Broken Roads – Recensione

PC PS4 PS5 Xbox One Xbox Series X

Drop Bear Bytes ci porta sulle strade dissestate dell’Australia post apocalisse atomica per raccontarci la loro prospettiva sulla fine del mondo, nel suo Broken Roads.

Sviluppatore / Publisher: Drop Bear Bytes / Versus Evil Prezzo: € 39,99  Localizzazione: Assente (in arrivo) Multiplayer: Assente  PEGI: +16  Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, Microsoft Store, GoG), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data d’uscita: 11 aprile 2024

Nei primissimi minuti di gioco di Broken Roads, mentre ancora ero intento a prendere confidenza con il desolato mondo e le stanche figure umane intorno a me, è successo qualcosa che mi ha stranito: dal nulla è apparso un canguro, ha gironzolato un po’ intorno a noi, dopo di che si è allontano verso gli arbusti, senza curarsi troppo del serpente emerso dalla sterpaglia.

Si tratta di un dettaglio molto piccolo, quasi irrilevante nel contesto della valutazione di un gioco, ma che mi ha spinto a ragionare su quanto siamo abituati a videogiochi rappresentativi di una piccolissima parte della cultura umana, un po’ perché provengono quasi tutti dagli stessi posti e un po’, di conseguenza, perché sono realizzati spesso dalle stesse persone.

BENVENUTI IN AUSTRALIA

Drop Bear Bytes è uno studio di sviluppo esordiente, fondato nel 2019 con base a Torquay, Australia, guidato da Colin McComb, veterano con una discreta esperienza nel campo dei giochi di ruolo in diversi formati. Broken Roads è figlio di questa combinazione di vecchio è nuovo. È un GDR che si ispira ai classi, ma attraverso una propria strada.

Particolare cura è stata prestata nella realizzazione degli scenari naturali.

Di recente due capisaldi come Disco Elysium e Baldur’s Gate 3 ci hanno mostrato, rispettivamente, che un approccio esplicitamente politico può calzare perfettamente al genere e che la varietà di soluzioni possibili con dadi e carta sono replicabili anche a schermo. Broken Roads fa tesoro di queste lezioni, le declina in chiave filosofica e la immerge nel selvaggio scenario australiano, reso ancora più duro (e mortale) dalle conseguenze di una serie di esplosioni atomiche che hanno cancellato quasi del tutto la presenza umana sul continente.

NON FARMI LA MORALE, BROKEN ROADS!

La filosofia, di fatto, permea l’intera esperienza di gioco. Tanto in superficie, nelle schermate di caricamento in cui illustrazioni realizzate a mano sono accompagnate da estratti di celebri trattati filosofici, quanto in profondità. Al centro della meccaniche di ruolo infatti c’è una bussola morale ripartita in quattro quadranti (utilitarismo, umanismo, nichilismo e macchiavellismo) all’interno dei quali l’orientamento del nostro personaggio sarà definito da un test iniziale. Non è ovviamente una decisione irrevocabile (d’altra parte un tempo un saggio disse che solo gli stolti non cambiano mai idea), ma condizionerà fortemente il nostro percorso. A partire dalle statistiche, ogni orientamento filosofico ha le proprie caratteristiche e le abilità speciali; nel corso dell’avventura però potrà capitare di compiere scelte non del tutto allineate col proprio allineamento e ciò può avere conseguenze a più livelli. Sul piano narrativo potrebbe causare l’allontanamento di alcuni membri del party, non più d’accordo con le nostre decisioni, i nostri comportamenti o la nostra visione del mondo.

Statistiche tutte da controllare al meglio.

Sotto l’aspetto delle meccaniche invece un allineamento a cavallo tra due filosofie ci impedirà di accedere alle abilità speciali proprie della singola filosofia, consentendoci però sviluppare un ventaglio maggiore di caratteristiche o avere più opzioni di risposta. Nonostante le citazioni nelle schermate di caricamento trasmettano un po’ l’effetto Smemoranda (o account Tumblr per i meno attempati alla lettura), la materia è trattata con intelligenza all’interno tra le pieghe del gioco, con meccaniche e narrazione che collaborano nel tentativo di mettere alla prova le convinzioni del giocatore su quale sia davvero lo stato di natura dell’essere umano.

APOCALISSE DIPLOMATICA

Per quanto possiate essere convinti che lo stato di natura dell’uomo significhi pace e libertà, potrete facilmente immaginare che non tutti la pensino come voi in ciò che rimane di un’Australia decimata da un piogge di atomiche. Benché sia possibile completare alcuni percorsi verso i quattro macro-finali (e le migliaia di variazioni nel mezzo) rifiutando la violenza, i combattimenti a turni sono una tappa obbligata, seppure non così frequenti, a prescindere dal proprio orientamento. A testimoniare tuttavia la superiorità dell’eloquenza sulle sparatorie è la diversa profondità dei dialoghi in relazione alle fasi di scontro. I primi sono ricercati, con incisi di discorso indiretto ad arricchire il contesto in cui vengono pronunciate le parole dei personaggi, mentre i combattimenti anche per il loro svolgimento a turni che stoppa il ritmo del gioco appaiono come interruzioni di un discorso più grande e complesso, il che potrebbe anche essere un modo per dire qualcosa sul ruolo che la violenza ha nell’evoluzione della società.

La localizzazione è in arrivo a breve, ma per chi mastica l’inglese la ricchezza dei testi e lo slang australiano sono valori aggiunti.

Broken Roads però sa parlare anche di umanità spiccia, oltre che di massimi sistemi, anche se ogni tanto la natura un po’ ruvida dei suoi personaggi complica la comprensione degli eventi e magari è colpa dello slang australiano (ma la localizzazione dei testi è in arrivo), ma ho avuto qua e là l’impressione che basti perdersi un riferimento per ritrovarsi spaesati (o magari sono solo io che faccio fatica con le parentele). Per quanto le sue ispirazioni siano palesi, Broken Roads riesce comunque a guadagnarsi abbastanza presto una propria identità, pur sempre radicata nella tradizione (C)RPG, ma altrettanto orgogliosa di rivendicare la propria australianità, giustamente celebrata tanto dallo slang, quanto dalla suggestiva riproduzione dei suoi paesaggi naturali.

In Breve: Broken Roads guarda dalle coste australiane verso alcuni classici anche recenti del genere CRPG e rielabora una formula piuttosto classica attraverso la lente della filosofia. L’accostamento può dirsi riuscito: la filosofia infatti non è usata come mera etichetta con cui offrire un re-brand di qualcosa di già visto, ma un ingranaggio che muove tanto le meccaniche di gioco quanto l’andamento narrativo.

Piattaforma di Prova: Xbox Series X|S
Com’è, come gira: Sulla Xbox Series X su cui l’abbiamo provato abbiamo incontrato qualche bug, per lo più sequenze ripetute o qualche segnalazione di quest sballata, ma nulla di grave. Per quando leggerete queste righe, ad ogni modo, dovrebbe essere già uscita un’ulteriore patch pre release su tutte le piattaforme.

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Pro

  • La filosofia permea davvero il gioco / Testi abbondanti e curati / Ci sono un sacco di canguri!

Contro

  • Può risultare prolisso / La lingua è uno scoglio (ma arriva la patch)
8.4

Più che buono

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