Dragon Ball: Sparking Zero! incarna tutti i precetti della Scuola della Tartaruga. Ha dormito bene, visto che manca da 17 anni sugli scaffali. Ma soprattutto ha studiato e lavorato sodo, visti i miglioramenti rispetto a Budokai Tenkaichi 3.
Sviluppatore / Publisher: Spike Chunsoft / Bandai Namco Prezzo: € 69,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Online, locale (solo per lo stage della Stanza dello Spirito e del Tempo) PEGI: 12 Disponibile su: PC, Xbox Series X|S, PS5 Data d’uscita: 11 ottobre 2024
Se si tengono in considerazione anche i due Raging Blast, Dragon Ball non incarnava questa forma da due generazioni di videogiochi piene. Le ultime uscite l’hanno visto assecondare quella tendenza al gioco di ruolo online, poi tentare la strada del JRPG e anche quella del survival asimmetrico. Nel mezzo di tutto questo è uscito FighterZ, che per quanto sia a mani basse uno dei capitoli migliori della serie non suonerà mai nelle orecchie dei fan dell’opera di Toriyama come le parole “Budokai” e “Tenkaichi” messe una di seguito all’altra.
E quindi è facile esaltarsi una volta avviato Sparking Zero!, specie perché di fatto è tutto quello che Bandai Namco aveva promesso sarebbe stato trailer dopo trailer: un Budokai Tenkaichi 4 con un roster che perde qualcosina in termini di personaggi secondari ma in compenso è aggiornato fino a Dragon Ball Super: Broly. Non che manchi qualche difetto – e sicuramente non mancheranno nemmeno tanti DLC, dopotutto anche Xenoverse 2 è stato aggiornato includendo i contenuti di Super Hero, ultmo film della saga – ma è inevitabile provare estasi una volta inserito il disco nella console o fatto doppio click sull’icona del gioco sul desktop.
OVER 9000
182 personaggi, 35 stage, 8 story mode che si concedono anche diversi what-if rispetto agli eventi canonici – per esempio: e se Vegeta avesse resistito al controllo mentale di Babidy? Ma alla fine questi sono solo numeri, e se c’è una cosa che Dragon Ball ci ha insegnato è che i numeri non hanno senso, quantomeno nell’economia della serie. Il power level di Sparking Zero! si può sicuramente misurare sul fronte contenutistico, ma la vera domanda da porsi è: come si picchia in-game?
Budokai Tenkaichi mancava da 17 anni. Ti senti vecchio, vero?
Sono anche stati risolti alcuni dei problemi più fastidiosi degli Sparking epoca PS2/Wii, dove per esempio con l’avversario a terra era impossibile mandare a segno alcune tecniche che invece adesso colpiscono comunque. In perfetto stile Dragon Ball poi adesso è possibile far scontrare non solo gli attacchi energetici (come succedeva d’altronde già da Budokai Tenkaichi 2), ma anche i dash e le prese. Come chicca per gli appassionati di lungo corso Spike ha mantenuto come opzione il layout di controlli tradizionale, che se selezionato nel caso di questi scontri non chiede di continuare a premere il pulsante d’attacco ma in modo più vintage di girare velocemente le levette analogiche. Un bel tocco per far sentire i fan a casa, complici anche i moveset che vanno a riprendere ove possibile fedelmente quanto visto nei precedenti capitoli – non solo per quanto riguarda le tecniche, ma anche per le combinazioni corpo a corpo – ma che chiaramente mostra i suoi limiti quando si guarda alle novità, laddove invece il sistema di controllo standard le abbraccia nativamente.
Spike ha fatto un lavoro incredibile nello svecchiare il combat system, familiare ma comunque inedito
SUPER HERO, SPARKING ZERO
A questo proposito infatti Spike ha pubblicamente ammesso che il multiplayer split-screen locale non era una feature che avevano previsto, e che alla fine sia stata inserita in-game solo su pressione dei fan. È stato un compromesso, perché il gioco non era stato ragionato in modo da poterla gestire e infatti questa è disponibile solo nello stage della Stanza dello Spirito e del tempo, senza dubbio quello più spoglio tra i 35 proposti al day one. Ma il difetto principale di Sparking Zero! non è qui, anche se comunque è qualcosa che nell’economia del gioco pesa e spiace constatare che probabilmente saranno i DLC ad introdurre altri scenari utili anche per lo split screen (come per esempio lo stage dello Spazio introdotto proprio in Budokai Tenkaichi 3). Il problema più grosso riguarda i menù di gioco, e la modalità split screen ne è solo la perfetta sintesi, perché è quella che mostra più apertamente la macchinosità dell’interfaccia quando si arriva alla selezione dei personaggi (lasciando il controllo ad entrambi i giocatori e costringendoli a selezionare la propria squadra uno alla volta switchando con un tasto tra le schermate dei due team).
Sparking Zero! è un gioco che dal punto di vista dell’UX è abbastanza acerbo. Prima si accennava allo story mode e ai what-if presenti, bivi che portano a capitoli alternativi a quelli del manga e dell’anime originale dove gli eventi si svolgono in modo molto diverso. Per quanto a video i punti in cui la storia può divergere siano ben segnalati è proprio lo spostarsi di capitolo in capitolo a risultare poco lineare. Un peccato, perché poi queste variazioni avrebbero pure qualcosa da raccontare, e l’effort speso in alcune storyline è percepibile. Molto più di quello speso nelle custom battle di cui si parlava già nell’hands on di qualche settimana fa. Qui oltre a pagare molto i problemi di UX per quanto riguarda l’editor delle missioni il grosso problema è che le linee di dialogo personalizzate non risultano doppiate, oltre al fatto che per quanto riguarda la nostra lingua nello specifico ci sono un po’ di problemi di costruzione delle frasi – ci si imbatte di frequente in casi dove a schermo compaiono scritte come “il allenamento” o cose del genere.
I what-if dello story mode sono una festa per il fanservice
DAN DAN KOKORO HIKARETE ‘KU
Sotto sostanzialmente qualunque altro punto di vista è innegabile quanto cuore Spike abbia profuso in Sparking Zero!. Per quanto visivamente il gioco non arrivi forse ai livelli di FighterZ (che però beneficiava della sua natura sostanzialmente 2D) gli scenari mostrano una distruttibilità fino ad ora mai raggiunta, e la resa degli effetti particellari lascia veramente soddisfatti, soprattutto andando a guardare alcune delle auree dei personaggi.
A gioco completo a disposizione c’è la conferma che a livello di OST forse si poteva osare di più, e per quanto qualche traccia presa dal canone della serie ci sia il grosso del lavoro sulla colonna sonora è originale, probabilmente anche per lasciare spazio di manovra ai DLC. Nel complesso c’è da che impazzire, per i fan della serie. I difetti presenti su disco sono poca cosa davanti alla possibilità di tornare a darsele come se fosse il 2007, ma con un roster aggiornato a Dragon Ball Super.
In Breve: Dragon Ball Sparking Zero sarà pure il primo capitolo della serie Budokai Tenkaichi a non chiamarsi Budokai Tenkaichi, o il primo a non indicare la “Z” con cui notoriamente è indicata la seconda parte della serie. Eppure è a tutti gli effetti un capitolo 4 aggiornato al 2024, con tantissime luci (e particellari incredibili) e qualche ombra di cui alla fine si può tranquillamente fregarsene.
Piattaforma di prova: PlayStation 5
Com’è, come gira: Vedere Unreal Engine 5 a servizio del lascito di Akira Toriyama è una gioia per gli occhi. E ok, non sarà il gioco più esoso del mondo, ma Sparking Zero! regala sicuramente tante soddisfazioni anche lato performance.