State of Mind – Recensione

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Dopo un misterioso incidente, il giornalista Richard Nolan si risveglia in ospedale affetto da amnesia. Questo è solo il primo dei tanti problemi che, di lì a poco, travolgeranno la sua vita. Dopo il ritorno a casa scoprirà, infatti, di non sapere dove siano finiti sua moglie e suo figlio. L’unica sua compagnia sembra essere quella del robot maggiordomo, Simon. Il viaggio alla ricerca della famiglia del reporter si tramuterà ben presto in un vero e proprio thriller fantascientifico, che terrà il giocatore con il fiato sospeso per tutta la sua durata.

IL FASCINO DEL MINIMAL

Sin dai primi minuti State of Mind ci regala una distinta atmosfera noir, che ci fa dubitare non solo di chi ci sta attorno, ma anche di noi stessi. L’ambientazione futuristica, incentrata principalmente su una distopica Berlino del 2048 e un’idilliaca City5, ha permesso alla mente creativa di Martin Ganteföhr di basarsi sul tema del transumanesimo per raccontare una storia ricca di personalità e vita.state of mind recensione

State of Mind riesce a rendere credibili le emozioni trasmesse dalla manciata di figure geometriche

La prima cosa a risaltare del gioco di Daedalic Entertainment è la sua particolare estetica. In controtendenza rispetto a tanti altri esempi più o meno standardizzati, questo poliziesco ha davvero uno stile tutto suo. Il mondo e i personaggi che lo abitano possiedono un aspetto minimale, creato grazie all’intelligente utilizzo di pochi ed essenziali poligoni. Il risultato è tanto strabiliante che sembra quasi voler mettere a segno il punto decisivo sull’eterno dibattito che vede contrapporsi grafica ed estetica. Con poco, l’esperto sviluppatore è riuscito a donare espressività e carattere ai propri modelli, scarni ma allo stesso tempo ricchi di dettagli. Tale direzione artistica si ricollega, inoltre, ad alcuni dei temi principali del gioco e aiuta a mettere in risalto l’aspetto principale dei personaggi: la loro umanità.

Grazie ad animazioni semplici ma eccellenti, State of Mind riesce a rendere credibili le emozioni trasmesse dalla manciata di figure geometriche che compongono i volti dei protagonisti, sia umani che robotici. A contribuire all’eccellente presentazione è anche l’ottima regia, in grado di utilizzare in maniera esperta le tecniche del grande cinema.

OLTRE LE FIGURE

Essendo un gioco basato pesantemente sulla trama, State of Mind non offre troppo dal punto di vista del gameplay. La maggior parte del tempo lo si passa esplorando alla ricerca di indizi, parlando con vari PNG o chiamando i propri contatti nella versione futuristica e olografica dei moderni cellulari. Alcuni dialoghi aperti offrono al giocatore piccole possibilità di scelta, ma non sembrano cambiare in maniera significativa la storia nel suo insieme.state of mind recensione

Daedalic Entertainment ha affidato ottimi dialoghi a un cast d’interpreti d’eccezione, primo tra tutti Doug Cockle

Le “passeggiate” che compongono la maggior parte del gameplay sono intervellate da alcune brevi sezioni incentrate sulla risoluzione di enigmi o sull’hackerare dispositivi elettronici per aprire porte e controllare droni o torrette. Sono proprio questi, purtroppo, gli aspetti più deludenti del titolo. I comandi macchinosi rendono gli spostamenti un po’ troppo complicati e mi è capitato più di una volta di provare difficoltà a far compiere ai miei personaggi i più semplici dei movimenti. Questo diventa un problema più serio soprattutto nelle fasi finali, dove una buona mobilità è indispensabile per superare alcune telecamere di sicurezza. Tali difetti, sebbene siano ben lontani dal rendere il titolo ingiocabile, sono l’unica cosa che trattiene State of Mind dal diventare un vero e proprio capolavoro. Fortunatamente, come detto in precedenza, il gioco trova il suo punto cardine nella pura narrazione. Per dar vita alla propria creatura, Daedalic Entertainment ha affidato ottimi dialoghi a un cast d’interpreti d’eccezione. Primo tra tutti Doug Cockle, famoso ai più per il suo ruolo di Geralt nella serie The Witcher, che ha dato vita al complesso personaggio di Richard in maniera impeccabile.

A fare il paio con il doppiaggio (purtroppo disponibile solo in inglese e tedesco, ma con la possibilità di attivare i sottotitoli in italiano) troviamo anche una lodevole colonna sonora, che aiuta in gran parte a capire lo stato emotivo dei personaggi. Sebbene composti principalmente da musiche di atmosfera, pensate principalmente per accompagnare l’azione piuttosto che incanalarla, i motivi riescono a farsi spazio nei momenti più opportuni e dare quel tocco in più di malinconia o pathos.

UN’ESPERIENZA UNICA

Uno dei meriti di State of Mind è quello di riuscire a raccontare la propria storia senza che questa venga portata in secondo piano dalla moltitudine di sfaccettature, più o meno profonde, che ne fanno da sfondo.state of mind recensione

State of Mind offre interessanti spunti di riflessione che il giocatore può cogliere e approfondire

In circa 10 ore Il titolo offre interessanti spunti di riflessione che il giocatore può cogliere e approfondire, trasformando così un semplice poliziesco in un piccolo viaggio filosofico alla scoperta, ad esempio, di cosa possa distinguere l’uomo dalla macchina. Il gioco, dal canto suo, non si vergogna di proporre temi anche piuttosto pesanti, integrando i propri personaggi con un mondo infidamente credibile, dove chiunque sembra avere qualcosa da nascondere e la posta in gioco è sempre più alta.

Un altro aspetto peculiare di State of Mind è l’efficace utilizzo di soluzioni che, in altri casi, corrispondono ad abusati cliché, ad esempio per l’amnesia  del protagonista. Daedalic Entertainment è riuscita a rendere originale anche la potenziale ripetitività, consentendoci di scoprire piano piano i difetti dei personaggi principali e offrendo motivi per mettere in dubbio chiunque li circondi. È un peccato, insomma, che i limiti sopra descritti sminuiscano un poco il risultato, perché il resto è da applausi.

Con uno stile tutto suo e un ottimo doppiaggio, State of Mind riesce a raccontare una storia che vale la pena vivere. Sebbene dal punto di vista del gameplay abbia poco da offrire e la rigiocabilità sia alquanto scarsa, è praticamente impossibile sconsigliare l’ultima opera di Daedalic Entertainment a chiunque abbia la giusta voglia per godersi una piccola gemma della narrativa.

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Pro

  • Stile grafico peculiare e riuscito.
  • Ottima storia.
  • Personaggi interessanti.
  • "Filosofico" al punto giusto.

Contro

  • Rigiocabilità tutto sommato scarsa.
  • Comandi macchinosi e gameplay limitato.
8.2

Più che buono

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