Basterà appellarsi ai cento astri in cielo per donare un seguito a una leggenda come Suikoden? Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes, non senza qualche passo falso.
Sviluppatore / Publisher: Rabbit & Bear Studios / 505 Games Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: Steam, GOG, Epic, PS4/PS5, Xbox, Switch Data d’uscita: 23 aprile 2024
Per essere un gioco popolato da una magniloquente schiera di eroi, Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes manca di quell’ambizione che personaggi di siffatta caratura dovrebbero per definizione vantare. È come se l’avventura del giovane Nowa seguisse un copione, strizzando costantemente l’occhio all’ormai attempato giocatore orfano di Suikoden, enfant prodige di una Konami che non c’è più da un pezzo (qua la nostra prova).
Tutti gli elementi sono presenti all’appello in un JRPG volutamente vecchio stampo, creato a tavolino nei laboratori di Kickstarter per restituire agli appassionati un’esperienza classica, a partire dall’ambientazione che pesca a piene mani dal racconto cinese Shui Hu Zhuan: ci sono letteralmente centinaia di personaggi reclutabili, una fortezza da erigere come baluardo della libertà contro un nemico spietato e dispotico, battaglie campali e duelli all’ultimo sangue per placare un’insaziabile sete di giustizia all’interno di una trama ricca di tradimenti, intrighi e catartico eroismo. Man mano che i frammenti del mosaico inizieranno a descrivere un panorama tanto familiare, i fan della storica saga si troveranno sicuramente a casa; non potrebbe essere altrimenti considerata la squadra al lavoro sul progetto, capitanata dal veterano Yoshitaka Murayama che purtroppo ci ha lasciato pochi mesi fa.
EIYUDEN CHRONICLES: HUNDRED HEROES RICORDA KONAMI
La flebile pace tra l’Impero di Galdea e la Lega delle Nazioni non è che una polveriera pronta a saltare in aria, un equilibrio precario messo in pericolo dal ritrovamento delle primordiali Lenti, artefatti di enorme potere in grado di dominare la magia. All’ombra di una crisi destinata a spaccare il mondo in due ci sono Nowa e Seign, due giovani dai natali estremamente differenti ma legati da un’amicizia nata durante una missione congiunta, destinati a ricoprire un importante ruolo nel futuro della nostra storia. È un incipit che richiama in un certo senso le battute iniziali di Suikoden 2, tanto che non è difficile immaginare come proseguirà l’avventura; tra un personaggio da annettere alle nostre schiere e l’altro, però, Eiyuden Chronicles mostra una cadenza estremamente lenta. Ne avevamo parlato in sede di anteprima del resto: gli anacronistici incontri casuali vengono attivati con una frequenza quasi letargica, lasciando il giocatore libero di scarrozzare impunemente per interminabili minuti. Si tratta di un’idea sulle prime piacevole, perché consente di esplorare senza la seccatura di venire interrotti ogni manciata di secondi, ma che trasmette la sensazione di trovarsi all’interno di un mondo quasi del tutto deserto, un dettaglio esacerbato dalle massicce dosi di backtracking che affliggono il gioco, per lo meno all’inizio. È come se gli sviluppatori avessero deciso di rendere gli incontri meno asfissianti, aumentando di un pizzico la difficoltà generale (o almeno così pare, dato che all’inizio anche i mostri più deboli picchiano duro!) e privando il giocatore di quelle facilitazioni che oggigiorno sarebbe pigramente propenso ad attendersi dal genere, come le provvidenziali guarigioni automatiche al termine del combattimento.
Una scelta apprezzabile e addirittura condivisibile sulla carta, me che spoglia troppo spesso l’esplorazione di una sana dose di tensione, complicando allo stesso tempo il grinding necessario per potenziare gli eroi lasciati in panchina o il completamento delle tante fetch quest necessarie per convincere il guerriero di turno a unirsi al nostro gruppo. Come in passato, il reclutamento può avvenire in diversi modi: spesso i nuovi volti non vedranno l’ora di unirsi alla causa di Nowa, ma a volte sarà necessario avere nel party qualche vecchio commilitone o soddisfare determinate condizioni. Di certo non manca il carattere: sebbene non siano tutti destinati a combattere, i cento (anche qualcuno in più, in realtà) eroi del titolo godono di una caratterizzazione sufficientemente eccentrica e accattivante, almeno nell’aspetto perché, come è logico aspettarsi da un roster tanto numeroso, non tutti ricopriranno un ruolo rilevante nell’economia della storia, limitandosi a qualche occasionale commento e a dare man forte sul campo di battaglia.
L’ARTE DELLA GUERRA IN EIYUDEN CHRONICLES: HUNDRED HEROES
Quando arriva il momento di menare le mani la formazione del gruppo è fondamentale. Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes consente di schierare sei combattenti su due fila separate, dunque è imperativo disporli in base alla portata delle armi, mantenendo al contempo al sicuro i più fragili nelle retrovie e tenendo conto delle dimensioni, visto che unità particolarmente massicce occupano addirittura più slot. Andando avanti sarà possibile farsi accompagnare da alcuni elemento di supporto che non parteciperanno attivamente allo scontro, ma garantiranno invece importanti vantaggi come l’utilissima facoltà di riconfigurare la formazione del gruppo presso le postazioni di salvataggio.
Alla stregua di Suikoden il party e i nemici attaccano all’unisono dopo aver ricevuto gli ordini, combattendo alacremente seguendo una timeline da tenere d’occhio con attenzione prima di dare il via al turno: il movimentato scambio di colpi che segue viene enfatizzato da una telecamera dinamica che dona profondità e drammaticità all’azione, rendendo gli scontri molto intensi e piacevoli. Oltre al canonico mana, indispensabile per lanciare incantesimi, il gioco introduce rispetto all’illustre ispiratore i punti azione, che vengono rigenerati all’inizio di ogni turno. Un meccanismo intelligente per evitare l’abuso costante di mosse speciali e dei celebri attacchi di gruppo, coreografiche danze di morte attivabili solo se nella formazione militano determinati compagni d’arme. In definitiva il combattimento gode di un ritmo piacevole e di una robusta scelta di opzioni strategiche, incrementate nei duelli contro i boss da una serie di gimmick chiamati Espedienti, che permetteranno di effettuare azioni fuori dagli schemi. Un’idea interessante, non sempre implementata nel migliore dei modi e dalla messa in atto spesso puramente scolastica (solo uno sciocco sceglierebbe di non mettere al riparo da un mortale laser le unità prese di mira, per intenderci), tuttavia ci sono stati dei momenti in cui gli Espedienti hanno aggiunto un piacevole livello di brivido in più, da vivere sul sottile filo che separa rischio e ricompensa.
Eiyuden Chronicles mostra una cadenza estremamente lenta
SIN CITY
Tra un torto da raddrizzare e l’altro c’è da tener conto dell’espansione della fortezza, investendo denaro e risorse per offrire un tetto come si deve al nostro esercito. Non è un compito particolarmente gravoso, dato che i nuovi elementi urbanistici vengono posizionati automaticamente; tuttavia, vanno spesso rispettati particolari prerequisiti per aprire determinate botteghe, come la ricerca di un esercente dotato della giusta inclinazione.
I servizi offerti non offrono particolari vantaggi rispetto a quelli incrociati durante le peregrinazioni nel mondo di gioco, ma è sempre comodo avere tutti i negozi riuniti sotto lo stesso tetto, senza contare la gradita presenza di attività peculiari come l’indovina, dove ricevere sibillini indizi riguardo l’ubicazione dei futuri compagni. Eiyuden Chronicles è un titolo che concede una buona libertà al giocatore: l’indicatore che punta all’obiettivo di turno è sempre presente, ma raramente il gioco mette fretta, permettendo di girare in lungo e largo nei limiti imposti dalla narrazione per visitare più e più volte i centri abitati alla ricerca di potenziali alleati o (dimenticabili) sottogiochi in cui competere. Il sonoro è davvero speciale, con tracce audio di grande carattere (quelle cantate durante i duelli danno una carica esplosiva!) sfornate dal pentagramma di compositori in stato di grazia come Motoi Sakuraba e Michiko Naruke.
I giochi di Yoshitaka Murayama sono sempre stati superiori alla somma delle loro parti
NOTE DOLENTI
Riallacciandoci all’inizio, nel suo “essere Suikoden a ogni costo” Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes centra il bersaglio, arrivando a collocarsi idealmente come un vero e proprio capitolo non ufficiale dell’amata saga. Un buon capitolo, infestato però nel momento in cui scrivo queste righe da una serie di bug piuttosto importanti. Posso chiudere pazientemente un occhio sulle direzioni del pad che per qualche insondabile motivo si bloccano ogni due minuti, ma non su problemi ben più gravi, come quello che pare aver irrimediabilmente corrotto i miei salvataggi dopo decine e decine di ore di gioco, condannandomi a un vicolo cieco e spingendomi ad ampliare il mio già ricco manuale degli improperi con tante di quelle profanità hardcore da far sembrare il Necronomicon un album di figurine dei Puffi.
Al momento non c’è traccia di patch riparatrici (almeno per la versione Steam qui recensita) e ho già iniziato una nuova partita nel timore che la mia situazione possa risultare irrecuperabile, quindi il mio consiglio è quello di aspettare pazientemente i bugfix prima di compromettere il vostro sistema nervoso: ora come ora Eiyuden Chronicles è un campo minato da attraversare a vostro rischio e pericolo.
In Breve: Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes è un buon JRPG, volutamente vecchio stile e con tutti i pro e i contro del caso. Come lettera d’amore a Suikoden centra il bersaglio al netto di alcune incertezze, ma il problema più grave al momento sono i bug che abbiamo incontrato durante la recensione, alcuni assai gravi e impossibili da ignorare. Aspettate pazientemente i bugfix.
Piattaforma di Prova: PC
Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD / Steam Deck
Com’è, Come Gira: Tutto alla grande con la configurazione di prova, anche perché il gioco offre poche opzioni grafiche. Anche su Steam Deck se la cava bene, con qualche ininfluente calo di fluidità girovagando per la world map.