Resident Evil 4 – Recensione

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Leon S. Kennedy torna sotto i riflettori e si conferma un portafortuna non da poco per Capcom. Dopo il successo di pubblico e critica del remake di RE2, Resident Evil 4, il rifacimento del quarto capitolo, alza ulteriormente l’asticella e si prepara a conquistare nuove generazioni. Welcome back, stranger!

Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: 69,99 € Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam, Windows Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di uscita: 24 marzo

Bisogna dare atto a Capcom di essere una delle poche compagnie che sa ascoltare i suoi fan e capisce spesso il modo migliore per venire incontro ai loro desideri, sfornando prodotti davvero superbi.

Il remake di Resident Evil 4 è uno di questi, un gioco che fin dai primi istanti “tradisce” la passione e la certosina attenzione al dettaglio che il team di sviluppo ha riposto nella sua realizzazione. Se il primo assaggio che abbiamo avuto qualche giorno fa e che anche voi avete potuto testare con la scaricatissima Chainsaw Demo era un buon presagio, ciò che vi aspetta nel gioco finale andrà oltre le vostre più rosee aspettative.

NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTO SI TRASFORMA

Abbiamo completato il gioco in poco meno di 20 ore, portando a termine un buon 90% delle missioni secondarie. Una quota sensibilmente superiore a quella a suo tempo necessaria per portare a termine RE4, merito di un game design che non si è limitato a copiare il materiale originale ma ne ha ampliato ogni elemento, limandone le asperità e regalando alcune sorprese anche ad un fan navigato come il sottoscritto. Un remix che con il suo tradizionale stile “trash-horror” offre ora una visione più completa degli eventi che collegano questo capitolo ai precedenti BioHazard, oltre a dare più spazio a un cast di personaggi che nel gioco del 2005 erano talvolta stati sottodimensionati rispetto a quanto poi il pubblico ha dimostrato di gradire.

Bisogna dare atto a Capcom di essere una delle poche compagnie che sa ascoltare i suoi fan e capisce spesso il modo migliore per venire incontro ai loro desideri

Ovviamente evitiamo qualsiasi tipo di spoiler per chi non ha mai giocato Resident Evil 4, invece a coloro che ne conoscono ogni singolo centimetro ci limitiamo a dire che resterete sorpresi in più di un’occasione. Spesso e volentieri infatti ci siamo ritrovati a vivere alcuni eventi raccontati però in maniera un po’ diversa, a visitare location note il cui design è stato modificato a tal punto da farle diventare qualcosa di “nuovo” da affrontare con un differente piglio. Anche le apparizioni di alcuni personaggi chiave e i momenti in cui determinate cose accadono sono stati modificati, accorciati o dilatati in modo da non dare troppi punti di riferimento al pubblico più esperto, così come alcuni ruoli sono stati ritoccati senza tuttavia stravolgere la narrativa, bensì approfondendola. Le proverbiali ciliegine sulla torta sono rappresentate da una manciata di idee (un paio delle quali sono un chiaro ammiccamento alle critiche a suo tempo rivolte al gioco originale) che non potrete non apprezzare e la rivisitazione pressoché totale di una delle boss fight.

Resident Evil 4

Inizialmente non sarà facilissimo abituarsi alle tempistiche del “parry”, ma con il tempo i risultati arriveranno e sarà un’arma in più per sopravvivere.

Capcom ha interiorizzato il fatto che i fan di RE4 avevano apprezzato particolarmente le sezioni più aperte, quelle che offrivano possibilità di approccio differenti e una sensazione di tensione palpabile e continua. Questo ha portato a sviluppare per RE4 Remake delle mappe più coese tra loro e situazioni più simili a quelle del villaggio iniziale, anche in parti del gioco che ne erano precedentemente sprovviste, cosa che ha dato ancora più risalto alle ormai note novità di questo rifacimento: le uccisioni stealth, le parry e la possibilità (finalmente) di fare fuoco anche quando Leon si muove. Tre elementi che aumentano la dinamicità degli scontri e danno al giocatore maggiore libertà di approccio.

Un game design che non si è limitato a copiare il materiale originale ma ne ha ampliato ogni elemento, limandone le asperità e regalando alcune sorprese anche ad un fan navigato

Va detto che in alcuni casi tutto questo ha fatto emergere alcune piccole magagne dell’I.A., vedi l’incredibile intuito di alcuni nemici che, a prescindere dagli spostamenti di Leon, sono capaci di individuarne la posizione anche a distanza di decine di metri e colpirlo con precisione con asce e candelotti di dinamite. Difetti marginali comunque, che hanno una cadenza abbastanza sporadica, così come occasionali sono i problemi ad alcune hitbox, specie quando si usa il fucile da cecchino. Meglio sottolineare subito queste piccole spine che, tuttavia, nella concitazione dell’azione sono abbastanza difficili da individuare e nell’economia generale dell’esperienza influiscono poco o niente in termini di coinvolgimento e divertimento.

E L’OSCAR VA A…

I trailer e le immagini rilasciate da Capcom prima dell’uscita hanno rischiato di rovinare alcune delle sorprese da loro stessi inserite nel remake, lasciando intuire che anche qualche ruolo chiave sia stato più o meno cambiato in sede di lavorazione. Anche qui vogliamo stare ben lontani dallo spoiler ma sì, il cast attorno a Leon ha subito qualche cambiamento non solo estetico. Ashley stavolta è un po’ meno dipendente dal protagonista e, piuttosto che nascondersi continuamente da qualche parte, lo seguirà più o meno da vicino in base alle vostre decisioni. Non ha più una barra della salute, ma prestatele sempre attenzione: se dovesse subire troppi colpi diventerà prima incapacitata ai movimenti e successivamente verrà uccisa o rapita, con conseguente interruzione della missione in corso. Rimane purtroppo presente qualche suo intervento abbastanza irritante soprattutto nella seconda metà del gioco, quando la sua condizione dovrebbe suggerire un atteggiamento sofferente e dimesso piuttosto che uno da adolescente che flirta con il suo salvatore.

Resident Evil 4

Luis ha maggiore spazio in questo remake e la sua presenza è più costante al fianco di Leon, andrete anche più a fondo sul “perché” si trovi lì.

C’è poi l’hombre Luis, il rubacuori latino al quale stavolta è stato concesso un palcoscenico più ampio. La sua presenza viene spiegata più chiaramente e in più occasioni affianca Leon nelle sue imprese… ma su di lui preferiamo non dirvi nulla di più, scoprirete tutto a tempo debito. Anche i ganados sono cambiati, oltre ad un’aggressività maggiore sono più numerosi e hanno una fastidiosa tendenza a spuntare da tutte le parti, specie alle spalle. Il consiglio è di eliminarne alcuni in modalità stealth appena ne avrete l’occasione, non rimanere mai troppo tempo nello stesso posto e soprattutto di mirare bene alle ginocchia (ora potrete farlo anche mentre vi muovete).

Per affrontare i rinnovati ganados conviene puntare su un mix di stealth, dinamismo e colpi precisi alle ginocchia

La tecnica “proiettile nella rotula + fucilata in faccia” è ancora estremamente valida, ma stavolta dovrete fare più attenzione a quando e come userete il coltello, il quale si usurerà velocemente specialmente all’inizio. Potrete aumentarne la resistenza, potenziarlo, ripararlo e anche acquisirne di nuovi da alternare, c’è persino una versione infrangibile da sbloccare ma, per riuscirci, dovrete darci sotto con le missioni secondarie. Queste ultime sono molto più numerose anche se abbastanza ripetitive. Il mercante tra l’altro ha lasciato bigliettini azzurri ovunque e, se riuscirete ad esaudire i suoi desideri, vi ricompenserà con una quantità variabile di Spinelli, pietre preziose che possono essere scambiate con mappe dei tesori (anch’essi molto più numerosi), modifiche per le armi e altri bonus decisamente sfiziosi.

RESIDENT EVIL 4 E L’OCCHIO DELLA MADRE

Alla luce di quanto scritto fino a ora, l’incredibile “overhaul estetico” che Capcom ci propone passa quasi in secondo piano. Quasi perché il lavoro svolto è talmente ampio e minuzioso da far rivaleggiare il risultato finale con quello del remake di RE2 e superare di alcune spanne anche il famigerato RE Rebirth. Se la qualità delle texture e la solidità del world building lasciano davvero a bocca aperta, è il pacchetto SFX a elevarsi nettamente sopra la media. La famigerata “pioggia pesante” è stata ridimensionata rispetto ai primi gameplay trailer, risultando ora più moderata ma comunque suggestiva quando viene combinata a raffiche di vento e particellari che svolazzano ovunque. Nebbiolina persistente e fumo volumetrico combinate con candele tremolanti, sontuosi lampadari e candelabri che proiettano inquietanti ombre caratterizzano invece la seconda parte del gioco, quella del castello ancor più vasto e minaccioso.

Sotto il profilo estetico il lavoro svolto è talmente vasto e minuzioso da far rivaleggiare il risultato finale con quello del remake di RE2 e superare di alcune spanne anche il famigerato RE Rebirth

L’ultima sezione, quella più industrial, è invece un florilegio di effetti metallici, laser e scintille, ma la resa generale resta comunque eccellente. Potremo continuare ancora a lungo a descrivere le meraviglie grafiche di un remake che su PS5, in modalità Performance con HDR e Ray Tracing attivati, solo di rado ha mostrato qualche piccolo cedimento. Eccellente anche il lavoro fatto sui modelli poligonali, impressionanti nelle cutscene e opportunamente scalati nelle fasi di azione. Il pacchetto di animazioni di Leon e Ashley è stato rifatto da zero, aggiungendone alcune nuove non solo per venire incontro alle rinnovate meccaniche ma anche per aumentare il realismo di alcune azioni persistenti, come quella di calciare o distruggere botti e casse di legno.

Resident Evil 4

Tre “nuovi” nemici chiamati Bruti vi attendono, ognuno con indosso una diversa maschera animale. Non hanno tecniche di attacco raffinate ma incassano parecchi colpi e guai a farli avvicinare troppo.

Abbiamo volutamente lasciato in coda il commento alla localizzazione di Resident Evil 4, che per la prima volta parla italiano. Sappiamo che per molti questo è un plus non da poco e dobbiamo ammettere che il lavoro svolto dalle voci nostrane è abbastanza buono, al netto di alcune intonazioni fuori luogo soprattutto per quanto riguarda Ashley. Il doppiaggio in inglese è tuttavia preferibile anche per ritrovare l’accento ispanico di Luis (che in italiano è quasi totalmente assente) e la voce originale del Mercante che in italiano ha invece quella di Gordon Ramsey.

Purtroppo Resident Evil 4 su PS5 non si avvale più di tanto delle peculiarità della console Sony, ma stiamo comunque parlando di uno dei migliori remake di sempre

Purtroppo dobbiamo far notare che Resident Evil 4 su PS5 non si avvale più di tanto delle caratteristiche della console Sony. I caricamenti sono velocissimi, questo sì, ma il feedback aptico e i grilletti adattivi del DualSense si limitano a qualche tenue friccicore e deboli resistenze che dovrebbero simulare i grilletti delle diverse armi. Da questo punto di vista si sarebbe sicuramente potuto fare di più, ma nonostante tali “mancanze” questo è rimane uno dei migliori remake di sempre. Al punto da far piacere Resident Evil 4 anche a chi all’epoca non lo aveva apprezzato più di tanto? Questo forse no, anche a causa del fatto che nei 18 anni passati da allora gli “insegnamenti” di RE4 sono stati assimilati e messi in pratica da centinaia di altri giochi e l’esplosivo effetto “wow” di allora era praticamente impossibile da ricreare. La nota più negativa di un quadro altrimenti quasi perfetto? La mancanza delle modalità aggiuntive del gioco originale, in particolare la storia parallela Separate Ways che, in cinque mini-capitoli giocabili, permetteva di seguire il percorso di Ada lungo la trama e il suo “peso” nella stessa… arriverà forse con un DLC gratuito insieme alla già annunciata modalità Mercenari?

In Breve: Deadpool lo definirebbe “bigger, better and badass-ier”! Il remake di Resident Evil 4 migliora in tutto e per tutto il gioco originale ampliandone il respiro, modificandone i tempi e aumentandone la potenza e limandone quasi tutti i difetti. Capcom si dimostra ancora una volta regina dei rifacimenti ad alto tasso di azione, esplosioni, parassiti e mostri deformi.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Abbiamo giocato tutta l’avventura in modalità Performance su PS5, con HDR e Ray Tracing attivati. Il “costo” è stato economico: piccoli ritardi nel caricamento di alcune texture, qualche lieve tentennamento dell’engine quando c’è davvero TANTA roba su schermo e poco altro. Ottimo lavoro di rifinitura da Capcom.

 

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Pro

  • Ogni elemento dell'originale è stato migliorato, ampliato e potenziato / Elementi stealth, parry e fuoco in movimento rendono tutto più dinamico

Contro

  • Doppiaggio in italiano discreto ma discutibile / Alcuni piccoli problemi di I.A. e con le hitbox
9.1

Ottimo

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