“Un videogioco su Robin Hood? Dove? Come? E quando? È già uscito?” Questa è stata la mia reazione alla scoperta di Robin Hood – Sherwood Builders, videogioco di ruolo con dinamiche survival in cui s’impersona il leggendario arciere inglese, riadattato dalla penna di Alexandre Dumas. Pronti a rubare ai ricchi per dare ai poveri?
Sviluppatore/Publishers: MenAstronauts / PlayWay Prezzo: 29,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: + 18 Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile
L’immaginario relativo a Robin Hood è vasto, vastissimo, è qualcosa che nella letteratura, come nel mondo dell’intrattenimento, è di una bellezza assoluta, specie per chi – come me – del ladro inglese conosce vita, morte, miracoli e sì, anche le ultime ruberie. Russel Crowe e Kevin Costner, la Disney e una serie televisiva uscita tra il 2006 e il 2008, con la presenza illustre di Richard Armitage nei panni di Guy di Gisborne. L’eroe di Nottingham, di Sherwood, dell’Allegra Brigata, nonché spada al servizio di Re Riccardo arriva in un videogioco che, oltre ogni aspettativa, ha saputo tenermi incollato per quaranta ore di fila, senza distrarmi affatto dalla sua prosecuzione.
È un’avventura piacevole che, oltre a essere fedele ai libri di Alexandre Dumas e all’immaginario in Inghilterra, fornisce ulteriore spessore al personaggio di Robin Hood, donando un videogioco che rispolvera il Medioevo, prendendosi gioco dello sceriffo di Nottingham e dello spietato e viziato Principe Giovanni, che ha sottratto la corona al fratello. Robin Hood – Sherwood Builders è una magia continua che esplora, racconta e rivitalizza un personaggio iconico per la letteratura mondiale, diventato icona specialmente grazie alle prove attoriali dei già citati Kevin Costner e Russel Crowe, con quest’ultimo, al netto di tante libertà prese da Ridley Scott, trattato comunque con un ottimo occhio di riguardo, legato a un preludio che tesseva le storie del ladro che rubò ai ricchi per dare ai poveri.
“ROBIN HOOD E LITTLE JOHN VAN PER LA FORESTA!”
DIVENTARE ROBIN HOOD
Immaginate, per un momento, di essere a carnevale. Volete con forza vestire i panni di un eroe, magari Superman e, chissà, addirittura Batman. C’è chi sceglie, invece, di brandire un arco e divenire Robin Hood. In questa opera, diventare Robin Hood è tanto semplice quanto meraviglioso, e forgiare il proprio destino è ciò che coinvolge maggiormente. Il racconto non inventa nulla di nuovo, sia chiaro, ma è trattato con assoluta cura: il buon Robin Hood, assieme al buono Frate Tuck, all’impavido Little John e all’armoniosa Lady Marion, è costretto a fuggire dai possedimenti della sua famiglia a causa dell’ignobile tradimento del Principe Giovanni ai danni del fratello Riccardo, attualmente in Terra Santa.
Con l’aiuto dello sceriffo di Nottingham, il Leoncino d’Inghilterra ordisce uno spietato tradimento, obbligando le famiglie aristocratiche inglesi a giurare fedeltà al nuovo sovrano. Robin, tornato da poco dalla Terra Santa, si rifiuta in nome della fedeltà nei confronti di Re Riccardo, e viene dichiarato un fuorilegge. È costretto a fuggire nell’oscura e sconosciuta foresta di Sherwood, lontano dalla malvagità del Principe Giovanni e dalla mano dello sceriffo di Nottingham, che intanto affama l’intera contea. È qui che parte, infatti, l’avventura del ladro che ruba ai ricchi per dare ai poveri: la trama, già conosciuta grazie ai libri e ai film, vede Robin Hood compiere l’impensabile, divenendo un’ombra che si muove nell’oscurità per colpire e danneggiare il più possibile gli interessi del Principe e dello sceriffo.
La scrittura dell’opera, che approfondisce la leggenda attorno a Robin, è appassionante e coinvolgente, riuscendo a incastrare il suo mito con le lotte intestine e politiche dell’Inghilterra dell’epoca
URCA URCA TIRULERO
La produzione, oltre a essere un videogioco di ruolo in cui è possibile muovere Robin Hood per l’intera mappa di Nottingham e dintorni, si forgia sugli elementi già noti dei survival e dei classicismi builder. Ciò su cui però intendo concentrarmi è la libertà d’azione che l’opera consente, la quale offre un puro, purissimo coinvolgimento: al suo interno, è possibile scegliere cosa seguire e procedere all’edificazione di case, della fucina e di tanto altro in seguito, concentrandosi unicamente sulle missioni secondarie.
Robin Hood – Sherwood Builders propone una visuale in terza persona in cui è possibile usare la spada e l’arco a seconda delle situazioni. Ammetto di aver abusato dell’arma preferita di Robin Hood in molteplici occasioni, soprattutto per sorprendere i nemici ignari e per muovermi in segreto all’interno degli accampamenti. Oltre a concentrarmi sulla raccolta di materiali per accrescere in seguito l’accampamento, aumentando così le costruzioni e dedicandomi ad altro, ho in seguito partecipato a eventi casuali. Ed è qui che giocare di ruolo diventa fantastico, perché sì: sono, siamo e siete Robin Hood. Queste attività, oltre a fornire del protagonista tanto oro da spendere come si desidera, permettono inoltre di dare vita a battaglie che si sono visti solamente nei film dedicati all’eroe inglese.
Per chi non le conoscesse, e di Robin non sapesse granché, è rilevante sapere che queste attività permettono di salvare i villici dal boia con una freccia, oppure di requisire oro e ricchezze dalle carovane dello sceriffo dei Nottingham
Il game design, preciso e attento alle necessità dei giocatori quanto dei neofiti, appaga e lascia soddisfatti per l’intera avventura. Ad accrescere l’assuefazione, inoltre, sono i tipici elementi survival che arricchiscono l’avventura. Robin deve bere, mangiare e dormire, per permettersi poi di costruire e migliorare il villaggio, oltre che il proprio equipaggiamento. E deve prestare attenzione che non si danneggi troppo, poiché c’è il serio rischio che possa in seguito rompersi. L’altro elemento di gioco, anch’esso coinvolgente, è il sistema di edificazione del villaggio: per accrescere il numero dell’Allegra Brigata, servono case, posti di lavoro e sì, mura in legno capaci di nascondere la presenza di una società parallela a quella del Principe Giovanni, dominata dal Terrore.
TUTTO A DIFESA DEL BUON RE RICCARDO, CHE PRIMA O POI TORNA. MA QUANDO?
OLTRE IL MITO INGLESE
Di tutto, in realtà. E così ho fatto. Liberare la Contea di Nottingham, aiutare i bisognosi e intraprendere avventure degne dei libri di Alexandre Dumas, è un sogno che si realizza. L’intero mondo, creato e proposto con intelligenza, mi ha ricordato in un certo senso quello visto in videogiochi come Mount & Blade, un franchise che ha sempre saputo usare un linguaggio brillante per esporsi ed esprimersi al suo meglio. La differenza è che Robin Hood – Sherwood Builders, a differenza del titolo di TaleWorlds, è completamente indipendente. Così tanto indipendente da essere, per questo, un videogioco che sorprende per la qualità e la quantità che mette sul piatto.
Sia su PC che su Steam Deck la produzione procede liscia come l’olio, offrendo degli scorci sensazionali e un’illuminazione splendida. È appassionante notare come il team, oltre ogni previsione, abbia avuto la capacità di mostrare un lato così appassionato nei confronti dell’opera di Alexandre Dumas e delle leggende popolari inglesi, unendo entrambe per creare questa sorpresa. Ha ricreato la Contea di Nottingham in ogni suo anfratto, espandendo il mito dell’eroe inglese sotto ogni sfaccettatura. Si è davanti a un videogioco che, oltre a intrattenere, ha uno scopo preciso: riuscire a raccontare una storia classica e già vista usando il linguaggio videoludico. Robin Hood – Sherwood Builders lo ha fatto con mia somma sorpresa.
In Breve: Robin Hood – Sherwood Builders utilizza il linguaggio videoludico per farsi scoprire e per sorprendere. È un videogioco avvolgente e coinvolgente, che propone una struttura ludica piacevole e appassionante, con un numero di attività generose. Non manca qualche imprecisione, ma è un RPG con dinamiche survival dalle ottime caratteristiche. Da avere assolutamente.
Piattaforma di Gioco: PC
Com’è, come gira: Ottimamente e senza intoppi. Il titolo è stato ultimamente corretto con una patch: non sono più presenti bug o compenetrazioni esagerate.