DOOM 3: VR Edition – Recensione

PS4 VR

Le abbondantissime scie di sangue nelle stanze dei laboratori UAC non mi avevano mai lasciato un’impressione così marcata, quasi viscerale

Giocare a DOOM con un caschetto in testa si porta dietro il canonico aumento smisurato dell’immersività e del senso di presenza, tanto più d’effetto in un titolo che fa della propria ambientazione un punto forte. Le abbondantissime scie di sangue nelle stanze dei laboratori UAC non mi avevano mai lasciato un’impressione così marcata, quasi viscerale, e di certo ho passato almeno la metà del tempo con una leggera sensazione di inquietudine, accompagnata da una strana allerta alla base del collo che colpiva quell’equilibrio perfetto tra paura e divertimento per chi, come me, non è un fan sfegatato degli horror. I momenti di paura ci sono, sparsi qua e là, e i migliori sono quelli in cui è proprio l’ambientazione a farla da protagonista. La tematica sovrannaturale risulta infatti molto più efficace rispetto ai jump scare, che a un certo punto diventano prevedibili.

doom 3 vr recensione

Da queste parti i bidelli usano strumenti particolari per fare le pulizie.

NONOSTANTE NE ABBIA ALCUNI ELEMENTI, DOOM 3 VR NON È UN’ESPERIENZA HORROR

Nel complesso però DOOM 3 VR non è un’esperienza horror: troppe munizioni, troppi medikit, insomma troppo potere in mano al protagonista, che rimane un eroe d’azione. E va benissimo così. Più delicata la scelta della torcia: nell’originale era possibile usarla solo in alternativa a un’arma, meccanica che cambiò con l’espansione Resurrection of Evil a seguito delle richieste di una parte dei giocatori che volevano illuminare le buie stanze e sparare allo stesso tempo. In questa riedizione, rimane quest’ultima possibilità, andando a diminuire la tensione che derivava dalla scelta originale di design. Sono sempre stato uno di quelli che, giocando al computer da ragazzino, fin dai tempi di Wolfenstein 3D si sporgeva fisicamente verso l’estremità dello schermo per vedere cosa mi aspettava al di là di quell’angolo sospetto. Capirete allora che poterlo fare per davvero è un sogno diventato realtà, specie quando mi è anche concesso di allungare le braccia per elargire piombo a colpi di shotgun a chiunque, umano o demone, si trovi dalla parte sbagliata delle mie canne fumanti.

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Certe volte per sconfiggere la burocrazia le mezze misure non bastano.

Al tempo dell’uscita, DOOM 3 aveva puntato su un numero piuttosto limitato di nemici anche per ridurre il carico computazionale dell’hardware del tempo, e trovo che ciò abbia portato forse senza volerlo a un ottimo equilibrio per quanto riguarda un titolo in VR: dover gestire orde intere senza stare mai un secondo fermi come in DOOM Eternal avrebbe messo in difficoltà anche gli stomaci più ferrei. A proposito di comfort, non ho mai accusato nessun sintomo di motion sickness, e le opzioni a disposizione dovrebbero consentire a tutti di non avere problemi. A proteggervi dai Bull Demon, però, dovrete pensarci da soli.

In Breve: Gli anni di DOOM 3 VR si fanno sentire, con un comparto tecnico che fa vedere qualche ruga, senza però risultare troppo attempato. Il gameplay, per quanto old school, regge bene anche nel 2021, e DOOM 3, tra tutte le incarnazioni del Doomguy, è forse quella che meglio si presta ad esaltare le caratteristiche intrinseche della realtà virtuale, in primo luogo grazie a un’atmsofera unica e ispiratissima. Mancano il multiplayer e il supporto ai Move, che avrebbe permesso più azioni contestuali e interazioni con le armi, ma siamo pur sempre di fronte a una delle campagne in singolo di maggiore qualità su PSVR. Non è perfetto, ma rimane tanta roba.

Piattaforma di Prova: PlayStation 4 Pro, PSVR con controller Aim
Com’è, Come Gira: Tutto filato assolutamente liscio sulla PS4 Pro, e mi sarei stupito del contrario visto che le texture e i modelli grafici fanno trasparire il segno degli anni. Non ho sperimentato casi significativi di drifting del controller, né con Aim né con Dualshock 4.

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Pro

  • Ambientazioni da brivido / DOOM + PSVR Aim = Libidine / Entrambe le espansioni sono incluse.

Contro

  • I Move non sono supportati / Diciasette anni un po’ si fanno sentire.
8.2

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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