Considerando unicamente i meri numeri, Mario Party: The Top 100 avrebbe tutte le carte in regola per qualificarsi come la più bella festa dell’anno. Una selezione di cento minigiochi prelevati dagli annali di Mario Party, attentamente selezionati dai vari episodi e dotati di una benvenuta mano di vernice, ove necessario. All’atto pratico, la raccolta inciampa sulle sue buone intenzioni, proponendo un’esperienza che giocoforza sa di già visto, impacchettata con il minimo indispensabile di amore per la serie. Vi spiego il perché.
MAKE MARIO PARTY GREAT AGAIN
Gli eventi disponibili non sono tutti selezionabili dall’inizio, il che non rappresenta un grosso problema, a dirla tutta. La loro conquista passa attraverso l’Isola dei minigiochi, una sequenza di prove quasi completamente lineare divisa in quattro mondi, affrontabile unicamente da soli. Si avanza di casella in casella competendo in una delle cento prove raccolte nella cartuccia fino allo scontro con un boss, da portare a termine, ovviamente, in un minigioco di tipo duello. Sulla carta si tratterebbe di una modalità perfetta per familiarizzare con la stragrande maggioranza degli eventi, vivendo una nuova avventura assieme a Mario e compagni, ma la verità è che l’intelligenza artificiale si rivela priva di grinta, e alla fine della fiera la sfida più ardua sarà trovare un modo per perdere qualche vita, considerando che è comunque sufficiente piazzarsi al terzo posto di ogni sfida per superarla con successo.
per essere traboccante di minigiochi fino a scoppiare, Mario Party: The Top 100 risulta tristemente vuoto
Più interessanti risultano le altre due modalità chiamate Vinci la Serie e Decathlon: nel primo caso si gioca al meglio di 3 o cinque partite per decretare il vincitore, mentre nel secondo si punta allo score migliore dopo aver affrontato cinque (semi-decathlon, in questo caso) o dieci discipline.
QUESTA FESTA È INSODDISFACENTE
A completare il pacchetto c’è immancabile possibilità di scegliere liberamente dove competere (modalità 100 Minigiochi) e l’obbligatoria componente multigiocatore, elemento imprescindibile senza il quale Mario Party: The Top 100 perderebbe la propria ragione di esistere. Qui è possibile giocare in wireless locale contro amici che possiedono il gioco, oppure in modalità download, condividendo la propria copia con gli altri.
Assente sorprendente, quanto ingiustificato il multiplayer online, una risorsa che avrebbe donato al titolo in oggetto quella scintilla di interesse in più sulla lunga distanza. Complessivamente, Nintendo ha confezionato un gioco quasi paradossale: per essere traboccante di minigiochi fino a scoppiare, Mario Party: The Top 100 risulta tristemente vuoto, con una manciata di modalità assai poco interessanti e prive di personalità. Si poteva fare di più giocando la carta dell’immaginazione, magari creando una storia capace di motivare una simile riunione con un massiccio dispiegamento di personaggi Nintendo. Cento giochini sono un numero importante, ma decontestualizzati perdono di mordente; un risultato sconfortante se si considera quanto mediocre e basilare sia il collante che li tiene assieme. Facciamo che non mi presento alla festa, perché ho una lezione di judo e ci si becca su Switch con un ipotetico Mario Party 11, va bene?
Mario Party: The Top 100 punta più alla quantità che alla qualità, con un massiccio numero di eventi messi assieme da un’ossatura appena basilare. Più che rivelarsi l’occasione per imbandire un allegro viaggio nel passato della serie, il gioco riesce nel dubbio intento di far rimpiangere i vecchi capitoli, confezionati con un quantitativo di passione decisamente superiore.