Metaphor ReFantazio – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

Studio Zero lascia in classe gli scolaretti di Persona e vi invita nel mondo fantasy spaventoso e affascinate di Metaphor ReFantazio.

Sviluppatore / Publisher: Atlus / SEGA Prezzo: € 69,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PS5/PS4. Xbox Series X/S, PC (Steam)

Metaphor ReFantazio inizia col botto, inscenando nientemeno che un regicidio, perpetrato nel prologo da una figura talmente ingombrante da non farsi scrupoli nel compiere l’efferato atto sotto gli occhi del giocatore. Assieme all’ormai canuto sovrano muore anche il sogno di unificare spiritualmente il regno di Euchronia, frammentato da razze e ideologie che non hanno intenzione di accettarsi e trovare uno scopo comune, o così pare.

Mentre uomini senza scrupoli si stringono attorno al cadavere per reclamare il trono vacante, un potere ultraterreno farà il suo teatrale ingresso per scegliere un campione destinato a guidare e unificare il popolo. Altrove, accompagnato da una fata e con un piano ben preciso in mente, un giovane inganna il tempo durante un viaggio in carrozza leggendo un libro. Lui fa parte della tribù degli Elda e per questo conosce molto bene il dolore che deriva dalla solitudine e dalla discriminazione, tuttavia tra quelle pagine riesce comunque a trovare conforto e speranza; descrivono, infatti, una civiltà utopica dove regna la collaborazione e l’uguaglianza, tratteggiata da elementi stranamente molto simili a quelli del nostro mondo…

IL VISIONARIO AFFRESCO DI METAPHOR RE FANTAZIO

Lo Studio Zero possiede davvero una marcia in più. Deve essere l’aria frizzante della baia e l’intreccio di mode che affollano le strade di Shinagawa, ma il celebre team interno di Atlus capitanato da Katsura Hashino riesce sempre a fare le cose in grande. Lungi dall’essere una mera declinazione in chiave high fantasy dell’acclamato franchise Persona, Metaphor ReFantazio è un colosso in grado di torreggiare nell’attuale panorama dei JRPG con le proprie forze, pur non nascondendo nel proprio DNA elementi palesemente presi in prestito dallo spin-off di Shin Megami Tensei per antonomasia. Il loop, del resto, è sempre scandito dall’implacabile incedere del tempo che funge da conto alla rovescia prima di un evento da impedire a tutti i costi, ma i nuovi elementi introdotti donano una personalità ben distinta a questa nuova avventura.

Nelle grandi metropoli si trova di tutt… ma che è quella roba lì in cielo?

Per cominciare, la trama è eccellente, con una sekaikan costruita impeccabilmente per donare coinvolgimento e “costringere” il giocatore a “trascorrere un altro giorno” per compiere un altro piccolo, deciso passo avanti. C’è un regno fantastico scombussolato da una corsa al trono a cui tutti paiono voler partecipare, un cattivo freddo e calcolatore che fa sembrare Luca Blight un marmocchio che armeggia con i soldatini, personaggi carismatici da seguire fino in capo al mondo e amicizie da stringere per far crescere il nostro alter ego privo di nome, da reietto a potenziale contendente al trono.

Metaphor ReFantazio è un colosso in grado di torreggiare nell’attuale panorama dei JRPG

Non che a lui importi qualcosa della corona, ma rivelare qui e adesso dettagli sulla trama sarebbe criminale. Personalmente sono stato rapito dalla storia, che mi ha reso incapace di mollare il gioco dopo maratone durate decine di ore, una cosa che onestamente non mi capita molto spesso. L’eccellente scrittura è impreziosita da un’ottima traduzione italiana e da un doppiaggio giapponese solenne, mentre la direzione artistica risolleva una conta poligonale purtroppo appena discreta (nel 2024, ahimè, non riusciamo ancora a scrollarci di dosso la vecchia PS4) con una dose di personalità che non teme paragoni.

Louis è uno dei principali antagonisti del gioco. Amerete odiarlo.

Team Zero è formato da gente che ha studiato, c’è poco da dire: nel riuscito character design è facile scorgere gli occhi decisi e compassionevoli delle slanciate figure femminili di Leiji Matsumoto e Mamoru Nagano, così come l’arte del grottesco proveniente dai titani di Hajime Isayama o dalle tele di Hieronymus Bosch (uno dei primi boss cita apertamente il presunto autoritratto del pittore fiammingo ne Il Giardino delle Delizie) appare evidente nei cosiddetti Umani, ovvero i più spietati, rivoltanti e crudeli mostri che infestano le terre di Euchronia. Le domande si susseguono come tessere di un puzzle sadicamente centellinate, pronte per essere ricomposte in vista del gran finale. Un viaggio tanto memorabile quanto longevo; diciamo che ottanta ore sono un quantitativo accettabile per arrivare alla fine, un conteggio che dipende anche da quale dei cinque livelli di difficoltà deciderete di intraprendere.

SCUSA, HAI DETTO PERSONA?

Con avversari tanto formidabili il mero acciaio non basta, e per questo il gruppo di eroi che riuniremo nell’avventura potrà far affidamento su potenti emanazioni spirituali. Lasciate però da parte Thanatos, Joker e il resto del gruppo, perché stavolta i nostri eroi attingeranno alla potenza degli Archetipi. Potete considerarli parte del job system di Metaphor ReFantazio, e ogni personaggio sotto il nostro controllo inizialmente sarà legato a uno di loro. Non possono essere liberamente scambiati durante il combattimento come avviene in quell’altra serie lì, ma la loro forza sta nella versatilità: ogni eroe può abbracciare qualunque vocazione pagando una modesta quota d’ingresso in MAG (una sorta di valuta secondaria destinata a migliorare tutto quello che ruota attorno agli Archetipi), ereditando parte delle abilità eventualmente acquisite padroneggiando differenti professioni.

Gli Archetipi possono essere sviluppati fino al ventesimo livello. Volente continuare a usarli, l’esperienza in eccesso creerà utili oggetti.

Andando avanti le cose diventeranno davvero interessanti, perché stringere e cementare nuove amicizie aprirà la strada a “mestieri” inizialmente celati, arrivando a conquistarne versioni avanzate e a portare in dote un numero sempre maggiore di tecniche con cui creare build personalizzate adatte a ogni evenienza. Potrete difendere adamantini il fronte come cavalieri, padroneggiare il furto e la magia dell’oscurità vestendo i panni del ninja, sminuzzare intere formazioni nemiche vorticando il più grosso spadone reperibile e scatenare la furia degli stregoni con potenti attacchi elementali; poi, se le cose dovessero andare male, basta cedere un cristallo per far entrare un compagno fermo nelle retrovie e compensare eventuali lacune. A tal proposito, il sistema di combattimento è simile all’apprezzato press turn system, dove sfruttare le altrui debolezze casa il consumo di metà cristallo (ognuno equivale all’azione riservata durante ogni turno a ciascuno dei guerrieri in campo) consentendo di compiere un numero maggiore di azioni prima di passare il testimone al nemico. Stessa cosa qualora decideste di non far agire un determinato membro del party, possibilmente per consentire a un commilitone di sfruttare un’abilità più adatta allo scontro in corso; assieme a potenti azioni sinergiche attuabili solo se determinati Archetipi vengono schierati, il gioco offre un sistema di combattimento facile da padroneggiare per far fronte a un assalto nemico che non risparmia nessuno, specie i più sconsiderati. La conoscenza è dopo tutto parte della vittoria, e i cattivi di Metaphor ReFantazio metteranno alla prova il vostro acume, ancora prima di sguainare la spada.

Team Zero è formato da gente che ha studiato, c’è poco da dire

Non parliamo di semplici vulnerabilità da conoscere e fiaccare, bensì di veri e propri comportamenti: sfoggiate fieri uno scettro magico di fronte a semplici goblin e li vedrete diventare parecchio nervosi, pronti a farvi a pezzi con violenti attacchi multipli. Allo stesso modo, farsi sorprendere da un mimic senza conoscere il suo scintillante punto debole può trasformarsi in un incubo. Gli elementi da considerare sono diversi, non ultime le condizioni atmosferiche che potenziano i mostri durante particolari precipitazioni, addirittura negando i vantaggi normalmente ottenibili infierendo sui loro punti deboli. Racimolare informazioni frequentando locande e figuri poco raccomandabili prima di partire è una sana abitudine da apprendere alla sventa, così come riempire la borsa di farmaci vari, perché non si scherza con le alterazioni di stato. Il trucco è sapere cosa si ha di fronte, magari sfruttando lo sguardo magico dell’inseparabile fata Gallica per valutare la potenza degli avversari: quelli più deboli possono essere fatti fuori in tempo reale quasi come in un Musou, ma i più tosti vanno storditi azzerando la barra della resistenza prima di innescare lo scontro, in modo da iniziare la lotta in vantaggio. Non è sempre facile, perché i contrattacchi (annunciati da indizi che vanno opportunamente interpretati) rischiano di capovolgere la situazione a loro favore, rendendo indispensabile padroneggiare la schivata. Strategia a turni e azione in tempo reale convivono sul campo di battaglia, e vi assicuro che già al livello intermedio subire inermi il primo attacco di un potente nemico equivale a una dose di dolore memorabile.

UN MONDO CHE HA DIMENTICATO L’ONORE, QUELLO DI METAPHOR REFANTAZIO

Seguendo il solco tracciato dagli ultimi Persona, potremmo paradossalmente asserire che una generosa porzione di Metaphor ReFantazio è composta da missioni secondarie affrontabili nei giorni che separano il party dal prossimo evento che necessita di essere scongiurato a tutti i costi. Avere un intero mondo a disposizione rende la ricerca dell’attività con sui occupare la giornata stimolante e ricca di opportunità, ma l’usabilità riveste sempre un ruolo fondamentale. I poteri del protagonista permettono di avvertire e raggiungere repentinamente un alleato che richiede la sua attenzione anche a miglia di distanza, e un sistema di teletrasporto che si renderà disponibili appena otterremo le chiavi dell’indispensabile trasvettore (un enorme mezzo di trasporto bipede destinato a diventare un vero e proprio elemento della ciurma) renderà istantanei gli spostamenti tra le città principali. Le spedizioni secondarie sono di tutt’altra pasta, e richiedono viaggi spesso assai lunghi da pianificare scegliendo il traguardo su una mappa destinata a riempirsi in breve tempo, con tanto di soste giornaliere e spiacevoli incontri prima di bussare alla porta dei tanti dungeon che aspettano  solo di essere visitati.

Non solo fredde mura, anche se la verità che si nasconde in questo villaggio si rivelerà sconvolgente.

Sono il luogo ideale per potenziarsi tra una missione principale e l’altra, raccogliendo equipaggiamento raro (spesso da far identificare o purificare una volta tornati nel mondo civilizzato) ed esplorando dedali caratterizzati da una topografia mai banale, ricca di passaggi segreti e obiettivi secondari. Come risultato il senso di progressione è costante, remunerativo nonché privo di tempi morti: che si tratti di incrementare le caratteristiche che decretano la personalità e le possibilità di interazione del protagonista o sostenere attivamente le vicissitudini dei nostri alleati, c’è sempre come ricompensa qualche bonus destinato a perfezionare l’efficienza degli Archetipi o la semplice esplorazione. Metaphor ReFantazio è semplicemente indispensabile, specie se siete alla ricerca di un degno JRPG in attesa che venga annunciato Persona 6.

In Breve: Una narrazione sorprendente che non si crea problemi nel toccare tematiche anche piuttosto delicate è la base per creare un’avventura indispensabile per ogni amante dei giochi di ruolo giapponesi.  Metaphor ReFantazio è una sorta di jolly che eccelle in ogni categoria, dalla scrittura al sistema di combattimento, passando per una serie continua di sorprese che vi incolleranno allo schermo per molte ore. Per quanto mi riguarda si tratta della mia scelta per il GOTY 2024, senza neppure pensarci due volte.

Piattaforma di Prova: Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD / Steam Deck
Com’è, Come Gira: Nulla da segnalare con la configurazione utilizzata, dove l’azione si è rivelata sempre stabile sui 60fps con qualche piccolo, insignificante calo durante la permanenza in un particolare centro abitato, il tutto massimizzando le impostazioni grafiche. Su Steam Deck i fotogrammi al secondo vanno dimezzati, con qualche obbligatoria concessione alla qualità visiva. Il vero problema risiede nei caratteri, davvero troppo piccoli e scomodi per un gioco di questo tipo.

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Pro

  • Sekaikan poderosa / Direzione artistica ineccepibile / Narrazione coinvolgente / Impossibile mollarlo

Contro

  • La natura cross-gen gli impedisce di esprimersi al massimo
9.6

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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