Kingdom Come: Deliverance II : Legacy of the Forge – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

In Kingdom Come: Deliverance II – Legacy of the Forge c’è un fuoco che non si spegne mai: quello della memoria, del mestiere, del ferro battuto che risuona nell’anima prima ancora che sull’incudine e quello, più intimo, del legame con un padre che non c’è più.

Sviluppatore / Publisher: Warhorse Studios / Deep Silver Prezzo: 13.99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, GOG), PlayStation 5, Xbox Series X|S Data di Lancio: Già disponibile

Come abbiamo avuto modo di raccontarvi nella recensione, Kingdom Come: Deliverance II il magnifico ha riportato i giocatori nella Boemia del XV secolo con la stessa ambizione del primo capitolo: un RPG- immersive sim senza compromessi, in cui la verosimiglianza storica e il rigore delle meccaniche ludiche sono diventati marchi di fabbrica.

Combattimenti lenti e metodici, quanto di più lontano dall’arcade si possa immagine. Sopravvivenza dura, gestione delle risorse e delle fatiche del corpo, e poi dialoghi serrati e scelte morali dal peso concreto, opprimente: con il seguito d’inizio anno Warhorse Studios ha ribadito la sua volontà di offrire un’esperienza immersiva che non cerca scorciatoie, e che proprio per questo ha conquistato chi voleva un medioevo credibile, anche nelle sue asprezze.

FORGIANDO L’EREDITA’ DI KINGDOM COME: DELIVERANCE II

Se il primo capitolo s’era imposto grazie a un’identità più unica che rara, Kingdom Come: Deliverance II ha puntato a consolidarla con un mondo più vasto, personaggi più sfaccettati e una narrazione che non si limita a seguire la vita di Henry, ma la intreccia con la storia stessa del tempo. Il risultato è un’opera che non ha paura di chiedere pazienza e dedizione, e che proprio grazie a questa coerenza ha saputo distinguersi nel panorama degli RPG contemporanei.

A Kuttenberg, in una fucina caduta in rovina, prende forma un percorso che unisce narrazione e gameplay

Dopo il primo DLC Brushes with Death, con la patch 1.4 il secondo DLC, Legacy of the Forge, si è presentato agli appassionati con una proposta diversa: meno clangore di spade, più rumore di martelli sull’incudine. È un’espansione che riporta Henry alle sue radici, al mestiere di fabbro del defunto padre Martin. A Kuttenberg, in una fucina caduta in rovina, prende forma un percorso che unisce narrazione e gameplay in un intreccio intimo, fatto di memoria e manualità, di eredità e rinascita. Non si tratta soltanto di forgiare armi e armature, ma di dare vita a un’identità nuova, di costruire una casa che diventa simbolo di continuità e di riconciliazione con il passato.

Kingdom Come: Deliverance II - Legacy of the Forge

L’avevo detto che fare il fabbro in KCDII era divertente, ma non mi aspettavo addirittura un DLC a tema.

Il DLC amplia la già ben implementata professione del fabbro, trasformandolo in un vero e proprio pilastro dell’esperienza. Forgiare non è più una parentesi accessoria, ma un’attività stratificata che prevede la scelta dei materiali, la gestione del forno e dell’incudine, la tempra dei metalli, il bilanciamento del peso e della resistenza. Un’arma o un’armatura non nascono con un semplice click: il processo richiede attenzione, precisione, e ogni errore può tradursi in un pezzo imperfetto o addirittura inutilizzabile. L’aspetto più interessante è che la difficoltà non si traduce mai in pura frustrazione, perché il sistema è stato calibrato per premiare la pratica, trasformando ogni sessione in un esercizio di memoria muscolare e di osservazione. Si migliora, proprio come si farebbe nella vita reale a forza di allenamento, fino a diventare un Mastro Fabbro della Gilda dei Fabbri di Kuttenberg.

Il DLC amplia in maniera sorprendente la già ben implementata professione del fabbro, trasformandolo in un vero e proprio pilastro dell’esperienza

A questo si aggiunge la varietà delle richieste provenienti dagli NPC. Non ci si limita a forgiare spade anonime, ma si è chiamati a soddisfare esigenze specifiche: un mercante che desidera un coltello leggero ma resistente, un cavaliere che chiede un elmo elaborato, un contadino che pretende un aratro rinforzato per affrontare i terreni più duri. Ognuna di queste commissioni richiede un approccio diverso, materiali selezionati con cura e una gestione attenta delle risorse. Portare a termine con successo questi incarichi non solo garantisce ricompense economiche, ma contribuisce a consolidare la reputazione di Henry come fabbro, sbloccando commissioni più prestigiose e strumenti sempre più complessi da realizzare.

TRA FUCINA E NARRAZIONE

Il cuore gestionale del DLC è arricchito da un sistema di personalizzazione che sorprende per profondità. La fucina può essere ampliata e arredata con una libertà notevole, arrivando a combinazioni che lasciano ampio spazio alla creatività. Non si tratta però di un semplice orpello estetico: la disposizione degli spazi, la qualità degli utensili, la scelta dei materiali influiscono concretamente sull’efficienza del lavoro e sul prestigio dell’officina. C’è una soddisfazione particolare nel vedere la fucina trasformarsi da capanno malandato a centro nevralgico della comunità, un luogo che diventa punto di riferimento per mercanti e nobili, e che restituisce a Henry il senso di avere finalmente messo radici. Ci si affeziona, una goccia di sudore alla volta.

Narrativamente il DLC è coerente, pur non aggiungendo granché alla storia principale.

Il ritmo dell’espansione è volutamente lento, scandito dal battere del martello e dallo sfrigolio del ferro incandescente. È un contenuto aggiuntivo che chiede pazienza e dedizione, ma che ricompensa con un livello di immersione raro, tangibile. Ogni oggetto creato diventa parte di una storia personale, legata non solo al presente di Henry, ma al ricordo del padre Martin, che aleggia come un’ombra gentile dietro ogni gesto. Questa dimensione intima è ciò che distingue Legacy of the Forge da molti altri contenuti aggiuntivi: non cerca di stupire con grandi battaglie o colpi di scena, ma con la verità silenziosa di un mestiere antico, restituito con cura filologica e con apprezzabile coerenza narrativa. Non mancano i difetti, tuttavia: alcune missioni rischiano la ripetizione, soprattutto quando le richieste degli abitanti si fanno simili, e il peso narrativo del DLC resta laterale rispetto alla trama principale. Chi cerca solo nuove avventure incentrate sul combattimento o non aveva apprezzato la forgiatura potrebbe trovarlo superfluo, è più indicato per chi si lascia affascinare dai dettagli storici e dalla manualità artigiana. Sul piano tecnico, infine, restano alcuni inciampi: tempi di caricamento non sempre rapidi, piccoli bug nelle animazioni e una fluidità che nelle fasi più impegnative può zoppicare, pur senza compromettere la solidità complessiva.

Il ritmo dell’espansione è volutamente lento, scandito dal battere del martello e dallo sfrigolio del ferro incandescente

Legacy of the Forge non è un’espansione votata allo spettacolo, è più un tassello che va completare il sontuoso mosaico di Kingdom Come: Deliverance II con un tono intimo e riflessivo. È un DLC che mette al centro il senso del mestiere e il legame con la memoria, offrendo un gameplay profondo nella sua dimensione artigianale e una narrazione che aggiunge spessore umano al percorso di Henry, pur senza affondare pienamente le sue radici nella storia principale. Non tutti ne apprezzeranno i ritmi lenti e/o la poca rilevanza sulla trama generale, ma chi si lascerà avvolgere dal calore della fucina troverà un’esperienza che sa colpire con autenticità, senza clamore ma con la forza di un’eredità che continua a brillare nel ferro incandescente.

In Breve: Questo secondo DLC non è adatto a chi sogna combattimenti epici, ritmi frenetici o guerre campali per le lande della Boemia medievale. C’è una sfumatura più intima in ciò che accade nella fucina, tra un lavoro all’incudine e uno alla limatura c’è tempo per approfondire una parte di Henry che merita delicatezza. La stessa con cui il baldo giovane si dedica all’attività che fu del padre, un mestiere da imparare per onorare le memoria del defunto genitore, ma anche per costruirsi un’autentica fortuna oltre a un rifugio per le membra stanche e per l’animo tormentato.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+ 16 GB, 32 GB RAM DDR5, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Anche qui, un po’ come nel gioco base, inizialmente si notava qualche asperità tecnica (levigata nel tempo, in verità). Niente di tragico, il contenuto aggiuntivo si conferma comunque godibilissimo e piacevole.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Narrativamente coerente / Sistema di fabbro profondo e gratificante / La personalizzazione della fucina a un impatto sul gameplay

Contro

  • Alcune missioni sono a rischio ripetizione / L’impatto sulla trama principale è marginale / Piccoli problemi di ottimizzazione e bug minori, inizialmente
8

Più che buono

Password dimenticata