Samurai Warriors 4 DX – Recensione PC

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Nuovo giro, nuovo shadow drop per Koei Tecmo con il ritorno di Samurai Warriors 4, uno dei capitoli più amati nel francise meno popolare tra i giocatori occidentali.

Sviluppatore / Publisher: Omega Force / Koei Tecmo Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Cooperativo offline / online PEGI: 16 Disponibile su: Steam Data d’uscita: Già disponibile

Ho elencato solo Steam tra le piattaforme disponibili, ma in realtà Samurai Warriors 4 DX è l’incarnazione per PC di un gioco con ormai dieci anni sul groppone, comparso su una moltitudine di sistemi tra cui spiccano addirittura gli adorati schermi OLED di PlayStation Vita. Una cosa è certa: le primavere passano, ma la formula alla base dei cosiddetti Musou di casa Koei resta sempre quella, con fortissimi eroi solitari che fronteggiano migliaia di avversari, massimizzando un contatore delle vittime destinato a raggiunge cifre degne di un genocidio, il tutto azionando il minimo sindacale di neuroni. Uno schema di gioco basilare (anche troppo se non si sceglie da subito la difficoltà più tosta) e allo stesso tempo catartico, retto da una direzione artistica ispirata e tanti contenuti extra con cui mantenere alto l’interesse.

Sotto questo aspetto Samurai Warriors 4 svolge un lavoro egregio, presentandosi per la prima volta sui nostri computer (la versione “base” non è mai stata convertita su PC all’epoca) con tutti i DLC pubblicati nel corso della sua carriera, vale a dire oltre 150 piccole aggiunte che contribuiscono a confezionare l’esperienza di gioco definitiva per i fan dei Musou tra costumi, armi, missioni, colonne sonore e tanto altro. Se la formula non vi dispiace avrete davvero tanto con cui giocare.

NON REINVENTA LA RUOTA

E in fondo va bene così, essendo uno dei capitoli più amato dai fan. Ambientato nell’era Sengoku, il gioco offre una dozzina di campagne che presentano il conflitto sotto diversi punti di vista, ognuna narrata nell’arco di una manciata di missioni. Nel cuore dello scontro ci si trova immediatamente a casa, con l’eroe di turno pronto a marciare all’interno di mappe da affrontare metodicamente, spostandosi a piedi o in groppa al fido cavallo per soddisfare richieste e missioni secondarie prima della resa dei conti con il generale nemico. Nel mentre ci sono i nemici, tantissimi nemici: ne farete fuori il primo centinaio in pochi minuti, arrivando a mieterne migliaia al termine della battaglia. Preso a piccole dosi è uno schema di gioco divertente e esaltante, anche perché la sensazione di progressione è garantita dall’elemento RPG che frutta nuovi attacchi salendo di livello, assieme a potenti armi e ai materiali con cui perfezionarle. Il sistema di combattimento è intuitivo, con le classiche combo a base di colpi deboli e forti a cui si uniscono i cosiddetti attacchi hyper eseguibili in scatto per colmare celermente le distanze e concentrarsi sui duelli con i boss.

I DLC sono così tanti che il vostro personaggio sembrerà un vero duro già dal primo livello.

Non mancano le tecniche Musou, da scatenare consumando l’apposito indicatore, ma anche lo stato di furia in cui il tempo rallenta permettendo l’accesso al colpo più forte dell’eroe impersonato, assieme a azioni uniche e distinte; un arsenale di tutto rispetto che offre il meglio di sé giocando ai livelli più impegnativi, semplice ma con sufficienti elementi da offrire quel pizzico di varietà tanto necessario a una tipologia di gioco innegabilmente monotona. Non è però possibile bloccare la visuale su un generale nemico, e questa a conti fatti è l’unica seria mancanza che ho avvertito; messa in conto l’ineluttabile ripetitività di fondo, la cadenza delle battaglie è dettata efficacemente dalle mutevoli condizioni di vittoria, con personaggi da scortare, rinforzi nemici e un buon numero di imprevisti. Al contrario del deludente Warriors Orochi 3 Ultimate Definitve Edition (nome altisonante per una conversione invero mediocre) l’azione si assesta quasi sempre a 60fps senza ingiustificabili episodi di clipping; le uniche eccezioni avvengono giocando in due in locale tramite lo split screen e su Steam Deck, dove la stabilità verificata sull’hardware di prova si concede spesso qualche calo. Non che un hardware di fascia medio bassa come quello della console portatile Valve possa offrire una qualche giustificazione visto che, al netto del numero esorbitante di avversari presenti su schermo, i modelli sono praticamente quelli di dieci anni fa, tirati a lucido ma con espressioni facciali spesso degne di una triglia.

PIATTO RICCO QUESTO SAMURAI WARRIORS 4 DX

Il sonoro non invecchia mai, con un doppiaggio in giapponese convincente e una serie di colonne sonore che miscelano rock a J-Pop con risultati davvero galvanizzanti. Quando avrete finito con le campagne, potrete affrontare la modalità libera dove ripetere le missioni concluse scegliendo liberamente quali guerrieri impersonare senza i limiti imposti dalla narrazione, oppure creare il generale dei vostri sogni nelle Cronache. È un contenuto piuttosto interessante, e l’editor è il posto giusto per capire dov’è finita la maggior parte di quei DLC estetici, giacché buona parte dei costumi alternativi è prevedibilmente appannaggio dei personaggi femminili.

La fluidità scende a 30fps in split screen, ma quanti giochi oggigiorno ti permettono di giocare sul divano assieme a un amico?

Creato il nostro alter ego con una serie di indumenti e corazze praticamente senza fine potremo muoverci in una mappa del Giappone incontrando personaggi storici e prendendo parte a scontri in formato ridotto per risolvere missioni e stringere amicizia con gli altri 55 eroi che compongono il ricchissimo roster messo insieme dal gioco, da schierare in battaglia al nostro fianco o usare semplicemente nella modalità libera. Ci sono in ballo numerose varianti come un ciclo giorno / notte o traguardi da perseguire con cui guadagnare premi esclusivi, ma la forma mordi e fuggi di questi combattimenti tascabili risulta un filo meno stimolante rispetto alle battaglie campali incontrate nella modalità principale, generalmente basate su reali avvenimenti storici e per questo  maggiormente interessanti, per quanto abbondantemente romanzate.

In Breve: Potrebbe sembrare il classico caso di quantità che adombra la qualità, ma in realtà Samurai Warriors 4 DX è la dignitosa conversione di uno dei capitoli più apprezzati dai fan dei Musou, arricchita da una dose massiccia di DLC. Mostra tutta la sua età sotto diversi aspetti ma conserva un’anima appassionante e divertente, che farà finalmente la gioia di chi anelava l’arrivo del gioco su PC dal 2014.

Piattaforma di Prova: PC / Steam Deck
Configurazione di Prova: Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD
Com’è, Come Gira: Le opzioni grafiche di Samurai Warriors 4 DX sono poche, e addirittura ben nascoste. Scovandole scoprirete che non c’è modo di andare oltre i 60fps anche su macchine particolarmente muscolari, ma la stabilità resta soddisfacente. In modalità cooperativa offline l’azione viaggia sui 30fps, mentre il più delle volte oscilla attorno ai 45fps su Steam Deck.

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Pro

  • Una quantità di contenuti semplicemente gargantuesca / Conversione soddisfacente / Sonoro come sempre di alto livello.

Contro

  • Graficamente sente il peso degli anni, specie paragonato il quinto episodio / Innegabilmente ripetitivo / A parte i DLC, non offre nulla di nuovo a chi conosce il gioco da dieci anni a questa parte.
7

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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