Tormented Souls – Recensione

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Gli indimenticabili survival horror di una volta rivivono in Tormented Souls, il gioco creato appositamente per chi rimpiange le inquadrature fisse, i movimenti legnosi e gli enigmi con poco senso. Se siete cresciuti a pane e (vecchi) Resident Evil potrebbe anche piacervi, ma per arrivare alla fine dovrete chiudere ben più di un’occhio.

Sviluppatore / Publisher: Dual Effect, Abstract Digital / PQube Limited Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam), PS5; prossimamente su PS4, Xbox One, Xbox Series X|S e Nintendo Switch

Se vi capitasse di ricevere una lettera che vi invita a fare visita ad una tetra magione, sperduta su un’isola in cui è sempre buio a prescindere dall’ora, nella quale sono sparite due bambine… voi che fareste? Nella realtà probabilmente gettereste tale missiva in un grande falò o la dissolvereste nell’acido per poi andarvene a fare una bevuta con un gruppo di amici. Nei film/giochi horror invece sarebbe come il miele per le api e senza pensarci un attimo volereste verso questa allegra destinazione armati solo di una torcia.

Caroline Walker ha scelto proprio questa seconda opzione, ma non appena messo piede davanti al cancello della residenza Winterlake viene tramortita, portata dentro il “villone oscuro” e adagiata in una vasca dove la poverina si risveglierà un indefinito numero di ore dopo. È nuda e collegata ad una macchina per la respirazione artificiale… non solo, le manca anche un occhio! Niente male come inizio, vero?

NON ENTRARE IN QUELLA CASA

In effetti la premessa narrativa di Tormented Souls, seppur non particolarmente originale, è discretamente sfiziosa e il fatto di avere protagonista una fanciulla senza alcuna nozione di combattimento o di uso delle armi attiva quei Clock Tower vibes che miscelati alla salsa Resident Evil potevano dare risultati niente male. Prima di poter capire se tali potenzialità si sono sviluppate bisogna però fare i conti con un impatto piuttosto violento con un comparto grafico anche lui rimasto ai “bei vecchi tempi”. Il filmato in CGI che apre il gioco non omaggia i giochi da cui Tormented Souls trae ispirazione… sembra esattamente uno di quelli tant’è brutto. Fortunatamente una volta iniziato il gioco vero e proprio le cose migliorano un po‘. La risoluzione sale sensibilmente, anche perché scendere non poteva, e così anche il livello di dettaglio. L’atmosfera claustrofobica è resa piuttosto bene da un susseguirsi di ambientazioni dalle dimensioni ridotte, concatenate tra loro da scalinate e corridoi angusti.

Tormented Souls recensione

Un magnetofono con nastri da cercare in giro per salvare i progressi nell’avventura… vi ricorda qualcosa?

Ogni stanza è ricca di oggettistica che spazia dall’inquietante al bizzarro, che fa intuire un gusto per l’arredamento piuttosto malato. Ci si aspetta che da un momento all’altro qualcosa accada, che uno zombie salti fuori all’improvviso per ghermirci, ma il gioco sotto il profilo “combattivo” parte piuttosto lentamente. Si scopre presto che la magione in cui è ambientato il gioco è una sorta di clinica psichiatrica nella quale sono stati condotti esperimenti non proprio etici. Niente roba da Umbrella, per il bestiario di Tormented Souls si sono ispirati ad un altro grande classico: Silent Hill. Le creature con cui dovrete vedervela sono contraddistinti da forme esagerate, da pelli tirate allo spasimo dalle quali partono artigli enormi e da modifiche degne del peggior emulo del Dr. Frankenstein. Non corrono, non tutte almeno, ma si nascondono nel buio e ricordate anche che voi non vestirete i panni di un Chris Redfield o un Leon Kennedy qualunque.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Storia intrigante e atmosfera discretamente inquietante / Gameplay da puro survival horror vecchio stile...

Contro

  • …ma questa non è per forza una buona notizia / Tecnicamente siamo ben al di sotto dello standard generazionale.
6.7

Sufficiente

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