze. Ma se Gabriel Knight e Guybrush Threepwood sono lassù nell’iperuranio, nei nostri cuori di avventurieri c’è posto anche per molti altri personaggi, tra cui un certo George Stobbart e una certa Nicole Collard, protagonisti di tutta la serie di Broken Sword.

Il capostipite uscì nel 1996 e, con il suo degno seguito The Broken Mirror, rappresentò una sorta di “canto del cigno” per un genere, quello delle avventure punta e clicca in 2D, che venne spesso ripetutamente e prematuramente dato per spacciato. Negli anni successivi, infatti, anche gli adventure sperimentarono in modo più o meno fallimentare la via del 3D, cercando una non facile sintesi tra la necessità di far risolvere enigmi ai giocatori e quella di rassicurare i publisher, pervicacemente convinti che solo la terza dimensione garantisse le vendite dei giochi di nuova pubblicazione. Ci vollero Kate Walker e l’invenzione del “2,5D” per convincerli del contrario, ma questa è un’altra storia.

BROKEN SWORD: IL SEGRETO DEI TEMPLARI

Questa, in breve, la trama originale. La vacanza a Parigi di George Stobbart, un giovane turista americano, prende una piega inattesa quando è costretto ad assistere, suo malgrado, a un brutale omicidio nel bar dove era seduto a consumare un drink. Sopravvissuto per miracolo all’esplosione, conosce di lì a poco la giornalista Nicole Collard e insieme decidono di indagare sull’accaduto, ritrovandosi immersi di lì a poco in una grande cospirazione legata al destino dei cavalieri templari.

Non sarebbe una recensione seria senza la foto del bar in cui è avvenuto l’attentato, ricchissima come sempre di particolari.

Broken Sword fu il terzo gioco di Revolution Software dopo Lure of the Temptress e Beneath a Steel Sky e, quando uscì, portò con sé parecchie novità, dall’uso dell’alta risoluzione – in un’epoca in cui tanti giochi uscivano ancora a 320×200 pixel – alle meravigliose sequenze animate, passando per le location interamente dipinte a mano con tanto gusto e una ricerca spasmodica del particolare. Un’avventura in grado di alternare e coniugare toni cupi e brillanti, con una grafica da film d’animazione molto lontana dai cliché ridanciani imposti da Lucas, ma anche ben diversa dagli eccessi seriosi di casa Sierra, arricchita dal doppiaggio e da una sfarzosa colonna sonora. Chi, per una ragione o per l’altra, non l’avesse mai giocata (e ci sembra davvero impossibile, con tutte le riedizioni che ha avuto!), oggi ha finalmente la possibilità di (ri)vederla completamente restaurata, nella gloria dei 4K.

UN CLASSICONE RIMESSO A LUCIDO

Le vecchie ambientazioni e i personaggi sono stati meticolosamente ricostruiti con un mix di nuovi disegni, nuove animazioni, nuove scansioni del materiale originale dell’epoca, nuovo coloring e dove necessario tecniche di upscaling con intelligenza artificiale. L’audio è stato ripulito e rimasterizzato e, per la gioia di noi Italiani, c’è il doppiaggio completo nella nostra lingua. L’opera di ammodernamento, tuttavia, non si è limitata all’aspetto audiovisivo, ma si è estesa anche al gameplay grazie a una intelligente revisione del motore, che oggi può contare su un’interfaccia più moderna e completa.

La casa di Nico è dove facciamo, di volta in volta, il punto della situazione prima di proseguire.

Possiamo rivivere l’avventura originale con tutti i suoi enigmi oppure scegliere una difficoltà minore “orientata sulla storia”, in grado di automatizzare alcuni step di minore importanza. Ma state tranquilli: i passaggi in cui il tempismo era fondamentale sono rimasti immutati, per cui potremo gioiosamente rivivere alcuni momenti epici (e passati piuttosto tristemente alla storia) come il famoso “confronto” tra George e una capra. Possiamo anche scegliere se visualizzare la grafica in modo che si adatti agli odierni monitor da 16:9, oppure se ‘accontentarci’ delle barre nere laterali per recuperare tutto lo splendore del layout originale a 4:3, il tutto agendo semplicemente sulle opzioni.

In Breve: Ci sono alcuni frame nei filmati che lasciano un po’ a desiderare, ma questo non inficia il notevole lavoro di ammodernamento operato su questo gioco: Broken Sword mantiene inalterato il suo fascino anche dopo trent’anni e la sua versione Reforged migliora la situazione, ripristinando l’effetto-wow sulle piattaforme moderne. Le nuove generazioni possono così avvicinarsi a questo classico immortale senza temere che i loro occhi vengano disturbati da spixellamenti innaturali e da cubettoni goffamente blurrati o antialiasizzati, replicando la meraviglia che questo gioco ci donò ai tempi del tubo catodico. Ma anche noi affezionati possiamo rigiocarcelo con gaudio e soddisfazione, ammirando l’esito di quest’opera di restauro. E poco importa se, in fondo, potevamo già eseguire gratuitamente l’originale con ScummVM.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Core i5 11600K, 32 GB RAM, GeForce RTX 3060 Ti, SSD, 2560×1440 pixel
Com’è, come gira: I requisiti minimi (2 GB di RAM, 20 GB di spazio disco, ecc) sono sicuramente superiori a quelli dell’originale del ‘96, ma non ha importanza: sul sistema di prova gira a meraviglia, e così dovrebbe fare su qualsiasi configurazione degli ultimi 5-6 anni.

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Pro

  • Una storia che non perde fascino / Grafica e colonna sonora ancora straordinarie / Gameplay immortale

Contro

  • Filmati che a volte non convincono
9

Ottimo

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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